Ci sono immagini che parlano da sole. Ieri sera, ancora una volta, il Pronto Soccorso dell’Ospedale ‘Santa Scolastica’ di Cassino si è trasformato in un luogo di caos, disagio, sofferenza. La chiusura della Sala Rossa per lavori di ristrutturazione – sacrosanti ma mal gestiti nei tempi e nelle modalità – ha generato un effetto domino che ha travolto pazienti e familiari.
Le stanze disponibili non bastano, i corridoi si sono trasformati in corsie d’attesa dove le barelle sono state posizionate una accanto all’altra, divise solo da tende improvvisate, con malati in attesa per ore, spesso in condizioni critiche, senza privacy né serenità. Familiari disperati hanno chiamato Carabinieri e Polizia, intervenuti per verificare la situazione e riportare ordine in un clima sempre più teso.
Tutto questo accade a poche settimane dalla morte di Charles Baffour, il giovane studente universitario, 24 anni, che nel Pronto Soccorso di Cassino ha trovato la morte anziché le cure. Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che ha fatto emergere, in modo crudo, tutte le fragilità di un sistema sanitario locale in profonda sofferenza. In quel caso si è parlato di fatalità, di negligenza, di omissioni. La magistratura farà il suo corso. Ma la domanda resta: è cambiato qualcosa da allora? La risposta, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti.
Non si tratta di fare caccia alle streghe, né di additare singoli operatori – molti dei quali lavorano ogni giorno con impegno e dedizione, spesso oltre il limite del possibile. Si tratta però di prendere atto di una realtà sistemica: la sanità pubblica, qui, non è più in grado di garantire un’assistenza dignitosa, tempestiva, efficace. I cittadini vengono accolti in condizioni indecorose, mentre le segnalazioni di carenze – di personale, di mezzi, di spazi – si moltiplicano, senza trovare risposte concrete.
La realtà non si può nascondere. E soprattutto non si può più chiedere silenzio a chi soffre o a chi denuncia. È ora di dire basta, con equilibrio ma con fermezza.
Cassino merita un pronto soccorso sicuro, moderno, rispettoso della persona umana. Charles è il simbolo di un dolore che non può passare sotto silenzio. Ma ogni persona che ieri notte era su una barella, ogni famiglia che ha atteso con il fiato sospeso un segnale di attenzione, rappresenta una nuova ferita aperta.