Il consigliere regionale Daniele Maura ha depositato in Consiglio regionale la proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni di guida alpina – maestro di alpinismo, di aspirante guida e di accompagnatore di media montagna”, un intervento organico che punta a colmare una lacuna storica nella legislazione del Lazio e ad allineare la normativa regionale alla legge quadro nazionale n. 6 del 2 gennaio 1989.
La proposta si inserisce nella più ampia strategia regionale di qualificazione e sviluppo del comparto outdoor e turistico-sportivo, un settore in costante crescita che necessita di figure professionali riconosciute, qualificate e formate in modo rigoroso.
Una riforma attesa da anni
«Con questo disegno di legge introduciamo finalmente nel Lazio un quadro normativo moderno ed equilibrato – dichiara Maura – capace di riconoscere competenze, responsabilità e funzioni a professioni che da troppo tempo attendono una regolamentazione certa. È un passo avanti necessario per dare dignità a chi in montagna lavora seriamente e per garantire la massima tutela ai cittadini che fruiscono di questi servizi».
La legge disciplina nel dettaglio:
• i requisiti formativi e professionali per l’accesso alle qualifiche;
• le modalità di svolgimento dei corsi e delle prove di abilitazione;
• composizione e funzioni della Commissione tecnica;
• gli standard minimi per l’esercizio delle professioni;
• il ruolo degli enti formativi e delle associazioni di rappresentanza;
• gli obblighi di sicurezza, aggiornamento e tutela ambientale.
Un impianto articolato in 28 articoli, frutto di un lavoro costruito secondo criteri di gradualità, coerenza e rigore tecnico.
La montagna come risorsa strategica
Per Maura, la proposta non è soltanto un intervento tecnico ma rappresenta una scelta politica precisa: «Vogliamo puntare sulla montagna come risorsa strategica per lo sviluppo del Lazio. Parliamo di territori spesso marginalizzati, che possono invece diventare poli di attrazione turistica, culturale e sportiva, generando economia, lavoro qualificato e presidio del territorio».
L’istituzione di percorsi formativi regionali specifici per guida alpina – maestro di alpinismo, aspirante guida e accompagnatore di media montagna si ispira ai modelli già attivi in diverse regioni italiane e alla legge regionale 21/1996, che nel Lazio regolamenta la formazione dei maestri di sci.
Sicurezza e professionalità al centro
La riforma pone grande attenzione alla sicurezza: «Chi opera in montagna deve essere formato secondo standard elevatissimi. Non possiamo più accettare improvvisazione o percorsi non certificati» – sottolinea Maura.
Le figure disciplinate dalla legge dovranno garantire competenza tecnica, capacità di gestione del rischio, conoscenze normative e naturalistiche, oltre alla massima tutela dell’ambiente. La proposta riconosce inoltre il valore dell’esperienza maturata da operatori già attivi nel turismo montano e nei sodalizi volontari, prevedendo per loro percorsi formativi e di qualificazione conformi agli standard nazionali.
«Questa riforma nasce ascoltando territori, associazioni e chi vive la montagna ogni giorno – conclude Maura –. Il Lazio merita una normativa moderna, capace di generare nuove opportunità professionali e di innalzare la qualità del turismo montano. Con questo testo vogliamo costruire una filiera solida, riconosciuta e in linea con l’ordinamento nazionale».
La proposta è già stata assegnata alla commissione competente e verrà ora calendarizzata per l’esame. L’obiettivo è arrivare in aula per l’approvazione definitiva in primavera.