Caldo killer: morti in aumento sui posti di lavoro, la denuncia

Per Armando Valiani la cultura della sicurezza è ben lontana dalla concretezza, resta troppo spesso un argomento sulla carta

“Secondo il bollettino del Ministero della Salute nel mese di giugno si è registrato un +9% e nei soli primi quindici giorni del mese di luglio la mortalità da stress da caldo in Italia nei luoghi di lavoro è del +21%, per un totale di 733 persone su 33 città italiane”. A dichiararlo il Segretario Regionale UGL Lazio Armando Valiani.

“A tal proposito proprio nei primi giorni del mese di Luglio INAIL ha pubblicato un vero e proprio decalogo per prevenire le patologie da colore nei luoghi di lavoro, un vademecum dedicato a lavoratori, datori di lavoro e a tutti gli addetti ai lavori della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro quali RSPP, (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione), Formatori, Coordinatori della Sicurezza nei cantieri edili (CSE e CSP).”

Nello specifico nei giorni scorsi il documento dell’ INAIL è stato analizzato dalla Segreteria Regionale della UGL Lazio, per capire come applicare le indicazioni pratiche per coloro che lavorando in determinate condizioni dove per necessità di produzione non è possibile adottare tutti gli accorgimenti di comfort lavorativo, così come per coloro che lavorano all’aperto, appunto nell’ edilizia ed in agricoltura, ricordando che il territorio Laziale sta soffrendo un periodo di siccità e che a soffrire non è solo il clima… ma soprattutto il nostro territorio prevalentemente il sud del Lazio e pochi sono stati gli interventi dell’ amministrazione regionale per queste problematiche; a soffrire non solo il territorio, anche quei lavoratori che per caratteristiche devono lavorare in condizioni In linea con le produzioni”.

“Importantissima valutazione alla prevenzione dello stress e al rischio di conseguente infortunio è l’analisi delle patologie croniche che aumentano il rischio di effetti avversi del caldo”.

“Da qui la sempre maggiore attenzione nella formazione ed addestramento specifico dei lavoratori per singola mansione e contesto lavorativo partendo da una attenta analisi del documento madre in materia di prevenzione e sicurezza aziendale, ovvero il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi). Solo con una attenta e scrupolosa valutazione dei rischi e pericoli aziendali analizzati per mansioni e contesto si può poi erogare e pianificare una efficace formazione del personale, magari inserirla in un percorso che prevede un patentino delle competenze, per ogni singolo lavoratore. Per questo la sensibilizzazione e la cultura della sicurezza sul lavoro deve essere presente in tutte le figure aziendali, dal datore di lavoro al RSPP, al medico competente, al RLS e ai lavoratori tutti”.

“Ancora una volta siamo qui a sottolineare come la normativa e gli strumenti per prevenire e valutare correttamente le condizioni di lavoro esistono, ma mancano i controlli e la certezza che le norme vengano poi effettivamente applicate” a dichiararlo Il Componente della Segreteria Regionale Paolo Tedesco e Wladymiro Wysocki Presidente Associazione ALIS, componenti del tavolo sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro.

“Perché ancora la cultura della sicurezza è ben lontana dalla concretezza, resta troppo spesso un argomento sulla carta, nei media, nelle cronache e ben poco attualizzata. Cultura, prevenzione e sicurezza devono essere argomenti agli ordini del giorno, solo così possiamo dare forza a tutti i nostri sforzi nei tavoli di lavoro nel cercare soluzioni, altrimenti ogni sforzo resterà vano e incidenti, morti, infortuni e malattie professionali continueranno incessantemente ad esistere”. Conclude Valiani.

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