Cassino, riapre il viadotto di San Michele: conclusi i lavori di messa in sicurezza

Gli interventi hanno richiesto l'installazione di 85 pali a una profondità di trenta metri per bloccare la frana

Terminati i lavori per la messa in sicurezza della zona di San Michele, interessata da un serio movimento franoso, è stato inaugurato il rifacimento della rete stradale che consente il ripristino del collegamento viario con il confinante comune di Sant’Elia Fiumerapido. Il collegamento interrotto dal movimento franoso, un fenomeno datato oltre dieci anni con comprensibili allarmismi per chi lì abita, aveva creato grossi disagi ai residenti della zona costretti a fare lunghi percorsi alternativi.

Particolare soddisfazione ha espresso il sindaco Enzo Salera che ha tagliato il classico nastro, presenti diversi cittadini della ridente contrada. Con lui l’assessore Annarita Petrillo, i consiglieri Edilio Terranova, Rosario Iemma, Riccardo Consales, Alessandra Umbaldo, Bruno Galasso, il direttore dei lavori, Emiliano Cordischi e i titolari della Geodes, la società di Esperia esecutrice dell’intervento. Presente tra gli altri l’ex consigliere comunale Antoine Tortolano cui molto è stata a cuore la soluzione del problema e tanto si è dato da fare a suo tempo perché se ne venisse a capo.

“Era un problema grosso e serio che si trascinava da anni – ha detto il primo cittadino –. Abbiamo messo in sicurezza una zona di San Michele interessata da un movimento franoso che aveva messo a rischio diverse abitazioni. Nel 2014 ci fu addirittura una grande fuga di gas per la rottura della condotta che ci costrinse a evacuare la zona. È uno dei tanti interventi nel nostro Comune, insieme ad altri per la stessa finalità. È stato possibile grazie al finanziamento di un milione di euro del ministero dell’Interno, specifico per il contenimento delle frane. Complessivamente abbiamo ottenuto cinque milioni di euro per la messa in sicurezza di alcune zone della periferia cittadina. Questo di San Michele è uno dei più importanti e complessi dal punto di vista tecnico, eseguito con una alta tecnologia al fine di evitare il ripetersi del fenomeno”.

L’intervento ha richiesto la “riprofilazione” (questo il termine tecnico n.d.r.) del versante franoso e una palificazione in profondità. “Sono stati posizionati 85 pali fino alla profondità di trenta metri, più dieci “dreni” orizzontali”, spiega il consigliere Riccardo Consales, di professione geologo, che ha seguito con particolare attenzione i lavori. E aggiunge: “Ma soprattutto importante che siano state fatte delle opere di drenaggio per far scorrere e allontanare l’acqua, uno dei motivi scatenanti della frana nel corso di questi anni. L’intervento è durato un po’ più del previsto per via degli accorgimenti necessari a operare in sicurezza. Peraltro quando si fanno lavori di tale portata, che richiedono operazioni di scavo per lo spostamento dei setto servizi, imprevisti sono dietro ogni angolo”.

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