“Odissea pendolari” è ormai diventato un “mood”. E sarebbe ora di metter fine a questo scempio. Ogni giorno, ci ritroviamo a documentare e raccontare i disagi ai quali sono costretti a far fronte le centinaia e centinaia di studenti e lavoratori che dalla provincia di Frosinone tentano di raggiungere la capitale in treno. Ritardi, cancellazioni, guasti, l'”inconveniente tecnico”, come amano definirlo gli “addetti ai lavori”, senza assumersi troppe responsabilità, è dietro l’angolo. E arriva puntuale una o più volte a settimana, sicuramente più puntuale dei treni che percorrono la tratta Roma-Cassino.
Ieri mattina, a Morolo, tutti giù dal treno diretto a Roma. Convoglio bloccato per un “guasto”, non meglio specificato, e viaggiatori al freddo senza ricevere alcuna comunicazione da parte di RFI. Cambio di programma e tutti su un altro treno che è arrivato a Roma con oltre un’ora di ritardo rispetto all’arrivo previsto con il precedente convoglio. Ritardi sul lavoro accumulati, lezioni e visite mediche saltate, impegni da riprogrammare per gli “sfortunati” pendolari ostaggio di disservizi ai quali nessuno sembra interessarsi realmente.
Interrogazioni, richieste di spiegazioni, politici che alzano la voce ma poi, il nulla di fatto. Il problema persiste e, ormai da mesi, è evidentemente ingestibile. Archiviato il lunedì nero ecco che oggi, martedì 28 novembre, alle 04:45, RFI comunica che: “La circolazione ferroviaria è rallentata in prossimità di Sgurgola per un inconveniente tecnico alla linea”. Si sono dovute attendere quasi due ore per il ripristino della funzionalità della linea. Alle 06:40 la circolazione ferroviaria è tornata regolare. “Effetti sulla mobilità ferroviaria: 1 treno AV con 15 minuti di ritardo, 12 Regionali con rallentamenti fino a 80 minuti”.
Sui social esplode la rabbia dei pendolari; centinaia i commenti, tra l’indignazione e l’esasperazione. “Ora basta. Siete vergognosi”, scrive qualcuno invitando tutti a non rinnovare gli abbonamenti per protesta. E come dargli torto. I viaggiatori pagano abbonamenti e biglietti per un disservizio costante. In molti si sono organizzati chiedendo l’intervento della trasmissione Tv “Striscia la Notizia”, nella speranza che alzando la voce qualcuno possa davvero interessarsi al problema. Un disastro tutto italiano che nel Lazio è ormai giunto al capolinea.
L’amara ironia di Iacovissi: “A quando gli stati generali del trasporto ferroviario della Ciociaria?”
“Viaggio in treno sulla tratta FL6 Roma-Cassino dal settembre 2001. In 22 anni di onorato pendolarismo ne ho viste di tutti i colori: suicidi, investimenti di persone, animali, cose, incendi d’estate e ghiacciate d’inverno, sedili con rivestimento in gomma la cui puzza non andava mai via da pelle e vestiti, carrozze senza aria condizionata che per sopravvivere bisognava abbassare tutti i finestrini durante la corsa con frastuono annesso, scompartimenti privi di riscaldamento che arrivavi a destinazione ibernato, e così via. Ma ciò che sta accadendo in questo autunno 2023 non l’ho mai visto. Ritardi su ritardi senza alcuna valida spiegazione, treni spesso malridotti quando non proprio rotti, cancellazioni improvvise di corse senza un perché”. – Inizia così l’amaro sfogo del consigliere comunale di Frosinone e capogruppo del PSI, Vincenzo Iacovissi. Da pendolare vive in prima persona l’odissea quotidiana e, da esponente politico, ha deciso di non poter star fermo. Per questo, ha annunciato che presenterà un’interrogazione alla Regione Lazio.
“Eppure, la scorsa estate, abbiamo dovuto subire l’ennesima interruzione della linea per lavori di manutenzione, 6 settimane di quasi vuoto come ormai accade dal 2019. Dalla ripresa di settembre ad oggi lo stillicidio di disagi è tanto stucchevole quanto inaccettabile. Il personale di bordo è vittima come il pendolare, lasciato in balia degli eventi, come centinaia di migliaia di persone, ogni giorno. Tutto questo in una terra che, purtroppo, è sempre più teatro di pendolarismo verso Roma quando non di vera e propria emigrazione stabile altrove. – Prosegue Iacovissi – Una provincia senza collegamenti certi, e quindi destinata a divenire ancora di più periferia dell’impero. L’annunciata stazione Tav, se mai realizzata, non risolverà comunque il problema di una tratta, la FL6, che continuerà a trasportare migliaia di persone che magari non potranno permettersi gli elevati costi dell’alta velocità”.
Poi lancia il capogruppo PSI la provocazione: “Gli stati generali del trasporto ferroviario della Ciociaria, questi sì che servirebbero come il pane – piuttosto che ragionare di voti ponderati, elezioni per addetti ai lavori e convegni accademici – chiamando in causa gli attori per dare finalmente risposte a chi paga l’abbonamento ma, in un eterno giorno della marmotta, subisce la stessa punizione ogni giorno”.