Frosinone – Sequestrato e torturato per un debito di droga, tre arresti al “Casermone”: i dettagli dell’operazione

In carcere due uomini e una donna: la vittima legata ad una balaustra, minacciata con una pistola e picchiata selvaggiamente

Nella mattinata di oggi, 23 luglio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Frosinone hanno eseguito un’importante operazione, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre soggetti, due uomini e una donna, tutti di nazionalità italiana. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura capitolina, per i reati di tentata estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, tortura e detenzione e porto illegale di armi.

L’indagine, condotta sotto la direzione della DDA di Roma, ha preso le mosse dalla denuncia sporta nel gennaio scorso da un giovane residente ad Arce, il quale ha raccontato ai Carabinieri della locale Stazione di essere stato vittima di minacce, aggressioni e, infine, di un sequestro da parte di un gruppo di persone legate all’ambiente dello spaccio, residenti nel complesso popolare noto come il “Casermone” di Frosinone.

Sequestrato e torturato al Casermone

Secondo quanto denunciato, tutto sarebbe nato da un vecchio debito di 1.600 euro contratto anni fa per l’acquisto di sostanze stupefacenti da un soggetto di Frosinone. A partire dalla fine del 2024, il giovane ha iniziato a subire continue minacce e atti intimidatori. Gli aggressori sarebbero arrivati persino a impossessarsi dell’auto della madre, una Fiat Panda. Ma l’episodio più grave si sarebbe verificato la sera dell’8 gennaio 2025, quando la vittima sarebbe stata prelevata con la forza dalla propria abitazione di Arce, caricata in auto e trasportata fino al sesto piano del “Casermone”.

Lì, secondo il racconto, il ragazzo sarebbe stato legato con una corda alla balaustra di un balcone per l’intera notte, minacciato con una pistola e selvaggiamente picchiato da un gruppo composto da tre o quattro individui. Le violenze gli avrebbero causato profonde ferite da taglio alle braccia e contusioni giudicate guaribili in trenta giorni.

Le indagini

L’attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, corroborata da testimonianze di familiari e conoscenti della vittima, analisi dei tabulati telefonici e sopralluoghi all’interno del “Casermone”, ha permesso di ricostruire l’intera vicenda e di raccogliere gravi indizi a carico dei tre indagati. Nonostante la vittima fosse riuscita a saldare quasi integralmente il debito attraverso la consegna di denaro, le minacce e le pressioni sarebbero proseguite anche nei mesi successivi, con modalità particolarmente aggressive e sistematiche.

L’operazione rappresenta un nuovo duro colpo al microcosmo criminale che gravita attorno ad alcune zone degradate del capoluogo ciociaro, spesso teatro di episodi di violenza e illegalità. Gli arrestati sono stati trasferiti presso gli istituti di pena, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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