Rifiuti, tra la sbandierata emergenza e il “nodo discarica”: l’ennesima presa in giro della politica

Da settimane la questione discarica è tornata al centro del dibattito, mentre Di Stefano imita il perfetto Pilato. Come si è arrivati ad oggi

Basta fare attenzione alle date. Tutto ha inizio quando l’Area “Ciclo Integrato dei Rifiuti” della Direzione Territorio Urbanistica, Mobilità della Regione Lazio, con nota al protocollo numero 247816/2016, ha richiesto alla Provincia di Frosinone, «ai fini dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti», l’individuazione delle «zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti», nonché delle «zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti».

Cerreto di Roccasecca è in via di esaurimento (si provvederà ad innalzare in altezza un paio di invasi) ma c’è l’urgenza di cercare un sito alternativo. Quindi, con deliberazione numero 16 del 10 luglio 2020, avente ad oggetto “Situazione gestione rifiuti nella Provincia di Frosinone. Determinazioni”, il Consiglio Provinciale arriverà – 4 anni più tardi – a stralciare dall’iter di aggiornamento del PTPG (Piano Territoriale Provinciale Generale) la componente relativa alla riattualizzazione delle aree sensibili per localizzare siti di trattamento rifiuti. Con la determinazione del settore Ambiente, rifiuti ed energia n. 1618 del 12 maggio 2021 si è infine affidato al Politecnico di Torino il servizio relativo alla redazione del progetto per la famosa scelta delle aree idonee.

Nel frattempo si è passati da Antonio Pompeo a Luca Di Stefano alla presidenza della Provincia, mentre, in Regione Lazio, Francesco Rocca è succeduto a Nicola Zingaretti. Gli universitari piemontesi lavorano ed è inutile tentare di stabilire un contatto per capire quel che hanno intenzione di fare. Ma la musica di sottofondo resta la stessa. Una noiosa ballata che suona come una presa in giro degli elettori-contribuenti che attendono che si realizzi qualcosa che, in realtà, non servirà proprio a niente (il piano per individuare aree idonee), se non a sprecare ulteriore denaro pubblico, lasciar scorrere il tempo prolungando un’emergenza che evidentemente fa comodo a qualcuno, lasciando che il dispendioso caos rifiuti (con tanto di andirivieni d’immondizia a Viterbo ed in altre zone d’Italia) continui ad inquinare territori ed a drenare risorse dalle tasche dei cittadini mal amministrati.

Nel frattempo accadevano fatti rilevanti: a partire dall’inchiesta per concussione e corruzione che ha portato all’arresto del presidente della Mad di Roccasecca, Valter Lozza, e della dirigente regionale delle politiche ambientali Flaminia Tosini, con connessa crisi di tutto il sistema di smaltimento nella Regione. Proprio Lozza chiude la discarica di Cerreto dal primo aprile del 2021. «Inevitabile la situazione emergenziale», allargava le braccia l’allora presidente Saf, Migliorelli, a capo di un Tmb con molti dipendenti e poco evidenti risultati pratici per la collettività. Eppure, il 2 novembre 2020 era giunta l’autorizzazione ad ampliare Cerreto col famoso quinto bacino. È la dottoressa Tosini a ritenere che «il procedimento di V.I.A. può essere concluso favorevolmente». Il 12 dicembre 2020 giungerà la modifica sostanziale dell’Aia alla Mad che, quindi, può procedere a realizzare l’ulteriore invaso.

Ma a metà aprile del 2021 – a scandalo giudiziario in pieno corso con diffusione ampia sui media delle intercettazioni telefoniche dei protagonisti – la Mad rinuncerà all’autorizzazione, rilasciata effettivamente nel gennaio dello stesso anno, per la realizzazione del quinto invaso da circa un milione di metricubi. Risultato: ricerca apparentemente affannosa del sito alternativo a quello di Roccasecca che segna il passo e resta una boutade fino ad oggi. Tanto che sarebbero un’ottantina le location che la Provincia intende sottoporre in blocco alla Regione Lazio. Da buon uomo – né di centrodestra e neppure di centrosinistra – il presidente Di Stefano imita il prefetto Pilato: “Non sono responsabile di questo sangue. Fate voi”. (…Continua).

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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