Stellantis Piedimonte: -45% la produzione nel 2024, 60 giorni di stop e impennata di “cassa”

Il segretario Fim-Cisl Uliano ha presentato il dossier sul crollo produttivo dello scorso anno, peggiore di tutta la storia dello stabilimento

Nel silenzio determinato da un fermo produttivo mai così prolungato per la sospensione a cavallo tra feste natalizie e nuovo anno (le officine dovrebbero tornare a lavorare solo a partire dal 17 gennaio) sulla situazione di Stellantis Cassino ha fatto oggi il punto il segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. Ha presentato un dossier su tutti i siti produttivi che l’organizzazione dei metalmeccanici della Cisl fa semestralmente e con particolare approfondimento a consuntivo dell’anno appena concluso. “È nostro impegno presidiare che i tempi dei nuovi lanci vengano rispettati, facendo il possibile per anticiparli, per limitare l’attuale uso di ammortizzatori perché per tutto il 2025 continuerà ad esserci una difficoltà sui volumi”, ha scandito Uliano. Va ricordato che il responsabile Europa di Stellantis, Jean Philipe Imparato, nell’ultimo incontro del 17 dicembre scorso al Mimit, ha precisato che la situazione in termini di volumi non subirà significative modifiche nel corso del 2025, in quanto i nuovi lanci produttivi nel corso del corrente anno di Melfi, Cassino e Mirafiori impatteranno nel 2026, dove il gruppo francese ipotizza di raggiungere le produzioni di 750.000 unità riscontrate nel 2023. “A Cassino – ricorda il segretario Uliano – vengono sviluppate anche le versioni ibride delle full electric previste su Stelvio e Giulia e in aggiunta un nuovo modello top di gamma sempre su piattaforma large. Mancano ancora risposte importanti sul rilancio di Maserati e altri aspetti che abbiamo richiesto di approfondire necessariamente nei prossimi mesi con Stellantis e Governo”.

Ferdinando Uliano (segretario generale Fim-Cisl) durante un’assemblea sindacale a Piedimonte San Germano

Produzione ai minimi, forza lavoro dimezzata rispetto all’era Marchionne

Fatto sta che la produzione nel 2024 a Piedimonte San Germano è andata sotto le più pessime previsioni sfondando al ribasso anche la cifra minima delle 30mila vetture: sono uscire nei piazzali per la precisione 26.850 Alfa e Maserati, determinando una flessione negativa del -45% rispetto al 2023, la peggiore nella storia dello stabilimento di Cassino. Oltretutto il sito continua a lavorare – quando lavora – su un solo turno dall’inizio anno 2024. L’attuale produzione è rappresentata per il 20% da Alfa Romeo Giulia, il 53% dall’Alfa Romeo Stelvio e il 27% dalla nuova Maserati Grecale, quest’ultima viene prodotta anche nella versione full electric che però viene montata in pochissime unità quotidiane (6-8). “Le potenzialità dello stabilimento di Cassino – ha evidenziato il segretario generale Fim-Cisl – sono enormi basta pensare che nel 2017 la produzione è stata cinque volte l’attuale, con 2.000 dipendenti in più. Attualmente gli occupati sono intorno alle 2.500 unità. Anche Cassino è stato coinvolto da numerose fermate produttive, complessivamente circa 60 giorni in contratto di solidarietà (cds). Nelle restanti giornate il cds coinvolge mediamente 600 lavoratori al giorno. Nella seconda parte dell’anno sono stati coinvolti nella solidarietà anche circa 560 lavoratori dei reparti presse/plastica. In aggiunta alla Maserati Grecale, allo stabilimento è stata assegnata la futura piattaforma STLA Large BEV con i nuovi modelli Alfa Romeo Stelvio e Giulia, in produzione nella seconda metà del 2025 e all’inizio del 2026. Nell’ultimo incontro al Mimit è stato confermato un terzo modello ‘top di gamma’, non si conosce il brand, che verrà prodotto dal 2027. Per tutti i modelli vengono previste le versioni ibride”.

