L’annuncio dato dal governatore del Lazio, Francesco Rocca, inerente lo stanziamento di oltre 3 milioni di euro destinati all’ospedale ‘Santa Scolastica’ di Cassino, è stato accolto con entusiasmo da chi, oramai da anni, si batte per una sanità adeguata nel basso Lazio. Carmine Di Mambro, fautore dell’omonima legge regionale che consente assistenza ai malati oncologici, è intervenuto sulla questione.
“Il dialogo da me intrapreso nei mesi scorsi con i rappresentati del territorio frusinate presso la Regione Lazio, gli onorevoli consiglieri, Alessia Savo e Daniele Maura, ha avuto esiti positivi. È di questi giorni la notizia che il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha annunciato lo stanziamento di tre milioni di euro per il potenziamento e l’adeguamento dell’ospedale di Cassino. Fondi che arriveranno da quelli destinati all’accoglienza dei fedeli per il Giubileo. Non possiamo che essere contenti di questo annuncio anche se, allo stato attuale, il ‘Santa Scolastica’ di Cassino vive delle grandi difficoltà e per questo non intendo abbassare la guardia”.
“Sono mesi che attendiamo risposte, soprattutto risposte inerenti il potenziamento del personale del pronto soccorso, l’arrivo di materiale necessario allo spostamento e all’accoglienza dei pazienti, la messa in funzione a cadenza bisettimanale del DH oncologico, l’abbattimento delle file per quanto riguarda lo svolgimento di visite mediche e ambulatoriali. In ultimo, ma non meno importante, la sicurezza del personale medico, infermieristico e oss che ogni giorno rischia la propria incolumità. Partiamo dal DH oncologico che nonostante le mie battaglie, per la messa in funzione, non fornisce quell’assistenza necessaria: viene attuato in maniera estremamente ridotta e questo crea un ingolfamento delle liste di attesa e soprattutto disagi a tutti coloro che devono essere sottoposti a cure oncologiche”. – Prosegue Di Mambro.
“Discorso a parte merita la mancanza di materiale nei reparti e soprattutto nel pronto soccorso dove c’è una carenza estrema di barelle. E’ facile assistere a scene che hanno dell’incredibile: ambulanze ferme per ore perché i pazienti devono essere trattenuti sulle barelle di soccorso perché l’ospedale è privo di proprie. Questo va inevitabilmente a creare una situazione di disagio tra coloro che sono adibiti solo ed esclusivamente al soccorso delle persone in strada e a casa. L’area del pronto soccorso, inoltre, da mesi è oggetto di attacchi da parte di persone con disabilità mentali o che perdono il controllo perché in preda ad alcol e droga: il personale medico e infermieristico viene aggredito, le suppellettili distrutte con il conseguente terrore tra gli utenti. Su questa tematica e su tutte le altre a tutt’oggi non abbiamo ottenuto risposta alcuna né dall’Asl né della Regione Lazio che dovrebbe farsi carico non solo della sicurezza del personale medico e dei pazienti ma anche di dare risposte concrete agli utenti”. – Conclude Di Mambro.