Forza Italia, i ciociari “rimasti a guardare” ora dubitano della strategia-Fazzone

Il riassetto di posti di potere chiesto dagli azzurri al presidente Rocca, si sta materializzando trascurando il ruolo della nostra provincia

L’impressione dei forzisti ciociari è che le “scosse di assestamento” in corso tra il governatore Francesco Rocca ed il coordinatore regionale di Forza Italia, Claudio Fazzone, stiano finendo con l’ignorare del tutto gli azzurri della provincia di Frosinone. Che restano a guardare, non senza stupore, quelli che si profilano come i risultati pratici di un braccio di ferro clamoroso, finito su tutti i media nelle scorse settimane, che portò i forzisti ad assentarsi dal consiglio regionale convocato per approvare un documento finanziario ed a finire all’opposizione di una città capoluogo, non certo secondaria, qual è Frosinone.

Veniamo alle manovre in atto. Proprio il 20 agosto, su proposta dell’assessore al Bilancio Giancarlo Righini, il presidente Rocca ha firmato il decreto col quale sono stati nominati il nuovo presidente dell’azienda consortile di trasporti regionali Cotral e i nuovi membri del consiglio di amministrazione. Manolo Cipolla, attuale assessore all’urbanistica del Comune di Palombara Sabina e manager delle Ferrovie dello Stato, ricoprirà la massima carica mentre Barbara Mannucci, ex parlamentare del Popolo della Libertà e moglie dell’azzurro Enrico Cavallari, e Maria Beatrice Scibetta, candidata non eletta alle ultime regionali nella lista civica di Rocca, siederanno nel Cda. Le nuove nomine avranno una durata di tre anni, il compenso per il cda è fissato a un massimo di 240mila euro annui. Cipolla percepirà 153.517 euro lordi, mentre le consigliere riceveranno 31.500 euro lordi ciascuna. La notizia è comparsa sul Burl del 20 agosto ma l’atto di nomina risale al 6 agosto. Un ritardo nell’ufficializzare le scelte che ha destato qualche sospetto nei commentatori politici. Ma il risultato è: 3 posti e 0 ciociari.

Le posizioni al Cotral ed a Lazio Disco lasciano fuori i frusinati

Altra finestra di opportunità è quella relativa ai vertici di Lazio Disco, nominati con decreto dal presidente del consiglio regionale, Antonello Aurigemma, il 9 agosto scorso. L’ente si occupa di diritto allo studio, borse di studio, mense e residenze universitarie, offre servizi e opportunità per lo sviluppo personale dei cittadini come Porta Futuro Lazio, Officina Pasolini e Hub culturali. L’attuale presidente, Giorgio Ciardi, designato da Fratelli d’Italia, è ormai a fine mandato. Al suo posto si insedierà Simone Foglio, vice coordinatore vicario di Forza Italia ed ex consigliere municipale, considerato un vicinissimo di Antonio Tajani. Nel cda entrerà anche la forzista pontina Cinzia Romano, considerata tra i fedeli al coordinatore Fazzone, insieme all’ex sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi (in quota Pd) ed a Vittorio Rosati (presidente Opes Lazio). Risultato: 4 posti, 1 ciociaro Pd e zero ciociari forzisti.

“Siamo usciti a pezzi da questa operazione”, confida un esponente azzurro della provincia. “A livello nazionale si sapeva che gli assetti della giunta regionale del Lazio non potevano essere toccati. Ma noi siamo arrivati a bloccare consiglio e giunta regionale per far cosa?”, si chiede polemicamente sconsolato. Perché, viste da Frosinone, le operazioni in corso – che secondo le prima indiscrezioni avrebbero dovuto portare in esecutivo anche nomi come quelli di Quadrini e Chiusaroli – si sono ridotte a ben poco. Quanto alle deleghe assessorili vere e proprie – dopo la constatazione che fare i 4 vicesottosegretari, per ampliare la disponibilità di posizioni, era una strada impraticabile visto il lungo iter da seguire passando attraverso la modifica dello statuto regionale – Rocca sta meditando su una redistribuzione di quelle già assegnate. Le indiscrezioni parlano della possibilità che Elena Palazzo (FdI) possa rinunciare allo Sport, Simona Baldassarre (Lega) lascerebbe la Cultura e il presidente Rocca passerebbe la mano della Protezione Civile. Verrebbero, a questo punto, attribuite a Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni, rafforzando i due assessori di Forza Italia. La partita dovrebbe chiudersi definitivamente con l’arrivo dell’autunno con – anche qui – zero azzurri ciociari coinvolti

Il futuro forzista al Centro ma pur sempre collegato alla Destra

Forza Italia pare concentrata sulla ricostruzione di un Centro che parta dal progetto politico di Antonio Tajani, le cui possibilità di aggregazione nell’area che include Azione e Italia Viva sono direttamente collegate al doppio fallimento politico di Renzi e di Calenda, che pur avevano puntato al cosiddetto “Terzo polo”. Ma il loro progetto è finito male non solo per le diatribe continue tra i due leader ma perchè sacrificato – secondo gli analisti – sull’altare di un eccessivo tatticismo e cinismo. Fatto sta che l’occasione del nuovo Centro adesso sta tutta nelle mani di Tajani che, però, non intende staccarsi dal centrodestra. Perché ritiene innaturale, oltre che poco credibile, un’alleanza con la sinistra di Elly Schlein, con quella ritenuta fondamentalista di Fratoianni e Bonelli e con l’ala populista del Movimento 5 Stelle. Anche queste prospettive, lette da Frosinone, sanciscono il fallimento locale delle ultime scelte regionali e nazionali del loro partito. Non solo. La rottura con l’assessore comunale al Bilancio, Adriano Piacentini, potrebbe, secondo i più maliziosi, aver anzi significato anche un disimpegno a Frosinone utile a garantire ulteriori posizioni a livello regionale. Se fosse vero che l’effetto negativo della manovra di Fazzone venga alla fine scaricato tutto su Cirillo, Scaccia, Chiusaroli e Quadrini, per i ciociari ci sarebbe molto da riflettere. Oltre al danno, insomma, anche la beffa. Ma seguiremo le evoluzioni.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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