Lo sguardo fermo, senza mai voltarsi verso l’ex fidanzato, Beatrice Coccia ha risposto a tutte le domande della difesa e dell’accusa. La giovane, che fino allo scorso anno era la compagna di Mattia Toson, il ventitreenne di Alatri accusato insieme al padre Roberto di essere il killer di Thomas Bricca, ha ricostruito quanto accaduto la tragica sera di lunedì 30 gennaio 2023 quando, per ore, ha atteso che il suo fidanzato andasse a prenderla per portarla a una festa in un locale di Veroli. Padre e figlio, per la prima volta, erano presenti in aula. Roberto visibilmente dimagrito è arrivato prima. Qualche minuto dopo è entrato Mattia.
“Aveva il telefono spento e io ero a casa ad aspettarlo. È arrivato con grande ritardo ma non mi ha saputo spiegare cosa gli fosse accaduto”. La ricostruzione di Beatrice Coccia porta poi all’elemento cardine del processo. “Nel portabagagli, aperto per posizionare dei regali, ho visto il casco da motociclista. Poi quel casco è sparito”. I killer di Thomas indossavano un casco integrale a coprire la testa quando hanno sparato colpendolo mortalmente alla fronte. La deposizione della giovane è arrivata dopo quella della madre che, a sua volta, ha confermato il nervosismo della figlia dinanzi al forte e inspiegabile ritardo del fidanzato la sera del 30 gennaio 2023.






La difesa di Mattia e Roberto Toson ha giocato anche la carta dell’incompatibilità a testimoniare della ventenne, perché “la stessa avrebbe mantenuto in casa del danaro di sospetta provenienza illecita e appartenente a Mattia Toson”. Questo, sempre secondo la difesa dei due imputati, l’avrebbe resa loro complice. Richiesta rigettata dal presidente della Corte d’Assise, Francesco Mancini, che ha poi dato l’ok all’inizio della deposizione. Beatrice Coccia ha riportato numerosi dettagli, rispondendo punto per punto alle domande della difesa che ha più volte cercato di incalzarla.
L’udienza è finita nel pomeriggio, poco dopo le 16.00, ed è stata costellata da qualche momento di tensione tra gli amici di Thomas presenti in aula e i due imputati. L’intervento dei carabinieri ha rasserenato gli animi. Poi il giovane Mattia Toson, in uscita dal tribunale, ha accusato un lieve malore che ha reso necessario l’intervento di un’ambulanza. Una volta avuto rassicurazioni sulle buone condizioni di salute, l’imputato ha fatto ritorno nel carcere romano di Rebibbia.

Soddisfatto il papà del 19enne. Paolo Bricca, a udienza terminata, si è lasciato andare ad un lungo sfogo, abbandonando tutta la tensione accumulata nelle lunghe ore in aula. “Siamo soddisfatti per come sia andata – ha commentato ai nostri microfoni – sarà ancora lunga ma ho fiducia nella giustizia. Oggi è andata come ci aspettavamo, è emersa gran parte della verità che loro continuano a negare”.