Ma insomma, qua con quest’anatra zoppa appoggiata alla Lista Marzi non va proprio: bisogna prima di tutto far rientrare Forza Italia in maggioranza. Fratelli d’Italia ridiscuta tutto sulla giunta e poi, quanto agli assessorati che verranno, c’è un problema di qualità delle deleghe attribuite al nostro partito. L’onorevole Aldo Mattia ha di fatto indirizzato la riunione del direttivo di FdI Frosinone di venerdì sera, monopolizzandola con le sue due obiezioni di fondo e ottenendo una conta conclusasi con un 5 a 6: 5 i membri che – lui compreso – hanno abbandonato la riunione dopo una ventina di minuti di scambi. Invece 6 i membri – vicini a Gruppo Consiliare e Fabio Tagliaferri -, rimasti al loro posto prima che alla assessora e presidente di Circolo, Alessia Turriziani, non restasse altro da fare che dichiarare conclusa l’adunanza. Eppure Turriziani ha cercato di spiegare che la discussione col sindaco sul da farsi per il futuro della maggioranza consiliare, sia in termini politici che amministrativi, è ormai in mano ai livelli regionali del partito: Paolo Trancassini, segretario FdI Lazio, sta discutendo del caso Frosinone col coordinatore della Lega Davide Bordoni e con l’omologo azzurro, Claudio Fazzone. Aveva concluso, la presidente di Circolo che, visto anche il periodo di vacanze, sarebbe stato saggio attendere almeno settembre per prendere definitivamente di petto la situazione.
Il deputato: chiamare ad un confronto Forza Italia, Lega e Lista Mastrangeli
Ma l’onorevole Mattia era ormai partito lungo la sua direttrice, con tanto di menzione del ruolo di parlamentare che, comunque, gli attribuirebbe un peso significativo quando si tratta di assumere decisioni sul da farsi nel partito. Vediamo nel dettaglio la posizione del parlamentare. Secondo le indiscrezioni circolate, l’ex direttore Coldiretti ha affermato che bisogna lavorare richiamando ad un confronto Forza Italia, ma anche Lega e Lista Mastrangeli facendo un discorso di fine legislatura con la perimetrazione di una maggioranza vera e reale. Impossibile, infatti, andare avanti con una amministrazione tenuta in piedi da stampelle non del centrodestra ma, addirittura, facenti parte dell’area originaria dell’opposizione. Come non può proseguire l’andazzo – ha aggiunto Mattia – di fare i conti col pallottoliere per tenere in piedi una seduta di Consiglio comunale e di fare la corsa ad ostacoli per riprendere consiglieri che vanno a farsi il bagno o vorrebbero restarsene a casa. Quanto alla giunta da azzerare e ricostruire, il deputato ha sostenuto che non c’è un probelma di numeri o posti: se l’amministrazione è questa non ci interessa proprio prendervi parte ma, se si cambia, va posto il tema della qualità delle deleghe da assegnare al partito più importante.
Dopo lo scontro fra i “Fratelli” frusinati, informati Trancassini e Arianna Meloni
Ora non s’è capito se quella di Mattia sia stata solo una strategia finalizzata a evidenziare i rapporti di forza nel parlamentino cittadino dei meloniani o a cosa punti – molti guardano direttamente alle candidature a primo cittadino per le prossime comunali – ma di sicuro il confronto interno ha avuto eco talmente forte che è stato subito riferito sia a Trancassini che ad Arianna Meloni. Vedremo le evoluzioni e soprattutto se ci saranno ripercussioni sulla tenuta del gruppo consiliare. Dei 5 consiglieri (più Andrea Turriziani) sicuramente Sergio Crescenzi è quello vicino a Mattia e proprio Crescenzi non ha mai fatto mistero di puntare ad un assessorato. Cointeressato all’eventuale operazione è un attivista molto noto come Franco Napoli che, essendo il primo dei non eletti, se il rimpasto andasse in porto, potrebbe fare il suo ingresso a Palazzo Munari. Ma potrebbero entrambi rimaner delusi se Mattia dovesse guardare, nell’ipotesi di azzeramento dell’esecutivo e di conseguenti cambi, all’imprenditore Armando Simoni (con la benedizione di Massimo Ruspandini).
Il sindaco impone il divieto di vacanza per il 31 luglio: priorità all’assestamento
Non ha fatto a tempo a chiudersi l’incontro dei “Fratelli” che è iniziata la riunione di maggioranza convocata dal sindaco Riccardo Mastrangeli per serrare le fila superstiti della sua coalizione. Il presidente del Consiglio comunale, Max Tagliaferri, dopo le note polemiche sollevate dall’opposizione, continua a spedire inviti alle riunioni del Consiglio comunale in prima convocazione anche se esponenti della maggioranza (FdI e Lista per Frosinone) hanno chiesto che si riesamini la seconda convocazione. Però anche la seduta del 31 luglio sull’assestamento di Bilancio – inizio ore 19 – sarà in prima convocazione, sollecitando la presenza di una maggioranza qualificata quando l’alleanza che sostiene il primo cittadino arriva ormai in tutto a quota 16 e almeno l’astensione della Lista Marzi diventa indispensabile in non poche circostanze. Fatto sta che Mastrangeli – per l’assestamento di bilancio, adempimento importante appena un po’ meno di consuntivo e rendiconto – ha chiesto di cancellare vacanze o comunque di assicurare la presenza in aula a tutti. E il segnale da Defcon 1, a quanto sembra, è stato recepito con qualcuno che ha dovuto spostare prenotazioni in strutture ricettive o comunque assicurare che tornerà dalla vacanza per il tempo necessario all’espletamento della seduta consiliare.

Il partito che campa alla giornata e le incognite sul futuro ritorno alle urne
La spaccatura del direttivo di Fratelli d’Italia non è un buon segnale perché allontana il partito dal gruppo consiliare ma non lo è neppure quello di una maggioranza che sembra non voler porre rimedio alla sua fragilità e rinvia il rilancio dell’attività amministrativa e, quindi, un programma che unisca tutte le forze politiche e civiche del centrodestra, sulle cose da fare per l’ultima parte della legislatura. Il gruppo di quelli che preferiscono campare alla giornata sembra ancora numeroso. Del resto dall’opposizione di centrosinistra non arriva alcun segnale che possa – anche solo in prospettiva – intimorire gli attuali timonieri comunali. Anche se la cautela imporrebbe di correre ai ripari adesso che si può: perché ci si potrebbe trovare inaspettatamente in ritardo nel caso in cui il futuro si prospettasse diverso rispetto a quello che può apparire politicamente oggi.