Consorzio di Bonifica: 9 Comuni vogliono sottrarsi alle cartelle. Pochi lavori, costi pesanti

Mentre i consorziati esasperati protestano, la commissaria accelera con una società di riscossione a potenziare l'attività di incasso bollette

“I consorzi di bonifica non hanno mai effettuato interventi significativi sui Comuni da loro amministrati, per cui i contributi richiesti ai consorziati non sono assolutamente giustificati”. Per questo motivo sono 9 i Comuni che vanno dritti verso l’uscita dal perimetro di contribuenza del “Valle del Liri”. Si tratta dei centri rappresentati dai sindaci di Arce, Luigi Germani, che ha preso parte all’incontro promosso dai comitati il 5 ottobre nella sala teatro del paese, con in tasca anche la delega del primo cittadino di Pescosolido (Donato Enrico Bellisario), del sindaco di Belmonte Castello, Antonio Iannetta, del sindaco di Colfelice: Gabriella Protano, del Sindaco di San Biagio Saracinisco: Antonio Iaconelli, del Sindaco di Vallerotonda: Giovanni Di Meo e dell’Assessore di Atina: Simone Nardò con delega del primo cittadino (Pietro Francesco Maria Volante). Ok all’uscita dal perimetro di contribuenza anche da Fontechiari (Pierino Liberato Serafini) e Pontecorvo (Anselmo Rotondo) anche se non sono stati inviati amministratori all’assemblea indetta dai comitati civici.

Lucio Bove ed Elio Corsetti, promotori del Comitato Civico Arcese, hanno registrato “unanimità di consensi sulle proposte avanzate, fatta salva la riserva dell’Assessore Nardò di Atina che si è impegnato a riferirle al proprio Sindaco. Il quadro rappresentato dai Sindaci all’uditorio è stato chiaro – riferisce Bove -. Nel corso degli anni sono stati eseguiti marginali e sporadici interventi di decespugliamento di erbacce sul ciglio di qualche stradina di campagna, pulizia di qualche fosso con l’ausilio di un braccio meccanico o di un trattore con la trincia. I Sindaci hanno, infatti, confermato la validità delle delibere adottate dal proprio Comune in merito all’uscita dal perimetro di contribuenza del consorzio di appartenenza e la necessità di ottenere una risposta dagli enti preposti, anche a costo di avviare le opportune azioni legali. Hanno espresso chiaramente la volontà di non entrare nel perimetro di contribuenza del costituendo Consorzio Bonifica Lazio Sud-Est che dovrebbe nascere dalla fusione dei tre consorzi del frusinate (Valle del Liri, Conca di Sora, e a Sud di Anagni)”.

Il Comitato civico riunisce amministratori e consorziati: linea univoca

Lo sfogo di un anziano contadino (ultraottantenne), visibilmente contrariato, ha suscitato una solidarietà nella platea. “Il consorziato ha lamentato, infatti – ha sottolineato Bove -, un contributo annuale di oltre 500 euro per il fondo che lui, con notevole sacrificio, coltiva insieme alla moglie, senza ricevere dal Consorzio di Bonifica della Valle del Liri null’altro che una salata bolletta da pagare”. “Una considerazione nasce spontanea – ironizzano dal Comitato Civico -: possibile che l’agricoltura in Italia, anziché essere incoraggiata e incentivata, debba essere vessata da enti parassitari, a volte tecnicamente falliti, che continuano imperterriti a sottrarre impunemente denaro a persone che, con grande tenacia e spirito di sacrificio, continuano a lavorare dei terreni spesso poco fertili e in condizioni climatiche frequentemente avverse? Possibile che la politica dei piani alti (Regione e Parlamento) non avverta minimamente la necessità di intervenire per mettere fine a questa vergognosa situazione, indegna di un paese civile?”. Oltretutto i tre consorzi di bonifica della provincia di Frosinone restano gli ultimi a non essersi uniformati al processo di unificazione su base provinciale che è stato avviato nel 2019 dalla Regione Lazio. Persistono due direzioni: quella del Consorzio più grande, il Valle del Liri, e quella che riguarda gli altri due di Anagni e Sora. Due operatività che comportano ovviamente costi doppi, al di là dell’intento di razionalizzazione e diminuzione dei costi che, almeno sulla carta, Via Colombo voleva perseguire proprio prevedendo l’estinzione dei dieci consorzi di bonifica laziali originari con la contestuale istituzione di soli quattro nuovi enti. Manca ancora all’appello quello del Lazio Sud Est e la relazione della commissaria Sonia Ricci, presidente Anbi Lazio, già assessore regionale e rimasta al suo posto nonostante fosse stata designata dal centrosinistra e dalla giunta Zingaretti, al previsionale 2024, si limita a rinnovare l’impegno alla fusione, come del resto aveva fatto negli anni precedenti.

Due direzioni sopravvissute, fusione di là da venire e conti in affanno

Nel frattempo, il rendiconto del 2023 si è concluso con un disavanzo di oltre 7 milioni 690mila euro (incluse le operazioni di somma e sottrazione di residui attivi e passivi: 10 milioni circa i primi e 9 milioni circa i secondi). Poi nell’aprile scorso, la Regione Lazio ha concesso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica “Valle del Liri”, pari a complessivi euro 2 milioni e 500mila euro a valere sulle annualità 2024 e 2025 per contribuire a sistemare i conti traballanti dando un po’ d’ossigeno. Non è casuale se nella relazione al previsionale per l’anno in corso la commissaria Ricci avverta che “a seguito della banca dati alfanumerica e grafica si sta procedendo anche con il supporto della società di riscossione a potenziare l’attività di riscossione dei residui attivi sui ruoli di contribuenza anche con l’implementazione del personale interno dedicato a tale attività”.

Insomma siamo alla prova di forza per recuperare soldi dal recuperabile. Fermo restando che c’è l’ennesimo impegno al completamento del processo di fusione: “in particolare verrà predisposto il nuovo piano di classifica che sarà oggetto di concertazione con i Comuni e tutti gli altri stakeholder e metterà in atto tutte le ulteriori iniziative necessarie al riequilibrio economico e finanziario”. Di sicuro ci sono sempre più consorziati che a questo riequilibrio non intendono più partecipare ed i 9 Comuni che vanno verso la “secessione” dal perimetro di contribuenza la dicono lunga sul sentimento di avversione che circonda sempre più il consorzio di bonifica. Insomma dopo anni ed anni di conduzioni quanto meno superficiali, alimentate dalla politica e dalle organizzazioni di categoria poco attente ai bilanci, sono sempre più numerosi quelli che sospirano che… può anche bastare.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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