Regione Lazio, FI punta i piedi. L’incubo di Rocca: che i partiti non cavino un ragno dal buco

La crisi tra Forza Italia che chiede visibilità e il resto del centrodestra aperta. La Lega alla finestra. Fratelli d'Italia cerca la quadra

La crisi nella compagine che sostiene il presidente Francesco Rocca si trascina almeno da mercoledì 24 luglio, quando Forza Italia mandò a vuoto le riunioni di Giunta e di Consiglio, per poi avere uno sblocco momentaneo tre giorni dopo, col via libera dell’assemblea regionale a due provvedimenti di bilancio (l’assestamento delle previsioni 2024-2026 e il riconoscimento dei debiti fuori bilancio). Quindi si incardinò un percorso di dialogo tra il presidente Rocca e Forza Italia. Gli azzurri chiedevano e chiedono – col piglio del coordinatore regionale Claudio Fazzone – più visibilità, quanto meno adeguata al numero di consiglieri nel frattempo raggiunto (ben 7 più 1 di Noi Moderati) grazie ad una campagna acquisti portata avanti con pervicacia alla Pisana. Un’operazione che può avere anche successo ma che comporta, di converso, la necessità di dare risposte ai nuovi portatori di bandiera. Rocca a sua volta ha lasciato la responsabilità del raggiungimento di un accordo su nuovi equilibri al confronto diretto tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. La Lega, rimasta alla finestra, non intende perdere i due assessorati anche se rimasta con un solo conisgliere regionale. Del resto i patti erano chiari sin dall’inizio della legislatura e li ripete in ogni occasione il coordinatore regionale del Carroccio, Davide Bordoni: i passaggi di casacca non possono mutare la composizione dell’esecutivo. La patata bollente resta, quindi, nelle mani dei meloniani e del loro coordinatore Lazio, Paolo Trancassini. Passano le settimane in un clima di stanchezza e rilassatezza, col periodo delle ferie d’agosto che incentiva l’assopimento. Ma ieri c’è stato il risveglio: un faccia-a-faccia inerlocutorio tra Trancassini e Fazzone ed oggi la scelta di Forza Italia di tornare a chiedere una soluzione a breve, approfittando anche della necessità che venga convocato il consiglio regionale per approvare nei termini il documento di economia e finanza regionale. Gli assessori di Forza Italia Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni hanno disertato la riunione odierna della giunta regionale, mentre il consigliere, Giorgio Simeoni, si è presentato regolarmente (e stranamente) davanti alla porta dove si svolge la capigruppo. Che alla fine comunque è saltata per impossibilità di convocare il Consiglio in queste condizioni.

Le ipotesi giornalistiche sul faccia-a-faccia fra Trancassini e Fazzone

Ora che la riunione di ieri col coordinatore meloniano non sia in fin dei conti piaciuta a Fazzone lo dimostra l’atteggiamento degli assessori. I dietro le quinte parlano di un incontro interlocutorio durante il quale, più che altro, il coordinatore azzurro avrebbe chiesto al collega di FdI a che punto fossero le loro determinazioni e quindi quali caselle sarebbero state messe a disposizione dei forzisti: un posto in giunta? Il posto di presidente del Consiglio regionale (oggi di Antonello Aurigemma che potrebbe, nell’eventualità transitare in esecutivo)? Trancassini avrebbe in risposta preso tempo e questo sarebbe bastato a consigliare a Fazzone e colleghi di farsi capire dagli alleati con altre maniere, più energiche. Ma c’è qualche ricostruzione giornalistica (ad esempio radioroma.it) in cui si sostiene, invece, che Fazzone avrebbe steso la sua lista di richieste sotto al naso del coordinatore di FdI: terzo assessore, presidenza del consiglio regionale e il controllo delle Asl di Roma 3, Roma 4, e di Latina oppure di Frosinone. Il risultato è che comunque il nodo deve essere ancora sciolto e Francesco Rocca, che chiede anche lui notizia sulle soluzioni da adottare, appaia sempre più preoccupato. Anche perché accontentare un gruppo di persone eterogeneo, tra forzisti della prima ora e “folgorati” dell’ultimo momento, non mette al riparo da nuove defezioni e da ulteriori fibrillazioni al di là della scelta che il presidente farà.

