La candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco della città di Arpino era stata propagandata, dai sostenitori, come una “grande opportunità” per il paese, per l’intero comprensorio addirittura: dopo l’elezione, a maggio 2023, con il 44% delle preferenze, l’allora Sottosegretario alla Cultura aveva definito gli assetti di governo “benedicendo” il vicesindaco Massimo Sera alla gestione degli affari ordinari.
Sgarbi avrebbe dovuto essere una sorta di “sindaco attrattore” di investimenti e di attenzione da parte dei media, non solo per la Terra di Cicerone bensì per la Ciociaria tutta: nemmeno due mesi dopo la tornata elettorale, ad inizio luglio, proprio ad Arpino, Sgarbi ospitò i sindaci del territorio, il presidente della Provincia, Luca Di Stefano, ed il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per affrontare questioni legate alla valorizzazione del patrimonio culturale ed allo sviluppo locale, con l’obiettivo di porre le basi per una importante intesa dalla quale sarebbero dovute scaturire iniziative congiunte per la tutela e la promozione dell’intero comprensorio. Propositi che sono durati quanto l’aperitivo che ha chiuso lo straordinario incontro.
Insomma la “grande opportunità” di fatto si è rivelata un disastro, una catastrofe per la città di Arpino che, a tutti gli effetti, è al collasso amministrativo. Niente progettualità, zero iniziative, amministratori “fantasma” nella penombra del primo cittadino: il vicesindaco Massimo Sera e l’assessore Bruno Biancale che arrancano, soli, per rispondere alle esigenze della comunità. La “risonanza mondiale” promessa dal sindaco Sgarbi e dalla sua squadra di governo ha lasciato il posto ad un silenzio fallimentare, forse mai vissuto dalla Città di Cicerone: una città ricca di storia, arte, cultura, tradizioni, folklore, che ha dato i natali a personaggi illustri, che può vantare scorci favolosi, panorami mozzafiato, percorsi naturalistici di rilievo nonché le eccellenze dei prodotti tipici, finita nel dimenticatoio più assoluto.
Anche “l’Estate Arpinate” diventa un ricordo sfocato: quello che un tempo si imponeva come un programma ricco di iniziative prestigiose, richiamando migliaia di ospiti anche da oltreconfine, oggi non è altro che un calendario portato avanti dagli encomiabili sacrifici di associazioni, comitati, quartieri e contrade, ma anche dai numerosi volontari che con tanta determinazione si prodigano per mantenere vive le tradizioni e promuovere il paese.
“Impedimento permanente del sindaco”
In questo contesto, fragile e precario, tuona l’avv. Niccolò Casinelli, consigliere di minoranza, il quale richiama l’art. 32 dello Statuto Comunale invocando che venga accertato “l’impedimento permanente del Sindaco”, una norma che intende garantire la continuità amministrativa in casi di assenza prolungata del primo cittadino. Nonostante l’Amministrazione arpinate si sia dotata di modalità telematica per svolgere le sedute di giunta in videoconferenza, Casinelli sottolinea che «L’ultimo Consiglio Comunale che ha visto la presenza del sindaco risale al 30 aprile 2024, mentre è del 13 agosto 2024 l’ultima giunta cui Vittorio Sgarbi ha preso parte».
Niccolò Casinelli conclude: «È arrivato il momento di conoscere le ragioni di questa persistente assenza e di attivare tutti i meccanismi previsti dalla legge per l’ipotesi in cui sussista un impedimento permanente. Le negligenze sono tante e gravissime».