L’onorevole Nicola Ottaviani, almeno fino a ieri sera, pareva come uno di quei registi che si vedono sfuggire di mano la trama. Col risultato che i film diventano intricati, complicati, dei veri rompicapo. L’attività di sostegno e protezione al sindaco Riccardo Mastrangeli non ha evitato l’esito che fino – a poche ore dall’inizio del Consiglio comunale di questa mattina sul bilancio di previsione – pare destinato quanto meno a far saltare la seduta per mancanza del numero legale. Nulla di irreparabile, se sarà così, ma un segnale evidente che la stagione del tirare avanti a prescindere da tutto e da tutti è finita. E che qualcosa occorre fare per riequilibrare la nuova maggioranza, mostruosamente cresciuta dalle ceneri di quella a cui hanno dato fiducia gli elettori del capoluogo nel 2022.
Una poltrona disponibile per tre richieste di assessorati
Il problema è solo che gli attori protagonisti hanno piegato le loro storie, in maniera anche disastrosamente imprevedibile, come sta accadendo dentro Fratelli d’Italia. E che tornare alla prova di forza pura, e senza ostacoli reali da parte dei “partner”, architettata da Ottaviani appare ad ogni passo meno probabile. Le uniche trattative a cui Mastrangeli s’è prestato, quelle con Fratelli d’Italia (del duo Fabio Tagliaferri–Franco Carfagna), con Polo Civico (di Claudio Caparrelli ed Andrea Turriziani), col presidente del Consiglio comunale Max Tagliaferri e di parti della Lista Marzi, ha solo sortito l’effetto di suscitare la reazione della Lista per Frosinone del vice sindaco Antonio Scaccia. Polo Civico candita per l’assessorato Francesco Trina? ‘Manco per niente – sostengono Scaccia e colleghi – noi con l’ingresso di Francesco Pallone siamo a 4 consiglieri e abbiamo diritto al secondo assessore’ (tra i possibili prescelti Alessandra Sardellitti).
Giochi di sponda Mattia / Scaccia e Fabio Tagliaferri / Polo civico
Come pure – sostengono sempre dalle parti di Scaccia – Fratelli d’Italia ha diritto al terzo assessore (e potrebbe essere la volta buona per Sergio Crescenzi). Così Mastrangeli – che ha a disposizione il solo posto lasciato libero da un anno e mezzo da Maria Rosaria Rotondi – si trova a dover dare risposte a tre richieste di assessorato: quello atteso dal Polo civico, quello sollecitato dal vicesindaco e quello a cui lo spezzone di Fratelli d’Italia di Fabio Tagliaferri e Franco Carfagna non ha neppure accennato; posizione che, però, ora rivendica con forza la componente dell’onorevole Aldo Mattia. Che sul punto aveva un accordo congressuale proprio con il presidente di Ales: ‘guida del circolo a voi ma quando si creererà l’occasione in giunta entrerà uno dei nostri’. E a fare la fila da mesi c’è Crescenzi.
Il rompicapo di Mastrangeli: sostituire almeno un assessore
Sia Scaccia che Mattia, poi, dicono no all’assessorato a Polo civico. L’ascesa di Trina in esecutivo pare quindi bloccata, anche se resta complicata la scelta del primo cittadino. Che o trova un altro posto in giunta (oltre alla famosa delega alla Polizia locale) sostituendo almeno uno degli attuali assessori (la più esposta politicamente pare Laura Vicano perché la costellazione leghista resterebbe intoccabile) o rischia di dover azzerare tutto. Ma quest’ultima è un’ipotesi che il tandem Mastrangeli/Ottaviani non intende neppure prendere in considerazione, viste le possibili conseguenze esiziali per la consiliatura.
Fratelli d’Italia, nessun progetto politico: fallimento raggiunto
Va ricordato che sotto l’asse Scaccia/Mattia, come sotto il contrapposto gioco di sponda Fabio Tagliaferri/Polo civico, corrono le grandi manovre per le elezioni provinciali. Sergio Crescenzi, consigliere meloniano uscente a Palazzo iacobucci, chiede risposte al suo partito sulla conferma. Ovviamente non arrivano né arriveranno. Infatti Tagliaferri sta gettonando Franco Carfagna per quel seggio, senza peraltro aver prima coinvolto gruppo consiliare e meno che mai circolo. Una bella tattica kamikaze che sta allontanando dalle posizioni del presidente Ales un pezzo del gruppo consiliare sempre più vicino a Mattia, senza contare il fallimento complessivo di qualsiasi progetto politico del partito di maggioranza, per ridimensionare il ruolo della Lega e riaffermare la propria centralità nella coalizione.
Si spera nell’accordo basato sulla paura di tornarsene a casa
La soluzione nelle ultime ore non era in vista, anche se c’è molti giurano che un accordo si troverà. Nessuno vuol tornarsene a casa (a meno che non sia Mastrangeli a spingere tutti fuori da Palazzo Munari o che si trovino le firme di chi ci mette la faccia per fermare la sarabanda). Intanto questa mattina la convocazione, come visto, potrebbe andare a vuoto. Sarà riconvocata la seduta a spron battuto e tanto – figuraccia a parte – c’è tempo per rimediare. Non saranno presenti i 2 consiglieri di Polo Civico (ovviamente contrariati dai veti su Trina) oltre a Carfagna e Francesca Campagiorni (per esprimere l’insoddisfazione dell’ala tagliaferriana di FdI). Gli altri 3 consiglieri di FdI stavano decidendo a notte fonda il da farsi. E quest’ultima cosa già qualcosa suggerisce sulla piega che stanno prendendo le cose.
Brindisi con selfie: così la maggioranza diventa minoranza
Ma per avere un’istantanea abbastanza veritiera basta, appunto, il selfie che Fabio Tagliaferri s’è scattato ieri sera al brindisi organizzato in un’enoteca di via Adige. Dietro di lui tanti attivisti e due soli consiglieri comunali. Assenti Paolo Fanelli, Sergio Crescenzi e Marco Ferrara. Insomma non c’era la maggioranza del gruppo di maggioranza con la maggioranza del gruppo che – a questo punto – pare ormai diventata minoranza in FdI Frosinone. A proposito di trame che ti intrappolano il cervello e che perfino Ottaviani fatica a sbrogliare, siamo proprio al punto in cui nulla sembra ordinario ma nemmeno appare paradossale. Vuoi scommettere che il finale sarà a sorpresa?