Elezione di Luca Di Stefano all’Ance, tra auguri e polemiche

I consiglieri provinciali della Lega e di FdI, Amata, Pizzuti, Ambrosetti e Furtivo, ritengono fantasiosa la ricostruzione di Quadrini

“Rivolgiamo per ora i migliori auguri a Luca Di Stefano per la nomina a vicepresidente dell’Unione Province del Lazio, allo stesso tempo cogliamo l’occasione per chiarire alcune ricostruzioni sul voto a Palazzo Valentini che definire fantasiose è generoso: diremmo piuttosto che si tratta di cronache farlocche e soprattutto volutamente pretestuose”. Lo dichiarano i consiglieri provinciali della Lega e di FdI Andrea Amata, Giuseppe Pizzuti, Riccardo Ambrosetti e Stefania Furtivo.  

“Il gruppo della Lega e di FDI non ha votato contro il presidente Di Stefano. Nemmeno sapevamo della sua intenzione di candidarsi alla vicepresidenza. Era stato annunciato un incontro con tutti i consiglieri provinciali, ma poi non si è tenuto. Il nostro non ostracismo a Di Stefano, tra l’altro, è dimostrato dal fatto che non abbiamo votato altro nominativo, semplicemente ci siamo astenuti per rispetto a un’idea di politica basata sul confronto e sulla condivisione. Se fossero stati applicati questi due principi di buon senso, forse Di Stefano poteva aspirare anche alla presidenza. A meno che non si sia voluto agire deliberatamente a fari spenti perché contestualmente all’elezione del presidente e del vicepresidente, si è modificato anche lo statuto che permette di delegare i consiglieri a rappresentare i presidenti di Provincia nel direttivo, forse il vero obiettivo di chi da ieri canta vittoria, infischiandosene che si è persa comunque un’occasione”. 

“Quello che stona in tutta questa vicenda però, anzi che sta stonando da tempo – continuano i consiglieri – è il fatto che ricostruzioni e interpretazioni farlocche dei fatti arrivano sempre dallo stesso personaggio, Gianluca Quadrini, affetto da bulimia mediatica, per la quale tutti noi gli siamo solidali, ma che andrebbe quanto meno curata perché la politica ha bisogno di chiarezza e rispetto della verità. E non può essere certamente lui a spiegare la linea di azione di partiti ai quali nemmeno appartiene. Certo, già definirsi presidente del consiglio provinciale, carica che non esiste nella legge 56, è molto più semplicemente un coordinatore dei lavori d’aula, non aiuta. Anzi, aggiunge confusione alla realtà e forse non fa bene nemmeno a quella necessità della politica di riacquisire credibilità e autorevolezza. Una volta avevamo degli amici che si facevano chiamare “capo chierichetto”, ma eravamo ragazzi e soprattutto lo facevano per scherzo. In questo caso invece è il contrario”.

“Siccome non è la prima volta che accade – concludono – ci sentiamo di rivolgere un consiglio a Luca Di Stefano e ai colleghi consiglieri più vicini al presidente: questo modo di veicolare la realtà certamente non fa bene all’amministrazione provinciale, non fa bene al nostro territorio e non aiuta un ente di secondo livello ad affrontare con la dovuta serenità i problemi che ci sono. A certi comportamenti va messo un freno. Esiste un ufficio stampa della Provincia, lo si faccia operare quando bisogna portare all’esterno la posizione dell’Ente. Quanto a Quadrini, per soddisfare la sua esigenza di comunicare a tutti i costi, considerato che si occupa anche di previsioni meteo, ci faccia il piacere: ci illumini. Ci sono le vacanze pasquali, poi il ponte del 25 aprile, quello del 1 maggio. Si dedichi a questo, farà meno danni e forse un servizio più utile alla collettività”.

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