’Bekas’, Kader racconta il conflitto curdo in Iraq: un film sospeso tra magia e impegno sociale

La recensione del film tratto dalla storia autobiografica dell’autore che ripercorre la sua vita negli anni ‘90

Nasce da una storia autobiografica questo “Bekas” dell’autore curdo Karzan Kader e ripercorre quanto accaduto al cineasta negli anni 90, costretto a fuggire dall’invivibile Kurdistan per approdare nella civile Svezia, Paese dove tuttora vive. Il progetto, di matrice autoreferenziale, prende quindi vita attraverso volti di bambini, passando per stilemi d’infanzia in sella ad una galoppante memoria on the road, che esorcizza così temi drammatici di cui è contrappuntato il racconto. Coprodotto tra Svezia, Iraq e Finlandia, Bekas fu presentato al 23esimo Festival di Stoccolma.

Il plot

Zana (7 anni) e Dana (10 anni) sono due fratelli orfani che decidono di lasciare la loro vita di stenti e miserie in un villaggio curdo per andare nella leggendaria America. I due ragazzini credono che il posto sia raggiungibile in due o tre giorni e decidono di scappare dopo aver visto di nascosto il film Superman al cinema del villaggio. Pronti a far di tutto pur di avverare questo sogno, iniziano a lavorare duramente per potersi comprare un asino che chiameranno Michael Jackson.

Un mondo crudele filtrato dagli occhi di un bambino

Negli anni ’90, mentre avanzano le armate di Saddam Hussein, la storia raccontata da Kader cerca di filtrare il mondo crudele che si stava disegnando, attraverso lo sguardo incantato dell’infanzia, di quei bambini che riescono a indorare anche la pillola più cattiva e a immaginare con infinita dolcezza che possono cambiare il loro destino lustrando scarpe o sul dorso di un indomito mulo. In precario equilibrio tra fiaba ed impegno sociale, questo lungometraggio si perde un po’ tra le battute a volte didascaliche, da romanzetto d’appendice rosa e avvenimenti sdolcinati. La fantasia dei due fratellini deve raccontare il sogno di una fuga necessaria e di una stoica resistenza, così il realismo magico che s’instaura durante i minuti di visione fa sì che ci si innamori perdutamente di una bella bambina e di un veemente ragazzino in cerca di riscatto. Sicuramente non mancano i difetti, come abbiamo sottolineato soprattutto nei dialoghi, ma Bekas resta comunque un quadro insieme toccante e divertente, anche intimo se vogliamo, di quello che era il conflitto curdo in Iraq. 

Credits

Titolo originale: id.

Regia: Karzan Kader

Sceneggiatura: Karzan Kader

Cast:  Zamand Taha, Sarwar Fazil, Diya Mariwan, Suliman Karim Mohamad, Rahim Hussen, Abdulrahman Mohamad 

Montaggio: Michal Leszczylowski, Sebastian Ringler

Fotografia: Johan Holmqvist

Musiche: Juhana Lehtiniemi

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Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista pubblicista, specializzata in sport ma con una passione anche per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche www.scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day, e presentatrice di eventi. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

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