Frosinone, il centrosinistra in cerca di una cura per ferite aperte dal 2012 e mai rimarginate

Comune capoluogo, tutti concentrati sulle fibrillazioni della maggioranza Mastrangeli ma il centrosinistra ed il Pd stanno davvero peggio

Il dibattito sul Brt approda in Consiglio comunale dopo la richiesta dei nove consiglieri comunali (4 del centrosinistra: Angelo Pizzutelli, Norberto Venturi, Vincenzo Iacovissi e Fabrizio Cristofari che si sono aggiunti al “gruppo dei cinque” del centrodestra: Pasquale Cirillo, Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone, Maurizio Scaccia). Sul bus rapid transit il sindaco ha convocato una seduta speciale, aperta alla cittadinanza (si terrà, come già riferito, alle 10,30 del 31 luglio). Ma che tipo di alleanza è quella che ha firmato congiuntamente l’istanza di discussione consiliare? E, soprattutto, il centrosinistra riuscirà a utilizzare l’argomento amministrativo per rimettere insieme qualche coccio del passato?

Gruppo dei Cinque e consiglieri di Pd e Psi: le strade restano separate

Quanto alla prima domanda, sembra emergere con nettezza come il “gruppo dei cinque” giochi una partita solo superficialmente amministrativa ma nella sostanza molto politica, essendo tesa tutta a contrastare la conduzione, considerata eccessivamente invasiva, da parte della Lega di Nicola Ottaviani, al di là delle critiche avanzate nei confronti del sindaco Mastrangeli per questioni attinenti principalmente al mancato coinvolgimento dei consiglieri e della cittadinanza sull’attuazione del progetto Brt. Fratelli d’Italia resta a giocare il ruolo di principale partito di maggioranza, è tranquilla al governo della Regione e proprio per questo segue pediassequamente le direttive romane sulle alleanze: lì sta, nonostante la posizione sempre più distinta, Sergio Crescenzi (quest’ultimo ha iniziato a muoversi con la delega ai servizi cimiteriali riunendo le agenzie di pompe funebri sulla questione forno crematorio). Forza Italia (Cirillo e Scaccia), gli ex lista Mastrangeli (Pizzutelli e Mirabella) e il leghista Bortone puntano ad incidere politicamente nella coalizione di centrodestra al di là ed oltre la vicenda Brt. Ecco perché, almeno per il momento, non sembra possano convergere le strade dei cinque e quelle dei tre esponenti Pd e del Psi Iacovissi. Quindi, alleanze vere non se ne vedono se non un piccolo tratto percorso insieme per trarre benefici politici da un tema di stretta attualità.

Tre consiliature iniziate con insuccessi elettorali ed un tunnel senza fine

Anzi proprio le nove firme sul Brt evidenziano come se da una parte il quadro dei sostenitori di Mastrangeli appare in qualche misura cristallizzato, col gruppo di Cirillo, Pizzutelli e colleghi che marcia compatto, con approccio critico ma non troppo, confermando l’appoggio esterno, la minoranza resta frantumata e di là dal trovare convergenze anche nella prospettiva di medio termine tesa all’individuazione di un futuro candidato sindaco. E siamo al punto: il Pd ed il centrosinistra, che vengono da una stagione di insuccessi elettorali e di veleni intestini, non sembrano voler risalire la china. Anche e soprattutto perché non si vede chi voglia seriamente mettere mano ad una autentica ricomposizione fra le varie anime dello schieramento. Considerato oltretutto che le segreterie di partito con sconcertante evidenza non riescono più a svolgere il compito di dare un indirizzo politico, amministativo e di coesione.

