Sono stati i reati di produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti, commessi tra Ferentino e Roma, nel dicembre 2024, a portare nuovamente all’arresto, nella giornata di ieri, di Rocco D’Amato, 49enne originario di Palmi. L’uomo è stato riconosciuto colpevole dalla Corte d’Appello di Roma dei delitti di produzione, traffico e detenzione di sostanze illecite. A questi si aggiunge la condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria per il mancato pagamento delle ammende previste dal Codice Antimafia a chi è sottoposto a sorveglianza speciale. Complessivamente, le pene a suo carico ammontano a 4 anni e 8 mesi di reclusione. L’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Ufficio Esecuzioni Penali, è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Palmi a Sant’Eufemia d’Aspromonte, dove l’uomo si trovava già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per tre anni.
La condanna per l’omicidio del maresciallo Azzolino
Il nome di D’Amato non è nuovo alle cronache giudiziarie. Nel 1998 la Corte d’Assise di Palmi lo condannò per l’omicidio del Maresciallo Capo dei Carabinieri Pasquale Azzolino, avvenuto nel giugno 1996 a Sant’Eufemia d’Aspromonte. All’epoca dei fatti appena ventenne, D’Amato sparò diversi colpi d’arma da fuoco contro il sottufficiale, comandante della locale Stazione dei Carabinieri, che stava tentando di arrestarlo per un furto. Il sacrificio del Maresciallo Azzolino, insignito alla memoria della Medaglia di Bronzo al Valor Militare, è tutt’oggi ricordato con cerimonie ufficiali dai Carabinieri reggini, come simbolo di dedizione e coraggio nella difesa delle istituzioni.
Dopo le formalità di rito, il 49enne è stato trasferito presso la casa circondariale di Palmi, dove dovrà scontare la pena definitiva.