È nei dettagli che si nasconde il diavolo. E il demonio per FdI e Fi, come sempre, si cela tra i centristi. Perché uno dei momenti di maggiore tensione del vertice di centrodestra, poco raccontato, è stata l’estenuante trattativa con i cosiddetti moderati di centrodestra.
Al termine del summit nazionale di ieri, a meno di ulteriori colpi di scena, è stato stabilito che su un totale di 221 collegi uninominali tra Camera e Senato, 98 saranno appannaggio di Fratelli d’Italia. Il movimento della Meloni dovrà farsi carico anche degli 11 posti riservati a Noi con l’Italia e Coraggio Italia. All’Udc, invece, ci dovrà pensare Forza Italia con i suoi 42 posti. Maggiormente soddisfatta la Lega che, visto il calo dei consensi, porta a casa 70 collegi. L’intesa siglata prevede che a indicare al presidente della Repubblica il premier sia il partito che prenderà più voti nella coalizione. In pratica la stessa regola del 2018, come auspicato da Giorgia Meloni.

Sul tavolo della discussione è finita anche la fotografia scattata dall’Istituto Cattaneo, dove emerge un’Italia quasi tutta blu e poco rossa. La simulazione tiene conto dei risultati di sondaggi più recenti. Ma stando ad alcuni analisti, per leggere correttamente i dati, vanno considerate le due assunzioni fatte dallo stesso Istituto: la prima prevede che la coalizione di centrosinistra includa tutte le forze politiche in qualche modo vicine al Partito democratico (Italia viva, Azione, Verdi, Sinistra, Insieme per Il futuro), ma non il Movimento 5 Stelle: un’ipotesi probabile, ma che non è detto si verifichi. La seconda presume che la distribuzione territoriale dei consensi rifletta quella registrata alle europee del 2019, quando la Lega portò a casa il 34 per cento, seguita dal Partito Democratico con il 23 per cento e Fratelli d’Italia ottenne il 6 per cento. Ma da allora le cose sono cambiate.

Il centrosinistra, dunque, potrebbe davvero rischiare il ‘cappotto’. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Perché a destra sta già andando in scena una guerra fratricida per l’accaparramento dei cosiddetti collegi blindati. A cominciare dalla Ciociaria, dove a darsi battaglia sono in tanti. E tra Nicola Ottaviani, Massimo Ruspandini, Francesca Gerardi e Mario Abbruzzese, non è detto che non spunti anche il nome di Fabio Tagliaferri, in virtù del suo rapporto con Giorgia Meloni.