Quella lettera di Marzi a Marini pesa ancora oggi, incredibile ma vero

Fatto sta che sono trascorse tre consiliature in cui nel centrosinistra non si è riusciti a mettere su una programmazione sulla figura del candidato sindaco, a definire una piattaforma programmatica alternativa ai governi di centrodestra ed a delimitare una coalizione in grado di puntare alla vittoria. Le fratture risalgono al 2012, quando il centrosinistra si divise sulla rielezione di Michele Marini. Pesa ancora quella lettera dell’ex sindaco Marzi (che nel 2009 aveva concorso alla Provincia per l’Udc) al suo successore, in cui chiese al sindaco uscente, in maniera secca e brusca, di “rovistare tra le tue cose più care. Lì forse troverai il tuo badge di impie­gato al Ministero”. La sconfitta del 2017 di Fabrizio Cristofari avvenne direttamente al primo turno, senza neppure la possibilità di una sfida di ballottaggio. L’Ottaviani bis fu acclamato dal 59,38% degli elettori, prima dell’attuale deputato leghista era riuscito al primo turno solo a Michele Marini. Appunto. Poi, nel 2022, Marzi venne scelto in zona Cesarini, dopo che Nicola Zingaretti ed una consistente ala dem fecero desistere Francesco De Angelis dalla determinazione a favore di Mauro Vicano. Un altro naufragio elettorale fu la logica conseguenza di una simile strategia confusionaria e approssimativa, a prescindere dai meriti e demeriti dei singoli protagonisti.

Un giovane segretario cittadino dem ed una guerra interna congressuale

Così oggi un giovane e neoeletto segretario cittadino del Pd, Marco Tallini, non ha certo la possibilità (e neppure la voglia probabilmente) di tentare di scrivere una storia diversa per il pd ed il centrosinistra alle prese con la prospettiva della prossima tornata amministrativa per Palazzo Munari. Anzi il panorama si è complicato. Sicuramente Francesco De Angelis resta l’uomo forte e di riferimento dei dem, ma si è consumato anche l’allontanamento della consigliera regionale Sara Battisti e del segretario di federazione Luca Fantini, circostanza che complica le cose. Perché di fatto il Pd della città di Frosinone è inesistente dal 2012, dai tempi di Michele Marini sindaco. Non sembra avere più un’identità definita sui problemi e sulle prospettive del capoluogo. Il rapporto con il Psi di Gian Franco Schietroma è rimasto quello distinto e separato noto a tutti. De Angelis e compagni hanno aperto un’altra competizione interna che sancirà la loro supremazia al congresso. Angelo Pizzutelli – il più vicino in Consiglio comunale a De Angelis – nonostante i suoi voti si trova messo da parte pur apparendo quale naturale candidato sindaco per le esperienze amministative accumulate. Fabrizio Cristofari è altrettanto deangelisiano ma la sua prova decisiva ce l’ha ormai dietro le spalle. Norberto Venturi, fedele al partito, è battitore libero rispetto alle correnti: per questo dialoga con De Angelis, non disdegna il confronto con Battisti ed intrattiene una solida amicizia con Francesco Brighindi. Senza contare come nella segreteria cittadina resti attivo l’ex consigliere comunale Stefano Pizzutelli che non ha mai nascosto le sue aspirazioni.

Anche Papetti e Turriziani nella partita della possibile ricomposizione

Un altro tesserato Pd è Armando Papetti, nelle fila della lista Marzi. Mentre l’ex sindaco Domenico non ha rinnovato la sua, considerandosi non allineato politicamente ad Elly Schlein. Andrea Turriziani è un ex iscritto Pd che è stato eletto in consiglio con la lista Marini che è ufficialmente collocata al centro. Il resto dell’opposizione consiliare o è afferente direttamente al centrodestra o è di chiara derivazione dalla maggioranza consiliare. Insomma Pd e centrosinistra avrebbero delle mappe da ridisegnare e da riconnettere. Manca un “cartografo” capace di disegnare una linea di congiunzione tra consiglieri comunali, partiti e sostenitori per poi evidenziare una compagine che sfidi il centrodestra e l’astensionismo con una propria forte identità, fondata sul presente e sul futuro della città. Chi si fa avanti?

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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