Pofi – Rendiconto 2023, il sindaco Mattoccia contro Ciccone e la minoranza: “Non accetto lezioni”

“Fossi nell’ex sindaco e nella minoranza eviterei di tentare di dare lezioni su come si amministra e come si gestisce un bilancio”

A Pofi, la minoranza predica bene oggi ma ha razzolato male ieri. Anche se il proverbio non recitava esattamente così, la situazione attuale nella cittadina ha del surreale: l’ex sindaco Ciccone, che solo negli ultimi 5 anni ha collezionato 13 diffide prefettizie, chiuso un bilancio con mezzo milione di euro in negativo, accumulato centinaia di miglia di euro di debiti, prova a dare lezioni di amministrazione al Sindaco Mattoccia, che da quasi due anni insieme alla sua amministrazione sta risanando con sacrificio e competenza il disastro economico ereditato. – Inizia così la nota del Comune di Pofi.

La vicenda

Il Consiglio Comunale di Pofi, insieme a tanti altri comuni, ha recentemente ricevuto una nota dalla Prefettura di Frosinone con cui si decretavano ulteriori venti  giorni per approvare il rendiconto della gestione relativo all’anno 2023. È noto che, superati i limiti indicati dalla normativa, il prefetto emette un sollecito che, pur non comportando sanzioni immediate, serve come avviso a conformarsi rapidamente. Questa prassi, in realtà, è un modo per garantire che i conti vengano approvati senza fretta e con la dovuta attenzione, evitando così problemi burocratici e amministrativi. – Prosegue la nota.

Non è questo il caso dell’Amministrazione comunale di Pofi che ha già programmato per tempo l’approvazione del rendiconto, evitando così qualsiasi rischio, compreso lo scioglimento del Consiglio Comunale come la minoranza crede facendo post di allarmismo sulle proprie pagine social.

Mattoccia: “Non accetto lezioni da Ciccone e Company”

“Premesso che la Giunta Comunale ha approvato il rendiconto della gestione 2023 lo scorso 30 aprile – ha dichiarato il sindaco di Pofi Angelo Mattoccia – e che nello stesso giorno è stato convocato il Consiglio Comunale, ovvero più di 20 giorni fa, quindi rispetto a questa diffida siamo ampiamente nei termini. Vorrei dire alla minoranza e all’ex sindaco Ciccone: ma da quale pulpito viene la predica? Fossi nei suoi panni, mi sentirei come un “cane bastonato” se non altro perché in 5 anni ha ricevuto più di 13 diffide dai vari Prefetti, una media di quasi 3 diffide all’anno per non aver mai rispettato i tempi di approvazione dei documenti programmatici e di bilancio, ma soprattutto arrivando in consiglio comunale con bilanci dai risultati disastrosi. 

Non accetto infatti lezioni da chi ha indebitato e lasciato macerie, da chi ha passato il tempo non ad amministrare, ma a distruggere, lasciandoci in eredità un bilancio nel 2022 chiuso a -500.000 euro (meno mezzo milione di euro), quasi 200 mila euro di debiti fuori bilancio, senza contare gli ulteriori debiti che andremo a riconoscere a breve, tutti a responsabilità diretta della precedente amministrazione. 

L’attuale amministrazione, oltre che a raccontare la vita amministrativa sui social, ha passato e sta passando il suo tempo, purtroppo, a pagare le centinaia di migliaia di euro di debiti che l’ex sindaco e la sua amministrazione per leggerezza e incuranza hanno lasciato in eredità, – continua il Sindaco – a risanare quel bilancio che mai nella storia ha toccato il suo punto di non ritorno e di affondo se non con l’amministrazione Ciccone”. Conclude il Sindaco Mattoccia: “Da amministratori efficienti e competenti quali siamo, il 10 giugno 2024 in Consiglio Comunale certificheremo una sola cosa: che in due anni, siamo riusciti a ridurre quel buco di 500 mila euro, causato da Ciccone e dalla sua amministrazione a scapito della collettività, a poco più di 100 mila euro. Ma ancora una volta sarà anche certificato il peso dei debiti lasciati in eredità e che stiamo pagando con non pochi sacrifici. Fossi nell’ex sindaco e nella minoranza, eviterei di tentare di dare lezioni su come si amministra e come si gestisce un bilancio. Visti i risultati economici degli ultimi dieci anni e anche elettorali, proverei, per buon senso, a chiedere scusa alla cittadinanza.”

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