Certosa di Trisulti, Bannon la vorrebbe ancora in suo possesso. La realtà è diversa

Sul governo del patrimonio storico, culturale e monumentale le comunità locali fanno ancora da spettatrici e il caso sovranisti è emblematico

“Ci hanno portato in tribunale sul Monastero di Trisulti perché dissero che volevamo organizzare un anti-Vaticano ma le accuse sono false e ci siamo ripresi il monastero, ci hanno solo rallentati. Da allora abbiamo costruito contatti e incredibili fonti nel Vaticano. So quel che fanno prima che lo facciano”: così Steve Bannon, l’ex stratega di Trump, nei giorni scorsi in un’intervista al Corsera.

Steve Bannon

Ma il professor Tarcisio Tarquini smentisce che i sovranisti Usa siano tornati in possesso della Certosa. “A noi risulta – spiega – che la concessione alla Fondazione “bannoniana” della gestione della Certosa sia stata annullata definitivamente dalla giustizia amministrativa per conclamata mancanza di requisiti, e non solo perché mirava a fare di quel Monumento all’accoglienza e alla fraternità, caro a tutti noi, il ricettacolo dei movimenti estremisti della destra cattolica (?) e “sovranisti” contro Papa Francesco ieri e Papa Leone XIV oggi. La verità è che il monastero di Trisulti è oggi saldamente nelle mani dello Stato Italiano e dei cittadini della Repubblica, anche grazie alla mobilitazione delle associazioni della Rete Trisulti Bene Comune”.

Il Prof. Tarquini

Tomaso Montanari protagonista il 3 giugno all’Accademia di Belle Arti

Da queste certezze che fondano su peoccupazioni comunque mai dal tutto sopite, specialmente alla luce del trumpismo dilagante, nasce l’iniziativa della Rete Trisulti Bene Comune, della Diocesi Anagni-Alatri e dell’Accademia di Belle Arti del capoluogo. L’appuntamento è per il 3 giugno a Frosinone alle ore 18.30 presso l’Accademia (Teatro – Palazzo Tiravanti). Si terrà un convegno sul ruolo delle comunità locali nel governo del patrimonio culturale: dalla Costituzione alla Convenzione Faro. Tra gli ospiti spicca il nome del professor Tomaso Montanari. Ma ci saranno anche il vescovo Spreafico, Maria Elena Catelli, Loredana Rea, Paola Rolletta, Stefania Di Marco, Loredana Finicelli, Mario Schwetz. “Il patrimonio culturale è vivo solo se condiviso – avvertono gli organizzatori -. La partecipazione delle comunità nella gestione del patrimonio culturale non è un’opzione, ma una necessità. Coinvolgere le persone rafforza il senso di appartenenza, alimenta il rispetto per la storia comune e ne favorisce la trasmissione alle future generazioni”. Anche e soprattutto dopo l’esperienza con i sovranisti statunitensi, Rete Trisulti bene Comune avverte: “Quando si parla di beni artistici, è fondamentale attivare le comunità locali: solo così si possono garantire una cura e una valorizzazione più consapevole e autentica. Spesso, infatti, una gestione centralizzata rischia di essere distante, incapace di cogliere appieno il significato di questi beni, o intrappolata in logiche burocratiche poco funzionali”.

Biglietto per entrare nel monumento nazionale ad insaputa dei locali

Tra le altre cose dalla prossima estate, per entrare alla Certosa di Trisulti, si pagherà il biglietto. “Il punto essenziale è di principio – avverte sempre il professor Tarcisio Tarquini -, l’accesso al patrimonio artistico, a un bene comune, deve essere libero e gratuito, almeno quando è in possesso dello stato. A fornire le risorse perché esso sia salvaguardato e mantenuto deve essere la Repubblica con la fiscalità generale, non con l’imposizione di un pedaggio. E del resto basterebbe l’offerta di servizi – all’interno della Certosa se ne potrebbero sviluppare numerosi – per generare risorse da reinvestire nel bene. Ci sarebbe bisogno, però, di vera managerialità imprenditoriale, di inventiva culturale, di fiducia nel protagonismo sociale, requisiti che purtroppo da noi non sembrano moneta corrente e, quando ci sia, bene accetta. Ma messe così le cose, andrà a finire – è facile prevederlo – che il ricavo della biglietteria servirà appena a finanziare l’organizzazione della stessa biglietteria”.

Da parte sua la Rete Trisulti bene Comune annota: “Purtroppo, le comunità locali hanno dovuto apprendere la cosa da qualche notizia stampa senza che nessuno si sia degnato di consultarle e neppure di notiziarle adeguatamente. Del “tavolo ministeriale”, nel quale si sarebbe potuto discutere anche di questo, non si hanno notizie. Trisulti Bene Comune continuerà a lottare contro il modo con il quale le istituzioni attualmente preposte si stanno occupando, o non occupando, di questo prezioso monumento che è, innanzitutto, patrimonio comune”. Per la serie che, Bannon o non Bannon, le comunità locali vanno messe in condizioni di pesare davvero nel governo del patrimonio culturale, artistico e storico dei territori.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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