Frosinone, primo disco verde per il Polo logistico da mille posti di lavoro. Marzi disinnesca le “mine” piazzate dagli ex della maggioranza

Il dibattito consiliare tra criticità sul parco Escass da 203mila mq, 2 milioni e mezzo di volumetria e mille posti di lavoro

L’approvazione di quella delibera “non è suscettibile di alcuna azione di risarcimento e neanche di responsabilità contabile”. Con queste parole scandite al momento opportuno del dibattito consiliare, l’ex sindaco Domenico Marzi ha in pratica neutralizzato le “mine” sistemate lungo il cammino dell’atto di indirizzo per la promozione di un accordo di programma per il polo della logistica in via Selva dei Muli, proposto dalla società Escass.

Il sindaco Riccardo Mastrangeli a quel punto ha potuto di nuovo contare sui 17 voti della sua residua maggioranza per approvare definitivamente un passaggio che apre all’iniziativa imprenditoriale la strada per i definitivi via libera regionali, prima della realizzazione vera e propria dell’intervento. Eppure l’esordio del confronto non deponeva bene per il primo cittadino viste le obiezioni ficcanti e motivate sollevate dal consigliere comunale Anselmo Pizzutelli, sostenuto, nella richiesta di rinvio per approfondimento della pratica, anche dal forzista Pasquale Cirillo. Senza contare gli affondi durissimi messi a segno dalla presidente della commissione Urbanistica Maria Antonietta Mirabella e dai dottori Teresa Petricca e Giovambattsta Martino, che hanno passato in rassegna le obiezioni sull’impatto ambientale, dall’inquinamento atmosferico all’incidenza del traffico dei mezzi pesanti, dalle criticità sollevate dai comitati dei cittadini fino al bilancio effettivo costi-benefici fatto guardando all’interesse dei cittadini del capoluogo.

Un polo da 203mila mq con 2,5 milioni di volumetrie e mille nuovi posti di lavoro

Ma vediamo prima di tutto a cosa si riferisce il ‘disco verde’ esposto ieri sera da Palazzo Munari: parliamo della realizzazione di un parco logistico di rilievo sovracomunale per una superficie utile lorda di oltre 203mila metri quadrati, suddivisi tra due grandi edifici rispettivamente di 110mila e 93mila metri quadrati oltre al “truck village” e ai servizi connessi per una superficie di altri 3.350 metri quadri con una previsione, ai fini occupazionali, di oltre mille assunzioni. Non vi saranno opere di urbanizzazione a scomputo per cui il privato pagherà il dovuto al Comune capoluogo ed in più si impegna ad effettuare le opere di urbanizzazione dell’intera area. In particolare: un asse viario di collegamento tra Via Selvotta e Via A. Vona (ora Via Antonello da Messina) su un tracciato parzialmente esistente, parallelo al fosso “Cenicia” e passante sotto la sede autostradale. Ci saranno poi l’adeguamento per il nuovo innesto della rotatoria di “Tomacella” (incrocio tra via Morolense e via A. Vona); la costruzione di due rotatorie su via Selvotta, una in prossimità dell’incrocio tra via Selvotta e via Antonio Da Messina (Ponte del Cenicia) e l’altra in prossimità dell’incrocio tra via Selvotta e via Selva dei Muli; e la realizzazione di una bretella di ricucitura tra via Selvotta e strada vicinale Le Stazze. Uno schema viario che di fatto prevede un collegamento diretto e ampio per i mezzi pesanti tra polo logistico e casello A1 di Ferentino ed una viabilità secondaria a sud, verso la città, dedicata per lo più al traffico dei furgoni. Obiettivo scaricare le tensioni dei flussi dalla Monti Lepini e dalle altre arterie del quadrante, nonostante l’incremento delle movimentazioni legate a tir e furgoni diretti o provenienti dal polo di Selva dei Muli. Questo nelle intenzioni dei proponenti e dopo il confronto avvenuto tra Escass e Comune: l’ente ha avanzato proprie richieste di opere compensative che sono state recepite dalla società. In particolare in zona Selva dei Muli asfaltatura del manto stradale con marciapiedi e illuminazione, in zona Madonna delle Rose marciapiedi, in zona Selva Casarino marciapiedi, accesso al pubblico concesso all’area privata da dedicare a guardino davanti al polo.

Anselmo Pizzutelli denuncia: carente l’istruttoria della delibera. Cirillo: rinviamo tutto

Venendo alla cronaca del Consiglio, Anselmo Pizzutelli ad inizio discussione chiede la parola per una questione pregiudiziale e denuncia la carenza nell’istruttoria della delibera che viene sottoposta al Consiglio. “Vero che si tratta di intervento urbanistico ma manca il parere tecnico del dirigete Lavori pubblici. Nella delibera l’operatore economico intende intervenire su una strada oggetto di finanziamento non rendicontato che faceva parte dei Patti territoriali. Un finanziamento mai chiuso. Qualcuno dovrà dire se è possibile intervenire su una strada senza andare a creare un eventuale danno economico alle casse comunali, perché potrebbe comportare la restituzione del finanziamento stesso, la parte non spesa o l’intero finanziamento, in quanto non rendicontato. Qualcuno dovrebbe dirci che non c’è questo rischio”. La preoccupazione finisce, inevitabilmente, per creare incertezze nella stessa maggioranza.

