Asl di Frosinone, i tiratori di giacchette e la pazienza di Rocca sulla nomina del nuovo Dg Cavaliere

I retroscena della nomina del dottor Cavaliere, fatto spostare in fretta dai Castelli Romani. Presidente della Regione stanco delle pressioni

Non è mai saggio tirare la giacca a qualcuno se poi non se ne conoscono a fondo le reazioni. In fin dei conti una prova del nove con il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, la si era avuta con la “brillante” iniziativa del politico di centrodestra che mise su una sottoscrizione fra sindaci per sostenere la conferma della commissaria Sabrina Pulvirenti alla guida della cittadella della salute di via Fabi. Risultato: la manager è stata platealmente esclusa da tutte le cariche di prima fila regionali, quanto a dirigenti delle aziende sanitarie e ospedaliere. Ma stavolta il gruppo dei “tiratori di giacchette” ciociaro s’era organizzato in grande stile.

Era il 6 febbraio e s’era sparsa la notizia che Manuela Mizzoni sarebbe passata dalla direzione generale dell’Asp di Ceprano a quella dell’Azienda Sanitaria frusinate. La determina di nomina regionale – giurano non pochi – era pronta e in procinto di una pubblicazione che, poi, non è mai avvenuta. Nel frattempo il “commando” locale – pronto a spremere quel che è possibile anche dalla sanità in termini di vantaggi (sicuramente leciti) -, s’era messo a girare l’Asl in lungo ed in largo per fare gruppi di adesione di dipendenti: obiettivo osannare il nuovo corso aziendale che si stava grandiosamente concretizzando. Un esponente, ex eletto del centrodestra e frequentatore di segreterie assessorili nonché astuto affossatore di candidature, aveva fatto circolare perfino una copia del decreto di nomina. Insomma – almeno apparentemente – sarebbe stata una botta sicura. Sia chiaro, la dottoressa Mizzoni non aveva alcun bisogno di volenterosi facilitatori nel suo percorso professionale; così come la commissaria Pulvirenti: entrambe hanno profili di competenza e preparazione utili a ricoprire tutti i ruoli dirigenziali. Ma i “tiratori di giacchetta” sono quelli che vogliono andare sul sicuro e quindi sposano la causa che nessuno gli chiede di perorare, quando sanno che vincere sarà facile. Il vento del potere lo avvertono come una dolce spinta che ti cambia la sorte. Eppure riescono a fallire anche in questo, perdendo goffamente pure l’abbrivio scritto nero su bianco su un foglio bollato di via Cristoforo Colombo.

Dal no a Palmieri al decreto di nomina di Mizzoni, fatto girare ad arte

Perché a Rocca – che sembra distante e attento alle mille cose romane – qualcuno ha raccontato la storiella dei tiratori di giacchetta ma anche dell’altro. Come nel caso del manager ciociaro, Mauro Palmieri, finito a fare il Dg a Chieti e inviso localmente perché reo di avere un fratello nel centrosinistra di Torrice. Notoriamente una di quelle accuse che non lasciano scampo in tutto il centrodestra (resistere a Torrice val bene una mancata nomina). Allo stimato professionista è toccato pendolarizzarsi. Poi ci sono le manovre in corso per un riassetto di cariche tra Asp di Ceprano e Asl del capoluogo, che ha avuto effetti anche sulla situazione della politica comunale del capoluogo. Le interconnessioni sono state tante. L’assessore regionale Giancarlo Righini era in qualche misura interessato, anche se poi s’è capito che la consigliera comunale monticiana a lui vicina non aveva titoli per prendere parte al bando di individuazione del nuovo direttore generale dell’Azienda dei servizi alla persona. Ma potrebbe – l’esponente del centrodestra monticiano – rientrare comunque in gioco quando si dovrà scegliere politicamente il successore del presidente Gianfranco Pizzutelli. Quest’ultimo, va ricordato, leader del Polo Civico, arruolato in fretta e furia nelle file del centrosinistra dal leader pd Francesco De Angelis col benestare dell’allora governatore Nicola Zingaretti, è oggi in fase di ponderata riflessione critica. Uno di centrodestra, che ha avuto uno sbandamento, e ritorna sui suoi passi? Ci sta, ci sta.

Le prospettive di azienda sanitaria e ospedale Spaziani: ombra pontina

Insomma il buon governatore Rocca aveva ampio materiale per farsi girare gli zebedei, oltretutto in una materia – la sanità – che lui padroneggia per mestiere e che gestisce senza esitazioni insieme ad Andrea Urbani, l’uomo alla guida della direzione regionale Salute e Integrazione socio-sanitaria. Ci ha messo un attimo per spostare l’appena nominato manager dell’Asl Roma 6, Arturo Cavaliere, a Frosinone: meglio un problema in più nella gestione dell’ospedale dei Castelli ed uno in meno nella “giungla” ciociara, avrà pensato il presidente. Peraltro contando per Cavaliere su un contratto di lavoro già fatto e immutato, solo spostato di 72,8 chilometri, un’ora e 4 minuti in auto. Ora c’è quella che un esponente del centrodestra ciociaro bolla come una favola metropolitana. Cioè che la dottoressa Mizzoni possa diventare il nuovo direttore amministrativo dell’Asl. Insomma, se s’è dovuto far cambiare poltrona repentinamente ad un direttore generale perché s’è strappata la nomina della manager proveniente dalla sanità privata, perché mai adesso la stessa professionista dovrebbe essere chiamata a rientrare da numero due nella direzione di via Fabi? Misteri stravaganti degli equilibri di un centrodestra locale abbastanza sfibrato e poco incisivo, a giudicare dai risultati.

In fatto di abbrivi e di scenari vien da ricordare l’ineffabile Zingaretti che, di fronte alle lamentele ciociare, ad un certo punto sentenziò: “A voi abbiamo dato il nuovo ‘Spaziani’, a Latina la prefigurazione del Dea di secondo livello”. Adesso a Latina arriva anche il nuovo Goretti. Vuoi scommettere che pure lo Spaziani, come già accaduto a Sora e Cassino, con questo andamento impalpabile dei “leader” locali, si trasformerà in uno splendido e poco utile (per la pelle dei residenti) ospedale di prossimità? Basta inserire il pronostico e aspettare. Sperando, stavolta, di non azzeccarci.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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