Fazzone minaccia perfino di ricorrere all’appoggio esterno

Secondo i bene informati – ai quali fa riferimento un take dell’agenzia Nova -, in ballo ci sarebbe ‘la discussione attorno alla presidenza del Consiglio regionale, che potrebbe andare a Forza Italia e, in particolare, a Pino Cangemi, nel caso in cui Antonello Aurigemma approdasse in giunta. Al momento, però, si tratta di una ipotesi non di facile realizzazione’. Anche sulle colonne di Frosinone News, in tempi non sospetti, parlammo della soluzione più indolore costituita da una redistribuzione delle deleghe con un rafforzamento dei due assessorati di Forza Italia. Fatto sta che a Nova, il senatore Fazzone dichiara: “Stiamo lavorando per cercare di migliorare la situazione in Regione e renderla piú propositiva e unitaria. Non abbiamo chiesto nulla, perchè spetta al presidente Rocca e al partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, proporre delle soluzioni. Il mio partito ha posto un problema di cambiamento di numeri all’interno del Consiglio regionale”. Ma l’ultimatum arriva subito con toni inequivocabili. “E’ chiaro – alza il tono il senatore fondano – che se dobbiamo stare all’interno di una coalizione, nella quale non ci vengono concessi dei ruoli dove lavorare per rafforzare il consenso di FI e della stessa coalizione, siamo pronti a rimettere anche i nostri due assessorati, continuando a sostenere la maggioranza e il programma elettorale per cui siamo stati eletti. Questo a dimostrazione, rispetto a chi diceva il contrario, che non ne facciamo una questione di poltrone”, ha puntualizzato il senatore. Insomma minaccia di appoggio esterno come già fatto a Frosinone.

Le opposizioni: Consiglio in ostaggio di spaccature e rivendicazioni

Intanto i capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale Mario Ciarla (PD), Marietta Tidei (IV), Adriano Zuccalà (M5S), Alessio D’Amato (Azione) Claudio Marotta (AVS) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) nei giorni scorsi hanno espresso “forte disappunto e preoccupazione per la mancata convocazione della consueta riunione dei capigruppo per progarmmare i lavori d’aula. “Mentre la giunta sforna delibere a raffica anche in pieno agosto – hanno evidenziato – il Consiglio resta ostaggio di spaccature e rivendicazioni che nulla hanno a che fare con gli interessi ed i bisogni reali dei cittadini che attendono risposte, concretezza e responsabilità”. Ora si spera dalle parti della coalizione di governo in una fumata bianca: potrebbe arrivare la prossima settimana, quando i coordinatori di FdI e Fi torneranno ad incontrarsi. Difficile del resto che, con l’aria che tira a livello nazionale, il centrodestra laziale decida di andare precocemente agli alberi pizzuti.

- Pubblicità -
Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

CORRELATI
ALTRI ARTICOLI

Stazione Tav in Ciociaria, il sindaco Sacco non tralascia l’ipotesi Roccasecca e chiede l’analisi di Rfi

“Chiederemo l'analisi che riguarda il nostro territorio per capire costi e benefici e lavorare a sostegno della scelta più idonea"

Aldo Mattia commissario provinciale di Fratelli d’Italia a Firenze, nominato dalla premier Meloni

Nel comunicare la decisione, la presidente Meloni si è detta certa che Mattia saprà svolgere nel migliore dei modi il proprio compito

Suicidi, altre quattro vite spezzate da inizio estate: qualcosa si muove. Il progetto del Distretto B Frosinone

Presentato in Regione un "Protocollo d’Intesa per la prevenzione del suicidio e dei gesti autolesivi". Un punto di partenza

Automotive, tavolo in Regione. Angelilli: “Al via il programma operativo a sostegno dell’indotto Stellantis”

"All’Europa chiediamo un piano di aiuti e semplificazione normativa", ha detto la vicepresidente della Regione durante il vertice

Stellantis e automotive, vertice in Regione. La Cisl: “Più modelli per il sito di Piedimonte”. Vertenza Trasnova, l’azienda non si presenta

L'organizzazione sindacale chiede l'ampliamento dell’area di Crisi Industriale Complessa, oltre anche di zona logistica speciale e Zes unica

Stellantis Cassino, altri stop produttivi subito dopo la “ripresa”. Trasferte volontarie proposte per il sito della Serbia

La produzione non regge e le linee tornano a fermarsi a poche ore dalla annunciata "ripresa". Prospettiva nera per lavoratori e territorio
- Pubblicità -

Condividi sui social

- Pubblicità -

Più letti

- Pubblicità -