Le terapie con anticorpi monoclonali sono entrate ormai a pieno regime nel percorso di cure offerto dalla Asl di Frosinone ai pazienti della provincia. Chi può ricevere i monoclonali e come accedere alle terapie. Quello che c’è da sapere
Le persone risultate positive ad un test COVID-19, che manifestano sintomi lievi e moderati ma che sono ad alto rischio di sviluppare una forma severa della malattia, possono ricevere farmaci a base di anticorpi monoclonali. Questo è ormai noto e la terapia con anticorpi monoclonali è ormai entrata a pieno regime nel percorso di cure offerto dalla Asl di Frosinone ai pazienti della provincia.
“La prescrizione ed il trattamento devono garantire la somministrazione del prodotto il più precocemente possibile rispetto all’insorgenza dei sintomi, e comunque non oltre i dieci giorni dall’inizio degli stessi – spiegano dalla Asl di Frosinone – L’accesso ai farmaci a base di anticorpi monoclonali avviene dopo una valutazione medica, a cura dei medici di famiglia oppure dei medici delle USCAR (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale). In alternativa, i pazienti risultati positivi ad un test COVID-19 e con sintomi lievi-moderati, possono contattare individualmente il numero verde 800118800 in carico ad ARES 118. In caso di indicazione medica all’uso dei farmaci monoclonali, i pazienti saranno indirizzati alle strutture abilitate alla somministrazione”.
Ma cosa sono gli anticorpi monoclonali? Gli anticorpi monoclonali sono proteine in grado di riconoscere, legare e neutralizzare in maniera SPECIFICA e SELETTIVA un determinato recettore proteico sito sulla cella superficie delle cellule bersaglio. Nel caso dell’infezione da SARS- CoV-2, gli anticorpi monoclonali (NABS) legano selettivamente la proteina spike presente sulle cellule infettate, impedendo l’ingresso del virus SARS-CoV-2 e l’attivazione della risposta immunitaria a cascata (tempesta citochimica) che in una buona percentuale di casi, soprattutto in pazienti con comorbidità, può portare all’insufficienza respiratoria grave fino al ricovero in Terapia Intensiva. L’utilizzo dei monoclonali trova pertanto indicazione nelle fasi precocissime dell’infezione in quei pazienti con COMOBIDITÀ come indicato nel’Allegato A2 della scheda AIFA Regionale.
Per accedere al trattamento con gli anticorpi monoclonali il paziente deve essere contagiato, ma ancora nelle prime fasi della malattia e presentare condizioni di criticità che potrebbero portare a rapidi peggioramenti. Secondo le indicazioni AIFA, lo spettro delle patologie ritenute a rischio di progressione sono: diabete scompensato, ipertensione arteriosa con danno d’organo, immunodeficienze, dialisi, trapiantati, obesi (BMI> 30), età> 65 anni, bronchite cronica riacutizzata, cardiopatia etc. Il tempo più ragionevole per la loro somministrazione è di 48-72 ore, fino ad arrivare a 7 max 10 giorni. Trascorso tale periodo tale somministrazione risulta inutile ed il paziente potrebbe evolvere verso l’insufficienza respiratoria.
Per tale motivo, la richiesta di questa terapia, deve avvenire soprattutto dal territorio ed in particolare ai Medici di Medicina Generale (oltre che dalle USCAR e dai Pronto Soccorso). Questo perchè il Medico di Medicina Generale è senz’altro il primo a venire a conoscenza della positività dei suoi assistiti ed a conoscere la sua storia clinica, per cui riesce più di ogni altro ad individuare i soggetti a rischio di progressione di malattia, a causa delle comorbidità.