Di lì a breve Pasquale Cirillo solleva la questione della sospensiva: “Ravviso la necessità di ulteriori approfondimenti della delibera e chiedo che venga ritirata e rinviata ad altra seduta”. Il sindaco Mastrangeli replica subito e cerca di arginare l’offensiva: “Il Consiglio non è chiamato ad approvare definitivamente la variante urbanistica – precisa – ma a dire ‘sì’ ad un atto di indirizzo con autorizzazione alla sottoscrizione dell’accordo di programma e avvio della procedura Paur”. Ricorda l’entità delle opere di urbanizzazione, sottolinea la non scomputabilità degli oneri di urbanizzazione relativi ad interventi di trasformazione previsti nell’ambito dell’agglomerato industriale, oltre al valore indubbio dei mille nuovi posti di lavoro.

Mirabella: urge una valutazione responsabile. Petricca: nessuna mitigazione ambientale

La presidente Mirabella ricorda: “Siamo qui per confrontarci su un tema di grande rilevanza. La commissione urbanistica ha dedicato un impegno costante e approfondito all’analisi del progetto. Siamo consapevoli dell’opportunità che potrebbe comportare ma anche delle responsabilità nel valutarne attentamente ogni aspetto. Ascoltando le associazioni sono emerse criticità importanti: l’aumento del traffico veicolare dei mezzi pesanti, nonostante la prevista realizzazione della strada di collegamento con A1 Ferentino, il non adeguato sbocco sulla Monti Lepini, aggravando la situazione di via Selvotta e di via Madonna delle Rose. A fronte di un consistente consumo di suolo le compensazioni in termini di verde e servizi pubblici sono inadeguate. Il progetto Escass, pur importante non può essere valutato solo in termini di impatto economico, va esaminato prendendo più tempo, valutando ogni aspetto tecnico, ambientale e sociale”. Teresa Petriccca parte dall’imponenza dell’intervento edilizio da 2,5 milioni di metricubi. Sull’impatto in termini di traffico, la consigliera chiede uno studio Put che promuova la mobilità sostenibile; denuncia l’inquinamento ambientale destinato a peggiorare sensibilmente con l’incremento dei mezzi pesanti. Sulla questione ambientale, “il progetto non presenta ad oggi valutazioni e non propone misure di mitigazione”.

Martino: ci sono criticità occultate. La strada venduta a prezzi stracciati

C’è quindi Giovambattista Martino che parla di “criticità che ci sono e sono artatamente occultate. La cosa che deve far pensare è che si sono disfatti di una strada comunale, patrimonio comune, ad un prezzo inferiore rispetto a quello che la Escass ha pagato ai privati nell’acquisizione del terreno. Pure un bambino comprende che la Escass ha comprato a 27 euro a metro quadro quando l’indice di edificabilità era 2, mentre il Comune l’ha ceduta a 26 euro a metro quadro, quando l’indice di edificabilità era quasi triplicato. E’ di tutta evidenza che un terreno che ha quasi il triplo di edificabilità vale molto di più rispetto ad un terreno con bassa edificabilità. A nulla conta che abbiano chiesto all’Agenzia delle Entrate se il prezzo è congruo: non è problema di calcoli ragionieristici ma del segnale politico che deve arrivare quando si ha a cuore il bene della comunità. Qual è il messaggio che passa se non siamo attenti ai nostri beni ed ai nostri cittadini ed a nostri valori?”.

L’ex sindaco: io come De Luca. Libero e attento solo agli interessi della collettività

Domenico Marzi usa il suo equilibrio e prestigio professionale e personale per riportare la gestione della pratica sotto il controllo della maggioranza: “Abbiamo assistito ad un dibattito animato e molto interessante dal quale emergono spunti positivi. L’attività in commissione, presidente Mirabella, è stata puntuale. L’argomento è stato approfondito e sono stati ascoltati comitati civici e Legambiente”. Ma poi ricorda una regola aurea del responsabile istituzionale: “Quando si amministra non si deve perdere un giorno”. E ricorda come Frosinone abbia perso anni, come nel caso della “buffonata” dell’interporto servita solo a pagare le indennità a qualche presidente ed i suoi viaggi. Ma anche per la vicenda dell’ex Permaflex, con un’area di prestigio assoluto, rimasta dal 1999 nelle condizioni di inutilizzo ai fini produttivi ed occupazionali. “In questa situazione parliamo di logistica quando altre città sono state capaci, da Colleferro a Paliano, di attrarre investimenti da anni come nel caso di Amazon”. Si paragona al governatore della Campania De Luca: “Come lui dico: io sono uomo libero non di partito. A me interessa portare avanti gli interessi della collettività. Vorrei un partito che superasse gli schemi e dicesse, caro sindaco siamo con lei: questa è una questione che possiamo condividere e votare”.

Poi la rassicurazione che non ci sono danni erariali e azioni di responsabilità in vista per nessuno dei consiglieri comunali. Mastrangeli che ringrazia e la votazione libera la maggioranza dei diciassette dalla “pratica delle pratiche” urbanistiche.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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