È trascorso circa un anno da quando una residente della città di Arpino, nel transitare su via Majura, il vicolo di fronte piazza San Francesco Saverio, nel pieno centro storico, è scivolata su un tombino allocato sulla prima rampa della scalinata, cadendo rovinosamente a terra. C’è da specificare che il tratto del vicolo in questione è costantemente interessato da una perdita per cui i gradini e lo stesso tombino risultano insidiosi, scivolosi in quanto bagnati, un vero e proprio pericolo per i pedoni. La perdita è stata più volte segnalata, sia agli uffici di competenza del Comune di Arpino che agli amministratori, come anche al gestore del servizio idrico. Gli operatori di Acea hanno fatto alcuni sopralluoghi, nel tentativo di individuare l’origine della falla ma, evidentemente, senza esito.
Purtroppo l’episodio di inizio marzo non è un caso isolato, quello della signora non è il solo scivolone che si è verificato nel tempo, nel medesimo punto. Per dovere di cronaca ricordiamo che la donna, a seguito della caduta, è stata soccorsa dagli operatori del 118 e trasferita presso l’ospedale SS Trinità di Sora dove, a seguito degli opportuni accertamenti, le erano state riscontrate fratture multiple a carico del polso e della caviglia per cui ha subito alcuni delicati interventi di chirurgia per la ricostruzione ossea sulle zone compromesse.
Il tempo passa e l’insidia resta, complice lo scaricabarile tra Comune ed Acea che, evidentemente, “giocano” a sottrarsi dalle responsabilità sulla pelle dei cittadini. In effetti né gli amministratori né i gestori del servizio possono rimanere indifferenti, il pericolo è evidente: solamente qualche giorno addietro, in occasione di un’iniziativa che si è tenuta presso il centro della cittadina ed ha richiamato la partecipazione di numerose presone, una giovane coppia è scivolata sullo stesso punto, fortunatamente senza riportare contusioni importanti in quanto i ragazzi sono stati sorretti dagli amici che camminavano loro accanto. Una mamma, invece, che teneva per mano suo figlio, è slittata sullo strato di melma generato dalla perdita d’acqua rompendo il tacco della calzatura che indossava.