Morbillo, è boom di casi nei pazienti tra i 25 e i 45 anni: l’appello dallo Spallanzani per i vaccini

"Dal 2000 esiste una copertura obbligatoria per il morbillo, motivo per cui la fascia oggi più colpita è quella dei giovani adulti"

“Nell’immaginario collettivo il morbillo è una malattia infettiva pediatrica, invece in questo momento, proprio grazie alla vaccinazione dei bambini, il morbillo nel nostro Paese è sostenuto dai casi tra i giovani adulti, compresi nella fascia d’età 25-45 anni. Rivolgo a loro l’invito, se non hanno acquisito l’infezione da piccoli, a controllare il proprio stato sierologico e a vaccinarsi se non lo hanno fatto”. Così Emanuele Nicastri, direttore dell’unità di Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’ospedale INMI Spallanzani di Roma, interpellato dalla Dire in merito all’allarme lanciato dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) sull’aumento di casi di morbillo in tutta l’Europa.

“Il dato è comune non solo in Italia e in Europa- ha commentato Nicastri- ma anche al di fuori dei confini, come nel Nord America e in altri continenti”. Il dato è confermato “ovunque per la riduzione della copertura vaccinale, soprattutto tra i giovani adulti. Abbiamo iniziato a vaccinare obbligatoriamente i nascituri per il morbillo con il decreto Lorenzin del 7 giugno 2017- ricorda- e con quella circolare siamo andati a ritroso a vaccinare coloro che frequentavano le scuole dell’obbligo fino agli anni Duemila”. Per cui è dal 2000 che esiste una copertura obbligatoria per il morbillo, motivo per cui la fascia oggi più colpita è quella, appunto, dei giovani adulti. “Anche se esistono eccezioni- fa sapere il direttore Nicastri- attualmente allo Spallanzani è ricoverata per morbillo una signora anziana con complicanze”.

Il morbillo in età pediatrica, dunque, è un fenomeno in via di eradicazione ma resta l’allarme tra i giovani adulti: “L’infezione inizialmente era legata a focolai presenti nei Paesi europei, poi si è diffusa in Italia attraverso i viaggiatori di rientro da quei Paesi”, spiega Nicastri. Il morbillo, intanto, è la malattia infettiva che più di qualsiasi altra immunodeprime la persona: “Chi ha avuto il morbillo e lo ha superato- fa sapere ancora l’esperto- può avere una immunità compromessa; nella sua fase acuta la malattia è estremamente fastidiosa con possibili complicanze d’organo nella fase immediatamente successiva; inoltre nella fase di convalescenza può indurre una situazione di immunodepressione transitoria verso anche altri agenti, diversi dal morbillo stesso”.

I sintomi del morbillo

Tra i sintomi del morbillo ci sono febbre molto alta, cefalea, esantema sulla cute e sulle mucose: “È come se tutte le nostre mucose, sia gastrointestinali sia genitali, fossero ‘scartavetrate’ dal morbillo. Urinare o anche solo bere può dare fastidio, perché l’infezione dà un senso di bruciore”. Il morbillo, inoltre, è la malattia infettiva che in assoluto si trasmette con maggiore facilità. E non esiste cura: “Il serbatoio è esclusivamente umano, cioè non esiste un ospite animale che possa mantenere la circolazione- spiega ancora Nicastri- Potremmo eradicare il morbillo, ma dovremmo arrivare ad una copertura vaccinale superiore al 95%. Il punto è che siamo molto lontani da questo obiettivo. Siamo abituati a vaccinare bambini e anziani ma in questo caso, paradossalmente, dobbiamo vaccinare i giovani adulti sani. Sembra un paradosso, ma se vogliamo evitare nuovi casi specie nei fragili, dobbiamo vaccinare, vaccinare, vaccinare”. – Fonte Agenzia DIRE www.dire.it

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