L’Arce torna in Eccellenza, mister Galuppi: “Questi colori mi portano fortuna…che stagione!”

L'intervista al tecnico fautore del salto di categoria. L'ex terzino destro ci racconta la magica stagione vissuta dall'Arce

Eccellenza – Un paio di settimane fa l’Arce ha ritrovato il tanto agognato campionato di Eccellenza, vincendo quello di Promozione ai danni del Real Cassino. Un successo che si è tramutato in una festa fragorosa a tinte gialloblù. Il traguardo è stato tagliato durante il turno di riposo osservato dagli uomini di mister Galuppi, mentre i benedettini allenati da Ezio Castellucci pareggiavano 1-1 sul campo dello Sterparo. La società del Patron Marrocco scrive così un’altra bellissima pagina di calcio centrando quell’obiettivo del salto nella massima categoria regionale che poi è stato celebrato a dovere la settimana successiva, il 5 maggio, in occasione dell’ultima giornata di campionato al ‘Lino De Santis’. Uno scopo raggiunto da un gruppo di uomini umili ma tenaci, grandi sognatori e ancor più grandi combattenti, cacciatori di glorie e risultati alla cui guida c’è proprio un altro ex calciatore, quel Luca Galuppi che in carriera agonistica ha ricoperto il ruolo di terzino destro, militando tra le fila del Frosinone, dell’Isola del Liri, di Gela, Teramo, Isernia e in tanti altri club. Il 45enne di Alatri ha raccolto la sfida arcese dopo il divorzio repentino con Francesco Pippnburg. Da allenatore è cresciuto tra Accademia Frosinone e Frosinone vivendo poi un’esperienza in C a Campobasso come secondo. Quindi ha deciso di tornare a ‘giocare in casa’. E ha fatto bene, a quanto pare. Lo dimostrano i fatti, sotto gli occhi di tutti. L’Arce, regina del girone E nella sua categoria, ha compiuto non solo il salto di serie ma anche di qualità sotto la guida attenta di Galuppi…a cui i colori giallo e azzurro sembrano portare davvero fortuna: “Nel 2004 vinsi il campionato di C2 col Frosinone, valido per l’accesso alla C1. E ora con la stessa cromia ho messo nel paniere un’altra bellissima promozione, seppure in vesti diverse”, spiega lo stesso Galuppi. E noi lo abbiamo intervistato per farci raccontare di questi mesi magici…

L’intervista a Luca Galuppi

Complimenti per la Promozione. Qual è stato, a suo avviso, il vostro segreto?
“Innanzitutto il gruppo stesso, un gruppo che ha subito creduto nelle proprie potenzialità e nel progetto societario, un gruppo che non ha mai avuto dubbi sul lavoro programmato e svolto con lo staff. Un gruppo che si è prodigato, che non si è mai tirato indietro, facendo il suo meglio in ogni occasione. Lavoro, spirito di sacrificio, impegno costante ci hanno dato ragione come dimostrano i bellissimi risultati sul campo”.

Se potesse descrivere questa stagione in pochi concetti, quali sceglierebbe?
“È stata una stagione incredibile sotto ogni punto di vista. Direi che i concetti chiave che l’hanno resa possibile sono stati: abnegazione al lavoro, passione e competenze perché parliamo di un collettivo che si è comportato sempre in maniera molto professionale”.

Il momento di svolta di questa annata secondo lei quando c’è stato?
“Credo sia stato in concomitanza con la vittoria di Montenero. Andavamo ad affrontare una squadra giovane e forte, siamo riusciti a vincere una partita che in pochi hanno portato a casa. Penso che proprio quel successo ci abbia proiettato sulla strada della promozione. Dopo quella gara abbiamo messo a segno un filotto importante di risultati. Poi vorrei citare il penultimo incontro a Monte San Giovanni Campano quando abbiamo fatto gol al ’93, una grossa soddisfazione che di fatto ha chiuso il campionato”.

C’è stato invece mai un momento in cui ha temuto di non ‘arrivare a dama’?
“Onestamente no, abbiamo perso soltanto tre partite in tutto il campionato anche se il Cassino ci ha sempre tenuto il fiato sul collo. Una lunga lotta, quella tra noi e i benedettini, che ha reso la stagione ancora più avvincente e il successo ultimo ancor più importante. Quei singoli tre passi falsi non hanno comunque mai inciso sul morale dei miei ragazzi che sono stati bravissimi a saper reagire con piglio e decisione senza farsi abbattere. La squadra è stata sempre presente”.

Un gol della stagione a cui è particolarmente legato?
“Proprio quello di Baldassarre al 93′ contro Monte San Giovanni Campano perché ha determinato la gioia infinita che ci ha travolto per aver raggiunto l’obiettivo. Tutto lo staff, tutta la squadra, tutti insieme siamo corsi in campo ad abbracciare il giocatore. Anche se ancora la promozione non era matematica, avevamo conquistato il tassello che mancava per infilarla in tasca poco dopo. E la felicità è stata moltiplicata dal ritorno allo stadio dei nostri tifosi. Un momento speciale perché sapevamo di avercela quasi fatta”.

Aspettative per il futuro?
“Personalmente vorrei riuscire sempre a fare bene, migliorando anche stagione dopo stagione. La prossima settimana ci incontreremo con la dirigenza per vedere se c’è possibilità di continuare questo percorso. In caso contrario valuteremo le offerte. È ancora tutto in divenire”.

Lei ha un passato da calciatore ed ora è un allenatore, il campo l’unico filo conduttore della sua vita professionale. Quale ruolo ha preferito o preferisce interpretare e perché?
“C’è un famoso proverbio che recita: ‘finché si può giocare a calcio bisogna farlo’. Vivendo ora le partite da un altro punto di vista ho capito perfettamente il perché. Svolgere la professione di mister è bellissimo ma anche molto stressante perché contempla una serie in più di responsabilità, la capacità di risolvere tante problematiche. Bisogna preparare l’allenamento, le formazioni, sapersi rapportare con i ragazzi, è un lavoro a 360 gradi, molto soddisfacente ma anche estremamente complicato. Giocare a calcio ed allenare sono due attività ugualmente emozionanti ma molto diverse tra loro. Stare in campo ti dà quell’adrenalina, quella voglia di correre palla al piede, quel desiderio di infilare la porta. Gestire la squadra invece richiede che tu sia più posato, calcolatore e razionale. Se dovessi dare un consiglio a qualcuno gli direi di giocare finché può! Vincere da allenatore è però paragonabile ad una liberazione…”.

A proposito di consigli…quale darebbe ad un bambino che si avvicina al mondo del pallone?
“Ho la fortuna di far parte anche di una scuola calcio di Veroli, vengo anche da un settore giovanile, quindi conosco bene l’importanza di parlare con i giovani e i giovanissimi. Seguirli in maniera giusta è molto importante. Ciò che consiglio sempre loro è di divertirsi. Le qualità verranno fuori, ma bisogna amare ciò che si fa. Soprattutto da bambini non bisogna essere maniacali nella ricerca del verdetto ma puntare più che altro al miglioramento costante”.

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Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista pubblicista, specializzata in sport ma con una passione anche per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche www.scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day, e presentatrice di eventi. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

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