Lascia i domiciliari M.R.I., l’operatrice socio sanitaria residente nel Sorano arrestata a metà luglio nell’ambito dell’indagine che portó alla luce violenze e torture sui pazienti del C.E.M. (Centro di educazione motoria) della Croce Rossa Italiana a Roma. Nella serata di ieri è arrivata la decisione del Tribunale del Riesame di Roma, dopo l’udienza di lunedì 2 settembre. Accolte le richieste della difesa e annullata la misura cautelare per la donna che torna in libertà in attesa del processo.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, dopo mesi di intercettazioni ambientali, aveva fornito elementi agli investigatori e al P.M. dott. Gualtieri per chiedere ed ottenere l’arresto di ben dieci operatori socio sanitari addetti alla cura di 35 disabili presso il C.E.M. Tra questi tre donne della provincia di Frosinone.
L’Oss del Sorano, finita nell’inchiesta, aveva conferito incarico agli Avvocati Menga e Petricca di chiedere l’annullamento della misura cautelare irrogata dalla Dott.ssa De Amicis, G.i.p. del Tribunale penale di Roma. A spiegare i motivi della richiesta alla nostra Redazione erano stati, appena un mese fa, gli stessi legali: “La documentazione fornita dagli inquirenti consente una parziale ‘discovery’ delle ragioni dell’impianto accusatorio che ha indotto il Gip ad irrogare la misura degli arresti domiciliari al posto della custodia cautelare in carcere richiesta dal P.M. Occorrerà, in altri termini, esaminare l’intera produzione probatoria acquisita in sede di intercettazioni ambientali, sussistendo numerose discrasie in ordine alle condotte contestate alla donna”.
Per gli avvocati, fermo restando i deprecabili comportamenti contestati dall’accusa, qualora accertati, era oltremodo necessario fare chiarezza sulle singole condotte degli operatori mediante un attento esame della realtà fattuale e giuridica. Dopo l’udienza in camera di consiglio, il Riesame ha accolto la tesi difensiva. La loro assistita ha così potuto lasciare i domiciliari dopo oltre un mese e mezzo. Respinti gli altri ricorsi. Soddisfatti Menga e Petricca per la decisione che vede ora libera l’operatrice socio sanitaria.
L’indagine
Per l’accusa gli Oss avrebbero inflitto ripetute violenze in particolare ai danni di pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche. Cinque degli arrestati sono accusati di tortura, gli altri di maltrattamenti, aggravati dall’essere stati commessi nei confronti di persone a loro affidate per ragioni di cura, vigilanza e custodia. A carico di uno degli Oss è ipotizzato anche il reato di violenza sessuale in quanto in una circostanza è gravemente indiziato di avere palpeggiato un paziente. Un fascicolo d’indagine, aperto nell’aprile del 2023, a seguito della denuncia dei vertici della Croce Rossa capitolina sporta dopo aver notato che un paziente della struttura presentava una vistosa ecchimosi al volto compatibile con delle percosse, ha fatto emergere quella che il P.M. ha definito “la galleria degli orrori”. Le indagini dei Carabinieri di via In Selci, specializzati nella trattazione dei reati ai danni delle vittime vulnerabili, sono state condotte dall’aprile al novembre 2023 attraverso articolate attività tecniche, acquisizioni documentali ed escussioni testimoniali, che hanno consentito agli organi inquirenti di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati e di accertare costanti maltrattamenti e condotte vessatorie nei confronti dei pazienti ricoverati presso la struttura sanitaria.