“Donne di cristallo”, un inno all’amore puro e alla figura femminile: l’opera di De Santis

"L’opera rappresenta l’esaltazione della figura femminile, in un’epoca in cui la conflittualità uomo-donna si è molto accentuata"

È un’ode alla donna, nella sua dimensione divina e divinatoria, la silloge di Massimo De Santis dal titolo “Donne di cristallo”, pubblicata nella collana “Altre Frontiere Britanna” dell’Aletti editore, poiché tradotta anche nella versione inglese, in collaborazione con SSML Istituto di Alti Studi Linguistici “Carlo Bo”.

«L’opera – racconta l’autore che vive ad Arce – rappresenta l’esaltazione della figura femminile, in un’epoca in cui la conflittualità uomo-donna si è molto accentuata per l’evolversi in positivo della presenza femminile nella società. Il libro analizza la figura della donna, poeticamente parlando, riscoprendone le peculiarità: un cristallo puro ed infrangibile a cui è dovuto assoluto rispetto e amore esclusivo». Come in uno specchio, i versi riflettono, in maniera nobile e raffinata, un “dolce stil novo” dei tempi moderni, in cui l’ispirazione è frutto di una lunga serie di riflessioni.

«Il poeta Massimo De Santis – scrive, nella Prefazione, il professor Hafez Haidar, pluricandidato al Premio Nobel per la Letteratura, arabista e scrittore noto per la traduzione del best seller “Le mille e una notte” – rivolge al cuore della propria amata, che definisce affettuosamente “estrosa pellegrina”, un’appassionata dichiarazione d’amore, nella quale esprime i propri sentimenti e i propri desideri».

La poesia di Massimo è un viaggio interiore alla scoperta di sé stessi, in cui si arriva alla meta grazie al potere catartico della scrittura, che consente di liberare l’animo dalle ancore negative che ostacolano il percorso. «Attraverso la poesia si riesce a ricongiungersi con il tutto di cui siamo fatti. Un percorso che porta all’autodeterminazione e, quindi, alla consapevolezza. La poesia è un eccellente mezzo terapeutico di cui bisognerebbe abusarne. Solo, occorre preparazione affinché si riesca a comprendere il meccanismo». Senza ragionarci troppo, l’autore riesce, così, a toccare le corde del cuore, altrimenti stonate e arrugginite nel corpo e nella mente, aiutandosi con un’altra versione linguistica, quella inglese.

«La scelta della traduzione è per avere una speranza che quest’opera riesca a prendere piede in tutto il mondo: utopia che riverbera nella mente dell’autore, conscio della triste realtà della poesia». Le liriche rappresentano una vera e propria esperienza tangibile, non solo frutto di un’idea astratta, in cui il lettore può rispecchiarsi per riconciliarsi con sé stesso. «Leggere un libro di poesie – conclude l’autore De Santis – significa entrare nello specchio di un altro e, di conseguenza, porsi davanti al proprio specchio, cosa che i pragmatici difficilmente fanno. In definitiva, vorrei trasmettere un po’ di amore puro, di cristallo».

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