Capretta morta, il video shock scatena la condanna della politica: le reazioni

Il panorama politico provinciale e regionale condanna all'unanimità la spregevole azione dei ragazzi. Chieste pene esemplari

Anagni – Tantissime reazioni e parole di condanna dopo il video shock che ritrae una capretta presa a calci da un adolescente incitato dagli amici. Poi, come mostrano le immagini, in due gettano l’animale da un parapetto in cemento. Il tutto è stato ripreso da un altro dei partecipanti alla festa nell’agriturismo alla periferia della città lo scorso fine settimana e pubblicato sui social. Gli esponenti del panorama politico locale esprimono dura condanna e chiedono pene severe.

Le reazioni

“L’episodio brutale dell’uccisione di una capretta è una manifestazione inequivocabile di violenza gratuita davvero preoccupante, testimonianza di un degrado sociale, familiare che deve imporre a tutti, nessuno escluso, delle profonde riflessioni. Innanzitutto, non si deve cadere nell’errore di cercare di sminuire il fatto, di trovare in qualche modo la scappatoia, derubricandolo a ragazzata. E’ violenza. Punto e basta”. – Così l’onorevole Maria Veronica Rossi, deputato della Lega al Parlamento europeo. “E come tale deve essere perseguita secondo quanto prevede l’ordinamento giuridico. Detto questo, vanno fatte, poi, delle considerazioni inevitabili. Sarebbe interessante parlare con questi ragazzi per capire da dove nasca questo “bisogno” di violenza e di sadico esibizionismo, visto che hanno avuto anche il cattivo gusto di far circolare il “reportage” del loro misfatto; sarebbe interessante parlare con i genitori di questi ragazzi per chiedere loro cosa pensino dell’accaduto, quali valori abbiano trasmesso ai loro figli; sarebbe interessante parlare con gli insegnanti di questi ragazzi per capire che cosa abbiano insegnato a questi giovani; sarebbe interessante parlare con i loro amici per sapere cosa ci fosse di così divertente e di appagante nell’assistere a quell’esecuzione e all’accanimento violento contro un corpo senza vita. Perché qui il fallimento è a tutti i livelli: famiglia, scuola, società e istituzioni. Oggi tutto viene delegittimato, tutti i punti di riferimento vengono messi in discussione e le colonne portanti del nostro sistema sociale sono state sgretolate: i genitori, la scuola, i simboli istituzionali non hanno più autorità e autorevolezza. Mi sembra ora che tutti si riapproprino dei propri ruoli, per scongiurare una pericolosa deriva sociale. Sarebbe utile, in conclusione, dal mio punto di vista, e forse anche educativo che questi ragazzi, e altri come loro, fossero obbligati, per un periodo lungo, a svolgere servizi di assistenza anche in posti dove si sperimenta la vera sofferenza per recuperare il valore vero del rispetto della vita e dell’altro”.

«La storia dei giovani che hanno ucciso una capretta per pura crudeltà in provincia di Frosinone ci restituisce la foto di una generazione allo sbando, bisognosa di cultura e educazione al rispetto e all’empatia. Una storia che mi addolora e che rafforza il mio impegno per dare più cultura ai giovani, perché solo così possiamo estirpare la gramigna della cattiveria e seminare amore e educazione». Così Simona Baldassarre, assessore alla Cultura, alle Pari Opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia e al Servizio civile della Regione Lazio.

“Un atto che lascia senza parole e fa riflettere su quanto occorra intervenire su una nuova generazione che va assolutamente disciplinata.” Con queste parole il Presidente del Consiglio Provinciale, Gianluca Quadrini, condanna duramente il gesto dei giovani ragazzi. “Mettere in rete l’uccisione della carpetta per mostrare forza e potenza è sinonimo di una generazione debole e deviata. Noi istituzioni dobbiamo assolutamente intervenire per fermare questo assurdo fenomeno. Oggi si è trattato di un animale, e non è la prima volta che si verifica, domani può trattarsi di una vita umana. Bene ha fatto la Procura ad intervenire nell’immediato iscrivendo nel registro degli indagati i responsabili. Vedere la provincia di Frosinone in prima pagina per questi spiacevoli fatti è motivo di grande riflessione.”

“Come sindaco a titolo personale e a nome della intera amministrazione comunale condanniamo senza alcuna esitazione il vile gesto che ha visto protagonisti quel gruppo di giovani che hanno barbaramente massacrato una capretta. Acquisiremo le necessarie informazioni dalle forze dell’ordine e dagli organi inquirenti. – Così il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini. In ogni caso, credo sia giusto ragionare in una delle prossime sedute di consiglio comunale, senza strumentalizzazioni politiche e di sorta, sul disagio sociale come fenomeno che purtroppo sta investendo sempre più giovani su scala nazionale e non solo. Un dibattito sano alla presenza anche di specialisti che studiano tali fenomeni. Fermo restando che provvederemo come amministrazione, sin dall’apertura dell’anno scolastico, ad estendere il dibattito all’interno dei nostri istituti con l’ausilio dei dirigenti e del corpo docente.  Dobbiamo tutti interrogarci seriamente su cosa stia accadendo a molti dei nostri giovani. Tuttavia voglio ribadire con fermezza a tutti, che la comunità fiuggina è una comunità sana e non può e non deve essere associata in alcun modo a gesti gravi e riprovevoli come quelli in riferimento”.

“Sono profondamente colpita e indignata dalla crudeltà dei giovani ragazzi che hanno ucciso a calci una capretta in un agriturismo di Anagni. Tale mancanza di rispetto non ha nulla a che vedere con la cultura del territorio che rappresento e con i valori della tutela della natura e degli animali”. Così in una nota Sara Battisti, presidente della commissione regionale Piani di Zona. “Oltretutto – prosegue – il fatto è stato filmato e pubblicato sui social insieme ad altri video e foto preoccupanti, che ancora una volta mostrano il germe della violenza, dell’arroganza e del non rispetto. Episodi di questo tipo, che mi auguro di non dover commentare mai più, fanno però ragionare sul tipo di educazione e senso civico che dovremmo insegnare ai nostri figli, attraverso l’esempio e l’educazione delle regole di convivenza civile e nel rispetto delle persone e del mondo che ci circonda”. 

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