Elezioni Frosinone, l’intervista al candidato Iacovissi

Vincenzo Iacovissi in corsa per la fascia da primo cittadino: "Ecco il futuro che ho in mente per Frosinone"

Frosinone – Sono molti i temi inseriti nei punti, linee guida o programmi dei candidati alla fascia tricolore.  Ma ci sono alcuni argomenti con aspetti più scottanti. Che riguardano situazioni complesse, che pongono di fronte a decisioni sul continuare o meno su strade – anche molto diverse – imboccate dalle amministrazioni precedenti.

Abbiamo posto le stesse domande a tutti i candidati alla carica di sindaco. Il primo a rispondere Vincenzo Iacovissi.

Qual è secondo lei la vocazione economica di Frosinone per i prossimi 5 anni?
“Frosinone deve avere la capacità di pensare in grande e guardare con fiducia al futuro. La realizzazione della città intercomunale del Grande Capoluogo, che ispira il nostro progetto politico e amministrativo, ha l’obiettivo di dare all’area del frusinate una vocazione economica nuova e sostenibile, fondata sul connubio fra società dei servizi e salvaguardia ambientale. I prossimi anni saranno fondamentali in questa direzione, a patto che Frosinone sappia promuovere sinergie con i Comuni vicini per creare un bacino di servizi attrattivo verso l’esterno e con positive ricadute all’interno. Cultura, socialità, formazione universitaria, infrastrutture adeguate, sostenibilità ambientale gli assi su cui costruire il futuro dei frusinati e della Ciociaria”.

Cosa può fare il comune in termini di politica economica per incentivare il lavoro e bloccare la fuga dei giovani?
“I Comuni non possono creare lavoro diretto, ma possono creare le condizioni favorevoli per incentivare l’occupazione. Abbiamo una grande emergenza demografica, perché negli ultimi 20 anni circa 5 mila persone hanno abbandonato la nostra città in cerca di un futuro migliore altrove. È un fenomeno gravissimo che va arginato e superato prima possibile. Per impedire la fuga dei giovani dobbiamo determinare opportunità di studio e lavoro sul nostro territorio. In questo quadro Frosinone deve porsi come guida di un processo di lotta allo spopolamento che interessa l’intera provincia, ma del quale noi paghiamo il prezzo più salato. Mediante la leva tributaria locale, il Comune può creare forme di sgravio e incentivo per le imprese che intendano avviare una nuova attività, e attraverso una politica infrastrutturale si possono creare indotti di occupazione. Se avremo l’onore di governare la città tra i primi atti prevederemo l’istituzione di una task force per partecipare ai bandi comunitari, perché solo dall’euro-progettazione possono arrivare quelle risorse per rilanciare la città in termini di sviluppo e investimento”.

Cosa intende fare per favorire la crescita della nostra Accademia e dell’Università?
“L’Accademia, assieme al Conservatorio di musica, rappresentano due autentiche eccellenze del nostro territorio, il cui lavoro va valorizzato e messo in connessione più immediata con la città e con le altre istituzioni culturali. L’attuale offerta universitaria in città è assolutamente carente, e bisogna quindi ampliarla mediante il ricorso a convenzioni con gli atenei operanti nel Lazio per realizzare a Frosinone un centro interuniversitario regionale, in cui giovani frusinati e non solo possano frequentare i principali corsi di laurea senza dover ricorrere a onerosi trasferimenti fuori sede oppure alla difficile scelta del pendolarismo. Su questo investiremo molte delle nostre energie”.

Quali sono le sue priorità infrastrutturali per il Capoluogo?
“Frosinone abbina un disordinato sviluppo urbanistico ad una mobilità estremamente caotica. In alcune fasce orarie diventa quasi impossibile recarsi da un capo all’altro della città, e ciò è grottesco oltre che inaccettabile in un territorio così ristretto. Sappiamo purtroppo che oltre ai circa 45 mila residenti, nei giorni feriali sul capoluogo transitano circa 150 mila persone, e questo rende ingestibile la situazione. Ecco perché la priorità deve essere quella di completare anzitutto l’anello viario intorno alla città, per decongestionare il traffico interno e riportarlo a livello fisiologici. La mobilità deve essere trasformata favorendo il ricorso ai mezzi pubblici (ecologici), il cui servizio di trasporto va completamente rivisto, potenziato ed aggiornato. Se non renderemo Frosinone una città dinamica e smart, non sarà possibile porsi come polo di eccellenza nel settore dei servizi e della cultura”.

Come intende gestire la macchina comunale e quali scelte di bilancio e di riorganizzazione pensa di attuare nella sua legislatura.
“Lavorando presso una pubblica amministrazione posso dire che l’obiettivo principale per favorire l’efficienza della macchina burocratica è intervenire in primo luogo sulla motivazione e sul senso di appartenenza dei dipendenti, facendoli sentire veramente protagonisti del cambiamento. Non è un processo facile e neanche rapido, ma è l’unica strada a mio parere per una gestione delle risorse umane innovativa e non autoritativa. Gli attuali settori di organizzazione andranno sicuramente rivisitati, ma non prima di una effettiva verifica dei risultati. Sul piano di bilancio, invece, certamente presteremo una particolare attenzione alle politiche giovanili, al sociale, all’istruzione e alla cultura, settori che hanno sofferto molto negli ultimi lustri e che invece sono il volano per la città aperta, solidale ed europea che abbiamo in mente”.

