Frosinone – Referti in ritardo, odissea quotidiana nel centro prelievi. Che fine ha fatto “zero code”?

Anziani, pazienti oncologici ed altri utenti costretti a tornare in ospedale per più giorni di fila nella speranza di ottenere i referti

Frosinone – Odissea quotidiana per gli utenti del centro prelievi dell’ospedale Spaziani del capoluogo. Nei giorni scorsi, numerose sono state le segnalazioni da parte dei cittadini che hanno usufruito del servizio. O, forse, sarebbe meglio dire del disservizio continuo. Referti online impossibili da scaricare, ritardi anche nella consegna a sportello. Anziani e pazienti oncologici si sono dovuti recare per più giorni di fila in ospedale per cercare di ottenere i risultati degli esami di laboratorio eseguiti.

Una donna malata di cancro avrebbe dovuto effettuare una consulenza specialistica ma i referti non le sono stati consegnati per tempo e così è stata costretta a posticiparla. Un signore molto anziano, impossibilitato ad utilizzare la piattaforma online, è tornato a sportello per tre giorni consecutivi, facendo chilometri e chilometri a bordo di un autobus. E poi ci sono lavoratori, donne in gravidanza, mamme con bambini, persone che sono state costrette a code interminabili per poi sentirsi dire che quei referti – impossibili da ritirare online – non erano disponibili neppure in formato cartaceo in ospedale.

Problemi “tecnici”? Certamente qualcuno li liquiderà così. Come troppo spesso accade. E mentre si fanno proclami su investimenti per le strutture ospedaliere della provincia e potenziamento della sanità pubblica, un servizio base e di fondamentale importanza non riesce a funzionare correttamente per più di una settimana di fila.

Sarebbe opportuno che gli uffici di competenza dessero spiegazioni ai cittadini circa quanto accaduto nei giorni scorsi nel centro prelievi dello Spaziani, visto che nessuno si è neppure giustificato o scusato per i disagi arrecati a centinaia di utenti.

Che fine ha fatto il servizio “zero code”?

Parlando dei laboratori analisi, c’è poi un’altra anomalia da evidenziare. A inizio gennaio, con una nota stampa, la Asl di Frosinone e il Commissario straordinario, Sabrina Pulvirenti, annunciavano di aver attivato “miglioramenti per l’utenza”, proprio in riferimento ai centri prelievi delle strutture sanitarie della provincia. Tra questi spiccava il nuovissimo “zero code”.

Nella citata nota si leggeva: “Dal 15 gennaio sarà attivo il servizio di prelievo ematico “Zero Code” – Non perdiamo tempo per chi ha poco tempo”. Dal lunedì al sabato, presso i Centri prelievi territoriali, sarà attiva la possibilità di accesso diretto e prioritario senza la necessità di effettuare la prenotazione tramite Recup regionale per le seguenti categorie: paziente oncologico in trattamento chemioterapico (cod 048); curve glicemiche (con inizio ore 08:00); neonati e bambini fino a 2 anni; lavoratori dipendenti e autonomi. Le Categorie protette – come ad esempio disabili con carrozzina, deambulatore, dializzati, trapiantati, malattie rare – hanno sempre la priorità di accesso salta fila. I soggetti indicati potranno presentarsi al Centro prelievi distrettuale nella fascia oraria 08.00 – 10.30 (ultimo slot di accettazione) muniti di impegnativa del medico curante con specifica dicitura “zerocode” grazie alla quale verrà garantita la prestazione entro 15 minuti dall’arrivo nel Centro prelievi”.

A distanza di quasi nove mesi la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto il servizio? In pochi lo sanno. Ci sono addirittura medici di base che, ad oggi, non sanno neppure in quale spazio dell’impegnativa debba essere inserita la dicitura “zerocode”. Altri ammettono di non averne mai sentito parlare. È accaduto ad una donna che recandosi dal suo medico di famiglia per avere la prescrizione di alcune analisi, gli ha fatto richiesta di inserire la dicitura in questione sull’impegnativa e si è sentita domandare: “E che cos’è questo Zero Code?”. Ora, volendo credere che si tratti di un raro caso di medico distratto, ci si aspetterebbe che gli altri colleghi operanti nel suo studio associato conoscano il servizio. E invece no. Stando al racconto della donna, nessuno in quello studio aveva informazioni a riguardo.

Sarebbe oltremodo interessante sapere, dal 15 gennaio ad oggi, su quante impegnative in questa provincia sia stata apposta la dicitura “zerocode” e quindi conoscere il numero degli utenti che hanno potuto beneficiare di un servizio che farebbe comodo a molti. Se solo, come tutto il resto, funzionasse correttamente.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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