In una città che conosce bene la fatica quotidiana della legalità, ogni gesto di umanità risuona più forte. E questa volta, a parlare sono stati i fiori lasciati davanti alla caserma dei Carabinieri di Cassino: un tributo muto ma potentissimo per Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, i tre militari dell’Arma morti nell’esplosione di Castel d’Azzano.
A rendere ancora più vivo il sentimento di vicinanza, il telegramma inviato dal procuratore capo di Cassino, Carlo Fucci, al Comandante Generale dell’Arma. Non un semplice atto formale, ma un gesto di fratellanza istituzionale, di profondo rispetto umano. La Procura di Cassino, come poche in Italia, lavora ogni giorno sul campo, a stretto contatto con le Forze dell’Ordine. Si conoscono, si stimano, si proteggono. Sono parte di un’unica trincea.
E proprio per questo, quando un carabiniere cade, è tutto il sistema a piegarsi per un istante, colpito nel cuore. Ma subito dopo, si rialza. Con dignità, con orgoglio, con memoria.
L’appello è chiaro: servono rinforzi, servono risorse, serve attenzione. Perché in queste zone troppo spesso lasciate ai margini, la legalità non è mai scontata. È frutto di sacrificio, di coraggio, di amore per il proprio Paese. E a volte, di un fiore lasciato da chi non dimentica.