Congresso Pd, verso verifica del tesseramento e pronuncia sui ricorsi. Candidature al 20 gennaio

In federazione i tesorieri provinciale e regionale concludono la raccolta di iscrizioni e quote. Il 10 la pronuncia sui ricorsi dei circoli

Il tesoriere della Federazione provinciale di Frosinone Vittorio Save Sardaro e l’omologo del Pd Lazio Emiliano Pittueo concluderanno stasera la raccolta di tessere e quote dai segretari e dai delegati dei circoli Pd della provincia di Frosinone per verificare effettivamente la regolarità numerica del tesseramento. Le giornate di ieri e di oggi sono state organizzate direttamente dal segretario del Pd Lazio, Daniele Leodori, proprio mentre nelle stesse ore la commissione di garanzia regionale si accinge a valutare tutti i ricorsi presentati dai circoli (una cinquantina) contro le anomalie verificatesi dal 23 dicembre in poi, nella seconda fase del tesseramento. Infatti c’è stata una prima parte di distribuzione di 1600 tessere svoltasi ordinatamente e dietro verbale, con tanto di presa in carico dei tagliandi, da parte dei segretari o delegati di circolo a cui è seguita la distribuzione – ritenuta dai ricorrenti mancante di qualsiasi criterio – di ulteriori 1400 tessere da parte del segretario organizzativo del Pd Lazio, Andrea Ferro, giunto a Frosinone senza che l’operazione fosse concordata con la commissione congresso e, quindi, con tutte le anime del Pd ciociaro. Tra le accuse contenute nelle impugnative c’è quella che le tessere della seconda ondata a qualcuno siano giunte – evidentemente a chi è vicino alla alleanza che intendeva promuovere adesioni (Area Dem e Area Schlein) – ed a qualcun altro no: magari a chi è vicino all’altra alleanza (Rete Democratica e Base Riformista).

I ricorsi saranno esaminati il 10 gennaio. Il Pd regionale dovrà verificare l’esistenza o meno di anomalie nella raccolta delle adesioni – come l’emergere di numeri esorbitanti di iscritti in alcune specifiche realtà – per poi avviare o meno la fase congressuale. Intanto ieri le schede contestate – quelle portate da Ferro in federazione – sono state catalogate in una scatola diversa da quella che contiene le schede relative al tesseramento originario. La scadenza della presentazione delle candidature alla segreteria – al momento quelle di Luca Fantini (Battisti-Pompeo) e di Achille Migliorelli (De Angelis-Grossi) – è stata spostata al 20 gennaio dalla direzione regionale. Il partito a questo punto ha tre strade che può alternativamente percorrere e c’è da presumere che sarà il nazionale a decidere: o stabilire che tutto è avvenuto nella norma, dando il via all’assemblea provinciale. Oppure individuare irregolarità comunque sanabili e, per questo, concedere un ulteriore periodo extra per il tesseramento anche da parte di quanti non hanno potuto eseguirlo. Infine stabilire che le irregolarità riscontrate sono insanabili e, perciò, procedere al commissariamento della federazione dem della provincia di Frosinone.

Maggiani, Pironi e Mazzocchi scrivono direttamente alla Schlein

Intanto i cuperliani hanno deciso di inviare una nota alla segretaria nazionale dem. Alessandra Maggiani (Assemblea nazionale Pd), Toni Pironi (direzione provinciale PD Frosinone) ed Ermisio Mazzocchi (direzione provinciale Pd Frosinone) precisano che il loro documento è finalizzato “non solo a sottolineare avvenimenti, assai gravi, che minano la credibilità del partito e mettono in discussione lo svolgimento trasparente del congresso, ma anche a sollecitare una maggiore attenzione da parte degli organismi di garanzia regionali e nazionali finora gravemente silenti. Già nel momento della nomina della Commissione per il Congresso, abbiamo fatto presente come ‘Promessa Democratica’ che la composizione della stessa non fosse rispondente alle previsioni di Statuto e Regolamenti, perché non rappresentava le sensibilità del partito e perché non rispecchiava gli equilibri di genere. Soprattutto abbiamo sottolineato che la commissione proposta non avrebbe potuto svolgere funzioni di garanzia perché escludeva proprio chi non si era schierato con nessuna delle parti contendenti, creando di fatto un meccanismo conflittuale che non garantisce una serena gestione del percorso democratico. Quanto premesso – in aggiunta alla anomalia che un presidente di una commissione di garanzia sia stato nominato presidente della commissione congressuale – ci ha spinto a depositare un ricorso il 4 dicembre scorso a cui nessuna Commissione di garanzia ha dato seguito. Un silenzio acquiescente degli organismi di garanzia regionali che sono evidentemente più preoccupati di conservare assetti di potere che la democrazia interna e il rispetto delle regole. Le cose sono deflagrate definitivamente il giorno in cui il responsabile organizzazione del PD Lazio, ha distribuito brevi manu e senza nessun criterio 1200 tessere anche a persone non iscritte al PD, inquinando in modo irreversibile il tesseramento e il percorso congressuale. Il tutto – ripetiamo – nel silenzio totale degli organismi di garanzia a tutti i livelli”.

“Un percorso congressuale inquinato in maniera irreversibile”

“Siamo ancora – scrivono Maggiani, Pironi e Mazzocchi – tra coloro che ritengono il congresso un momento di massima espressione di democrazia attraverso il sano e trasparente confronto tra diverse piattaforme politiche. Un momento in cui anche il semplice iscritto ha diritto di partecipare ad una discussione che sia incardinata sui problemi e sulle prospettive anche preoccupanti della nostra provincia: accentuata deindustrializzazione, famiglie border-line poco sopra la soglia di povertà, aumento di abbandono scolastico e neet, anziani soli per cui non ci sono accessi ai servizi. Tutto questo non troverà spazio nel nostro congresso perché il dibattito sarà solo tra personalismi contrapposti. Da anni gli organismi dirigenti sono svuotati di ogni autonomia e contenuto perché frutto di una selezione tribale dei componenti. La conflittualità odierna è, infatti, frutto del silenzio che ha lasciato spazio a chi utilizza il potere interno solo per affermazione personale. Quando ti abbiamo eletto, abbiamo sperato che la ventata di novità che ci ha rigenerato arrivasse anche a Frosinone. Ad oggi non è così e si ripropongono le stesse dinamiche già viste per decenni, che hanno soffocato questo partito. Per tali motivi riteniamo importante che ci sia un gesto concreto della tua attenzione anche sul nostro piccolo territorio di provincia. Un segnale concreto per chi, come noi, ha a cuore il bene del Partito e per i ragazzi che vengono ad iscriversi ancora fiduciosi che la politica possa essere uno strumento per costruire un futuro migliore”, concludono Alessandra Maggiani, Toni Pironi ed Ermisio Mazzocchi.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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