Ricordiamo che la galleria Capo di China, sulla Superstrada 749 Sora-Cassino nel tratto tra Atina e Belmonte Castello, è interdetta al traffico veicolare già da metà marzo in quanto interessata da lavori di manutenzione straordinaria previsti per ripristinare gli standard di sicurezza e funzionalità dell’infrastruttura e che comprendono il rivestimento strutturale e miglioramento della captazione ed il drenaggio delle acque di percolazione con la realizzazione di un nuovo sistema di impermeabilizzazione e drenaggio, l’installazione di nuovi impianti tecnologici, tra cui l’illuminazione led, i rilevatori di fumo e la videosorveglianza. Un progetto da 14 milioni di euro.
Gli interventi dovevano essere conclusi entro giugno, per l’esattezza era stato indicato il giorno 23 giugno 2025 come data ultima per la conclusione dei lavori. Anas aveva annunciato una proroga di ulteriori 90 giorni, rinviando l’apertura di Capo di China a fine settembre. Una posticipazione rilevante, tre mesi, sulla cui comunicazione era intervenuto il sindaco di San Donato Val di Comino, Enrico Pittiglio, il quale inviò una formale richiesta al Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Luca Di Stefano, per la convocazione “urgente” di un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti nella gestione e negli interventi di riqualificazione in oggetto.
Con una nuova nota diramata nelle ultime ora, Anas ha posticipato ulteriormente il termine dei lavori, rimandando la consegna, forse, ad ottobre. La causa, questa volta, starebbe nei “problemi geomorfologici del terreno e per una questione di sicurezza degli operatori si è deciso di allungare la data di fine lavori”. Un’odissea all’italiana, così potrebbe essere definita la circostanza. Dinanzi la nuova proroga, i sindaci del territorio hanno formalmente espresso le loro perplessità. Un restyling dai tempi biblici che, nemmeno a dirlo, pesa non solo sulla mobilità locale bensì sull’intera viabilità, compreso lo spostamento dei mezzi pesanti tra la città di Sora, la Valle di Comino ed il Cassinate: più volte la nostra redazione ha documentato, con foto e video, rispettivi episodi in cui autoarticolati violavano la segnaletica ed ignorando i percorsi alternativi, oppure TIR “disorientati”, rimasti incastrati sulle strade, tra le montagne del Sud provincia, causando disagi e pericoli.
Da considerare anche le ripercussioni su commercio e turismo: sui mancati intriti tuonano le attività commerciali e le strutture ricettive.