Quale è la sua idea per l’area dell’aeroporto Moscardini?
“Reputo un fallimento dell’attuale rappresentanza parlamentare e regionale il paventato, e purtroppo probabile, trasferimento del 72° stormo e della Scuola elicotteri a Viterbo. Il nostro territorio rischia di essere privato di un fiore all’occhiello quasi nel silenzio impotente di chi avrebbe il compito di rappresentare con forza le istanze della nostra terra. Il Comune dovrebbe quindi opporsi per quanto ancora possibile ad una simile eventualità. Nel caso in cui non vi sia più nulla da fare, dovremmo quindi interrogarci sul futuro di quell’area. Tra le diverse idee in campo penso meriti una riflessione quella di Legambiente per la realizzazione di un parco fotovoltaico, alla quale io affiancherei però anche un parco tematico che sia testimone per le future generazioni di ciò che ha rappresentato la presenza della scuola elicotteri, per non disperdere l’identità di quel luogo di eccellenza conosciuto in tutto il mondo”.

Il Parco Matusa deve rimanere così, oppure va trasformato?
“Oggi il parco Matusa non è, purtroppo, un polmone verde della città. Un’occasione mancata dall’attuale amministrazione. L’impegno è di trasformarlo in un vero parco. Il primo passo sarà la piantumazione di alberi di alto fusto e la limitazione della presenza di cemento, che diano già oggi il senso di un parco comunale, allontanandolo dalla dimensione di prato”.

Progetti per il Centro storico?
“Il centro storico è attualmente la parte della città che subisce i maggiori disagi in termini di vivibilità quotidiana. Molti immobili risultano disabitati e manca una adeguata attenzione al decoro in quello che deve tornare ad essere il salotto della città. Occorre uno scatto in avanti, coinvolgendo maggiormente i residenti in progetti di rivitalizzazione della c.d. parte alta, così da conciliare la necessità di un rilancio commerciale e culturale dell’area con i diritti di quotidianità di chi ci abita. Non è un caso che nella nostra idea le istituzioni principali della città debbano esistere nel centro storico, con i positivi indotti che conosciamo, ma allo stesso tempo non va dimenticata la necessità di risolvere l’annoso problema della disponibilità di parcheggi. Infine, bisogna trovare un contemperamento delle misure di pedonalizzazione temporanea, che pur essenziali per rendere fruibile questo salotto dei frusinati, non possono e non devono tradursi in discriminazioni a danno dei residenti. In questa direzione, l’obiettivo è riportare giovani e famiglie a vivere nel nostro bellissimo centro storico con incentivi e sgravi per gli affitti degli immobili a scopo sia residenziale che commerciale”.

Cosa intende fare per una mobilità più sostenibile?
“Come detto, in alcune ore del giorno Frosinone appare una città invivibile proprio a causa della mobilità. Una trasformazione deve essere basata sulla prevalenza del trasporto pubblico, alimentato ad energia pulita, capace di collegare centro e periferie, e un nuovo piano del traffico che riveda il sistema dei sensi di marcia, privilegiando il più possibile lo scorrimento per sensi unici che esiste in quasi tutte le città medie oltre che nelle metropoli. La previsione di sensi unici favorirebbe anche la creazione di piste ciclabili fruibili in condizioni di sicurezza. Inoltre, va ripensato l’accesso alla stazione ferroviaria che attualmente appare difficoltoso e di difficile lettura per chi proviene dall’esterno. In ogni città che si rispetti la stazione deve essere facilmente raggiungibile con ogni mezzo, perché è per definizione un luogo di interscambio. L’occasione del restyling annunciato dovrebbe tenere conto di questa fondamentale esigenza di praticità e mobilità”.

E il fiume Cosa?
“Ero studente delle scuole medie e già ne sentivo parlare. Adesso ho 39 anni e mi pare ancora che il parco assomigli più ad un’araba fenice più che ad un dato tangibile della realtà. Questo è un vero peccato, perché quell’area è il cuore pulsante del patrimonio verde della città che va finalmente restituito alla fruibilità dei frusinati. Si al parco sul fiume quindi, con un cronoprogramma e un progetto chiaro, coinvolgendo anzitutto quelle associazioni che negli anni si sono occupate di avere cura delle sponde del fiume, per renderle partecipi di uno sviluppo integrato di questo bene comune”.

Opportunità del Pnrr per il capoluogo?
“Il PNRR costituisce un’occasione unica per l’Italia e anche per il nostro territorio. Per non perdere il treno dobbiamo quindi avere il coraggio di investire in progetti per la transizione energetica, lo sviluppo sostenibile e una mobilità adeguata ai tempi. È questo il terreno in cui stimolare un approccio europeo e di largo respiro, di Frosinone e dell’area vasta del frusinate. La task force per la progettazione cui facevo prima cenno avrà anche questo compito”.

Quali potrebbero essere le capacità di Frosinone per fungere da traino anche per i comuni più piccoli?
“Frosinone deve porsi alla guida di un processo di innovazione nel governo del territorio. La città intercomunale è la sede naturale per catalizzare l’attenzione dei Comuni vicini e realizzare una vasta area di 150 mila abitanti per contate di più sui tavoli istituzionali dove si decidono le sorti a medio e lungo raggio della nostra terra. Dopo il colpevole svuotamento del ruolo delle province, infatti, relegate ad enti di secondo livello dallo scarso peso politico, il capoluogo deve tornare a recitare un ruolo da protagonista. Noi ci crediamo molto e dedicheremo le nostre energie a questo obiettivo”.

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