A distanza di 16 anni dalla misteriosa scomparsa di Marina Arduini, la commercialista di Frosinone della quale si sono perse le tracce il 20 febbraio del 2007, ancora non si ha una pista concreta e soprattutto non è mai stato ritrovato il suo corpo.
Nel giorno dell’anniversario della sua sparizione, il nipote Manuel Pica, sulla sua pagina Facebook si lascia andare a un amaro sfogo. E non tralascia nessun dettaglio, soprattutto il fatto che la zia, l’amata zia non abbia potuto avere degna sepoltura.
“Sedici anni di silenzi, di omertà d’indagini riaperte e archiviate, sedici anni di chiacchiere inutili e deleterie da chi doveva solo star vicino a due anziani. Ti chiedo perdono se, dal cemento, dalla terra o solo Dio sa dove siano stati gettati i tuoi resti, non riusciremo mai a recuperarti. Ti chiedo perdono se non puoi riposare accanto a tua madre e tuo fratello, il tempo passa i ricordi sbiadiscono ma il dolore resta. Che sia fatta giustizia per te, per noi e per tutti quelli che vivono questo fardello”.
Un vero e proprio rompicapo la sparizione, nel nulla, dell’allora 37enne ciociara che viveva una vita tranquilla, tra casa e lavoro. Le indagini portate avanti dai Carabinieri nel corso degli anni, hanno chiarito un aspetto: il telefono della donna, sparito insieme a lei, ha agganciato una cella in provincia di Salerno, prima di spegnarsi definitivamente”.
E sulla vicenda di Marina Arduini è più volte intervenuta anche la nota medium Rosemary Laboragine che ha sempre riferito di vedere che “è sepolta in una zona di campagna, in provincia di Salerno, sotto un albero e poco lontano dalla ferrovia. È stata strangolata perché vedo una striscia nera vicino al collo e indossa un pantalone e un qualcosa a quadrettini in lana. Si fidava di chi le ha teso una trappola perché in ballo c’erano migliaia di euro. Il testimone che l’ha vista alla stazione alle 12, nel giorno della sua scomparsa, è attendibile. E inoltre sono certa che qualcuno vicino a lei, un collega di lavoro, un conoscente o un familiare, è ben a conoscenza di dove fosse diretta. Perché lei vedo che ha ricevuto una telefonata alla quale ha risposto in presenza di qualcuno che però ha preferito tacere. In treno, diretta a Salerno, secondo il mio sentire non era sola e non sapeva di andare incontro a qualcosa di brutto. Era testarda e che credeva di poter chiarire tutto sola: era finita in un giro di persone senza scrupoli. La macchina da Frosinone è stata portata in un secondo tempo da qualcuno a Roma dove poi è stata trovata. Era ‘sorvegliata’ da giorni e la sua sparizione è una cosa premeditata almeno da un mese prima”.