Oggi, 31 maggio, si celebra la Giornata Mondiale senza tabacco. La ricorrenza è stata istituita dall’OMS nel 1987 e si pone come obiettivo quello di sensibilizzare le masse sul tabagismo e le malattie ad esso correlate. L’iniziativa vuole far conoscere i pericoli derivanti da questa dipendenza che, purtroppo, non sono pochi. Il fumo rappresenta una vera e propria piaga, diffuso tra giovani e meno giovani.
Ci avvicina facilmente al gesto ammiccante dell’accendersi una sigaretta e si finisce con una vera e propria dipendenza. Da tempo è spiegata scientificamente la mole di problemi conseguenti al fumo: danni alle vie respiratorie e tumori. Ma non solo. Problemi di natura cardiovascolare, i quali rappresentano la prima causa di morte al mondo.
Ciò che si vuole creare, a partire da questa giornata, è una vera cultura del non-fumo. Studi recenti hanno rilevato che sono ben 7 milioni di persone quelle che ogni anno muoiono a causa di questa malsana abitudine. Considerato che attualmente si inizia a fumare molto presto – all’incirca intorno ai 14 anni di età -, in Italia una persona su 5 fuma. Per un totale di 10milioni di italiani fumatori.
Ad oggi, oltre la classica sigaretta di tabacco, la giornata punta però anche a far conoscere i rischi delle alternative tanto in voga tra i ragazzi. I dispositivi elettronici, gli scalda tabacco e liquidi ai vari aromi, sono comunque nocivi. Anche loro, dunque, sotto la lente di ingrandimento dello studio.
Smettere di fumare, quindi, fa bene non solo a sé stessi e a chi ci circonda, oggetto di fumo passivo. Ma fa bene anche all’ambiente. Difatti, non dimentichiamoci che il fumo resta anche un fattore di inquinamento.