Jean Philippe Imparato, responsabile Stellantis Europa, durante una visita allo stabilimento cassinate

Il 5 febbraio manifestazione a Bruxelles dei metalmeccanici europei

“Crollo dei volumi sui mercati e transizione verso elettrico e digitale – ha tirato le somme il segretario nazionale Fim-Cisl -, sono una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa tutta l’Europa e il suo tessuto industriale più rilevante, che ha portato la Fim-Cisl insieme a tutte le organizzazioni sindacali europee di IndustriaAll Europe ad indire un’importante manifestazione il 5 febbraio 2025 a Bruxelles, che vedrà un’importante partecipazione dei lavoratori metalmeccanici di tutta Europa”. Del resto – ha annotato sempre Uliano – “nel corso del 2024 sono emerse tra noi e il gruppo Stellantis delle valutazioni differenti rispetto al peggioramento della situazione produttiva e alla conseguente necessità di modificare il piano prevedendo soluzioni aggiuntive. Tutto questo è culminato con scioperi e manifestazioni a livello locale e poi con lo sciopero nazionale del settore auto di Fim-Cisl Fiom-Cgil Uilm-Uil del 18 ottobre con manifestazione a Roma e le conseguenti dimissioni del Ceo Carlos Tavares, dopo che qualche settimana prima si era proceduto ad un robusto cambiamento ai vertici dirigenziali. La direzione Stellantis si è poi presentata all’incontro al Mimit il giorno 17 dicembre con una impostazione diversa, integrando il piano industriale con nuove decisioni e investimenti, cogliendo alcune richieste poste dalle organizzazioni sindacali, dalle aziende della componentistica e dalle istituzioni. È necessario verificare il rispetto degli impegni annunciati e avere i riscontri concreti alle questioni che sono state poste, ma che non hanno avuto ancora risposte a partire da Gigafactory e Maserati”.

Lavoratori Stellantis Piedimonte durante un’assemblea davanti alle officine

Prosegue il crollo nelle vendite a dicembre, Fiat al 5,6% di quota mercato

Prosegue il calo delle vendite di Stellantis in Italia a dicembre, pur se a un ritmo meno marcato rispetto al mese precedente. Si chiude in ‘rosso’ anche il 2024. Lo si apprende dai dati sulle immatricolazioni diffusi da Stellantis ed elaborati sulla base della fonte Dataforce e rilanciati da Il Sole 24 Ore-Radiocor: il mese scorso il gruppo, che ha fatto peggio rispetto al resto del mercato (-4,93%), ha messo a segno 24.411 registrazioni, in discesa del 18,1% rispetto alle 29.818 unità dello stesso mese del 2023. A novembre erano diminuite del 24,6%. A dicembre Stellantis aveva una quota del 23,1% del mercato italiano, contro il 26,8% di dicembre 2023. Nell’intero 2024, Stellantis ha immatricolato 452.615 vetture, in calo del 9,9% rispetto alle 502.546 del 2023. Nei 12 mesi, la quota di mercato e’ del 29% (da 32%). La francesizzazione della produzione di quelli che erano i marchi italiani ormai è completa, resta amantenere la banduera Fiat la sola Panda, con 4.510 unità. Seguono la Citroen C3, sul gradino piu’ basso del podio, la Jeep Avenger (disegnata a Torino) e la Peugeot 208. Quanto ai marchi del gruppo, per quanto riguarda i brand ex Fca, Alfa Romeo a dicembre 2024 ha registrato 1.993 immatricolazioni, in rialzo del 31,81% su anno (quota dell’1,89%), Jeep 4.039 unità, in aumento del 2,77% (quota del 3,82%), Fiat 6.196 unità, in ribasso del 41,15% (quota del 5,86%) e Lancia 636 unità, in frenata del 78,84% (quota dello 0,6%). Maserati ha registrato 119 vetture, in discesa del 38,97% (0,11% la quota di mercato). Guardando all’intero anno, Alfa Romeo nel 2024 ha registrato 22.877 immatricolazioni, in calo del 14,59%, Jeep 68.442 unità, in calo del 4,21%, Fiat 143.867 unita’, con una flessione del 17,6%, e Lancia 32.175 unità, in ribasso del 28,32%. La debacle, insomma, è visibile nei numeri e rispecchia la crescente disaffezione degli italiani rispetto a marchi che pur hanno segnato fasi importanti della storia economica e sociale del Paese. Ma che sono ormai, oggettivamente, irriconoscibili.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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