Sugar Tax, tra salute pubblica ed interessi industriali: l’imposta pronta ad entrare in vigore

L'introduzione anticipata della Sugar Tax ha scatenato una serie di critiche, in particolare dalle industrie del settore

La controversa Sugar Tax, inizialmente prevista per il 2026, è pronta a entrare in vigore il primo luglio 2024, scatenando un acceso dibattito all’interno del governo italiano. Questa imposta, progettata per colpire le bevande zuccherate, mira a contrastare l’epidemia di obesità e altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri. La misura, che sarà applicata a una vasta gamma di prodotti, dalle classiche bibite gassate ai succhi di frutta addizionati di zucchero o dolcificanti, ha l’obiettivo principale di scoraggiare il consumo di bevande ad alto contenuto di zuccheri, incoraggiando scelte più salutari e riducendo così il rischio di obesità e diabete.

La Sugar Tax: tra salute pubblica ed interessi industriali

L’introduzione anticipata della Sugar Tax ha scatenato una serie di critiche, in particolare dalle industrie del settore. L’Associazione dei produttori di bevande analcoliche in Italia (Assobibe) ha stimato una contrazione delle vendite del 16%, previsione accompagnata da tagli agli investimenti e ai posti di lavoro. Inoltre, si prevede un aumento dei prezzi al consumatore finale poiché le aziende potrebbero scaricare almeno in parte il costo della tassa sui prodotti. Questa prospettiva ha sollevato interrogativi sull’impatto economico diretto sui cittadini, soprattutto sulle fasce meno abbienti della popolazione. Le critiche non si limitano al fronte economico, ma coinvolgono anche l’aspetto procedurale dell’introduzione della tassa. L’implementazione anticipata ha sollevato dubbi sulla coerenza e sulla consultazione all’interno della maggioranza governativa. Forza Italia ha espresso il proprio disappunto per la mancanza di un confronto preventivo, ribadendo la propria posizione contraria alla Sugar Tax già manifestata durante la discussione della Legge di Bilancio. In questo contesto, la Sugar Tax si presenta come un’ardua sfida per il governo, che deve bilanciare la promozione della salute pubblica con la tutela degli interessi industriali e il mantenimento della coesione all’interno della maggioranza parlamentare. La sua implementazione solleva interrogativi fondamentali non solo sull’efficacia delle misure di contrasto all’obesità, ma anche sulle dinamiche politiche e economiche del Paese.

Cos’è considerato zuccherato?

Le bevande zuccherate comprendono una vasta gamma di bevande che contengono zuccheri aggiunti, contribuendo così a un eccesso di assunzione di calorie vuote con scarso valore nutrizionale. Queste bevande includono bibite gassate, tè zuccherati, bevande energetiche e per sportivi, e succhi di frutta. Tra le bevande più zuccherate, le bibite gassate occupano la vetta della classifica. Una singola lattina di queste bevande può contenere tra i 35 e i 40 grammi di zucchero, corrispondenti a sette cucchiaini di zucchero, o all’equivalente di circa 20 biscotti o 15 caramelle.

Considerazioni dell’Associazione Consumerismo

L’associazione Consumerismo sostiene vigorosamente l’idea di estendere la Sugar Tax non solo alle bevande zuccherate, ma anche a tutti i prodotti industriali con un alto contenuto di zucchero. Questa proposta riflette l’urgente necessità di affrontare la crescente epidemia di obesità e malattie correlate, causate in parte dall’eccessivo consumo di zuccheri aggiunti. Sebbene le aziende del settore delle bevande zuccherate abbiano sollevato preoccupazioni riguardo alla perdita di posti di lavoro, il comitato tecnico dell’Associazione Consumerismo dubita di questa eventualità. La tendenza in crescita nelle vendite di prodotti “golosi” ma dannosi per la salute suggerisce che l’impatto economico della Sugar Tax non sarà devastante per il settore. Consumerismo evidenzia l’importanza di considerare la compensazione economica per i danni alla salute e le conseguenti riduzioni delle spese sanitarie. Un’influenza positiva nel bilancio dello Stato italiano potrebbe derivare da una riduzione delle malattie correlate all’obesità e al diabete, offrendo benefici a lungo termine per la società nel suo complesso.

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