Marco Corsi, ex presidente del Consiglio comunale e già candidato sindaco nella passata tornata amministrativa, ha ufficializzato l’intesa con Fabio Giovannone; che concorrerà a primo cittadino di Ceccano con un progetto civico di centrodestra sostenuto, a questo punto, da cinque liste. Sabato ci sarà la presentazione ufficiale di simboli, candidati e programma elettorale. “Schiererò una lista per proseguire nel mio progetto civico, composta dai 15 migliori candidati e me capolista, appoggiando la coalizione di centrodestra di Giovannone”.
- Cos’è successo dal termine dell’ultima consiliatura, passando per la sua mancata firma alle sfiducia all’allora sindaco Caligiore, fino ad oggi?
“Di sfiducia ne ho firmata una, 8 anni fa, nei confronti appunto di Caligiore: ero presidente del Consiglio comunale e procedemmo con quella scelta durante la prima legislatura dell’ex sindaco. Dopo di allora sono stato candidato sindaco, sostenuto da 7 liste e presi 4mila voti. Solo per un soffio non andai al ballottaggio. Quanto alla fine dell’ultima legislatura mi chiamarono per la firma al notaio ma ero banalmente fuori città e non sarei potuto rientrare in tempo”.
“Trasparenza e città intercomunale, istanze recepite nel programma”
- Ci sono due candidati di centrodestra a sfidarsi oggi: perché la scelta di Giovannone?
“Perché ci siamo subito intesi: anche grazie ad un’amicizia che dura da 13 anni. Giovannone si candidò nella mia lista ‘Noi per Ceccano’ e fu il suo battesimo in politica. Oggi voglio contraccambiare per quello che lui fece per me a suo tempo. Del resto Giovannone ha recepito nel suo programma almeno due istanze che io ritenevo irrinunciabili: la promozione di una democrazia comunale partecipativa e la spinta a realizzare la città intercomunale. Inoltre va detto che, sullo sfondo del nostro progetto, resta l’impostazione del pensare prima al paese e poi ai partiti politici. Per questo preferisco una aggregazione senza simboli partitici, interamente incentrata su ‘Ceccano che riparte’, come nel titolo della mia lista”.
- La città è rimasta traumatizzata dallo scandalo e dall’inchiesta. Ci sono conti da chiudere anche politicamente con quelle vicende?
“La scorsa consiliatura ho votato di volta in volta: a favore di quello che secondo me era ben fatto. Quel che mi è parso meno positivo per la città non ho voluto avallarlo. Quanto ai fatti giudiziari, c’è un corso che gli organi competenti stanno seguendo e sul quale, ovviamente, non mi pronuncio. E’ spiacevole l’accaduto perché ha scosso la città ma pensiamo che la svolta consista in un nostro cavallo di battaglia tutto improntato alla trasparenza e alla democrazia partecipativa. La gente deve sapere, conoscere, sollecitare qualsiasi cosa l’amministrazione faccia e progetti. L’esperienza dell’ultima amministrazione ha segnato il paese e tutti i politici impegnati nella campagna elettorale che stiamo affrontando. Ma il nostro lavoro sarà teso a rendere pubblica ogni procedura e decisione”.
- Quali strumenti intende promuovere per avvicinare le persone al palazzo?
“Credo che la democrazia partecipativa possa, tanto per cominciare, essere concretizzata attivando uno sportello del cittadino, dove chiunque possa chiedere e avere delucidazioni. C’è bisogno di massima trasparenza da parte degli stessi singoli amministratori: non devono più barricarsi nelle quattro mura del Comune. Devono stare per strada. Invece è successo che si stesse per anni chiusi nella camera del sindaco”.
Dallo sportello del cittadino agli investimenti su ambiente e cultura
- Ceccano deve aprirsi ai centri vicini, a partire da Frosinone con la sua Area vasta?
“Oggi, con i fatti accaduti, ci vorrebbe più attenzione alle procedure e professionalità: penso che si possa andare oltre le sinergia per i servizi e oltre la richiesta di finanziamenti per impostare una vera e propria città intercomunale. Ma intanto è ovvio che attualmente, con 23mila abitanti, se presenti una domanda per accedere alle risorse è una cosa; se lo fai come realtà da 150mila abitanti è un’altra. Penso che vada rivisto il discorso fatto a suo tempo da Confindustria, che peraltro non piacque durante la vecchia legislatura. Ma ritengo che l’intercomunalità sia una parte trainante per far ripartire Ceccano”.
- C’è chi sottolinea l’importanza delle filiere politiche dello stesso colore per temi cruciali come l’inquinamento.
“Bisogna avere interlocuzioni con tutti gli organi sovracomunali. Non bisogna guardare agli steccati politici. Con Regione e Provincia, ad esempio, bisogna immediatamente dialogare per tutelare l’ambiente. Nella vita non bisogna risparmiare su due cose: la salute e cultura. Se si investe in queste direzioni le cose positive per i ceccanesi arriveranno, di sicuro”.