Frosinone – La chiusura di Piazzale Kambo, annunciata attraverso un’ordinanza emessa dal comandante della Polizia locale, Dottor Dino Padovani, sta generando un acceso dibattito tra i cittadini. Il provvedimento, entrato in vigore da questa mattina, vieta la sosta e la circolazione nell’area, lasciando molti residenti e pendolari a fare i conti con una logistica complessa e un’organizzazione del traffico che non sembra rispondere alle loro esigenze. Oggi, primo giorno, è stato il caos e sono piovute critiche.
Un progetto che divide
L’idea alla base della chiusura è quella di trasformare Piazzale Kambo in una nuova “Piazza dello Scalo”, parte di un piano di riqualificazione della stazione di Frosinone. L’obiettivo è nobile: ridisegnare l’area per conferirle un aspetto più moderno e fruibile. Tuttavia, i risultati immediati del progetto sembrano scontrarsi con le esigenze quotidiane di chi utilizza la zona.
L’assenza di parcheggi adeguati e la deviazione obbligatoria del traffico verso altre vie, come Via Puccini e Piazza Giovanni XXIII, hanno provocato notevoli disagi. Nonostante siano stati istituiti stalli per la sosta breve e per le persone con disabilità, il numero limitato di posti non è sufficiente a soddisfare la domanda. Inoltre, la nuova regolamentazione della viabilità ha complicato l’accesso alla stazione, penalizzando pendolari e residenti.
Una piazza vuota: un sogno mancato?
La critica principale al progetto risiede nella mancanza di una visione inclusiva. La “Piazza dello Scalo”, al momento, appare vuota e priva di elementi che la rendano davvero un punto di riferimento per la comunità. Non ci sono giochi per bambini, spazi dedicati alle famiglie o attrazioni che possano renderla vivibile e attrattiva. L’assenza di interventi volti a qualificare l’area come luogo di incontro e socializzazione lascia molti con il dubbio che il progetto sia stato concepito più per rispondere a esigenze politiche o estetiche che alle reali necessità dei cittadini.
Un progetto che non ascolta
Questo porta a una domanda inevitabile: a chi giova realmente questa trasformazione? Mentre l’amministrazione comunale punta a presentare la nuova piazza come un simbolo di modernità, molti cittadini si sentono esclusi dal processo decisionale. Non è chiaro se questa riqualificazione rispecchi un desiderio collettivo o se sia più che altro il frutto di una visione condivisa solo da una ristretta cerchia di decisori.
La gestione della chiusura di Piazzale Kambo solleva importanti interrogativi sulla pianificazione urbana e sull’importanza di coinvolgere la cittadinanza. Riqualificare non significa solo rinnovare esteticamente un’area, ma anche assicurarsi che questa risponda alle reali esigenze di chi la vive quotidianamente. I giochi per bambini, ad esempio, erano un elemento prezioso della vecchia piazza, ora completamente assente. Perché non puntare su una riqualificazione che tenga conto delle famiglie, dei bambini e degli anziani?
La nuova “Piazza dello Scalo” potrà sicuramente rappresentare un simbolo di progresso, ma rischia di questo passo di diventare il simbolo di un’opportunità mancata. Se l’obiettivo è di migliorare la vita dei cittadini, il risultato attuale è una piazza vuota e priva di attrattiva. Certo, c’è ancora molto da fare, ma il primo passo dovrebbe essere una comunicazione trasparente che coinvolga i cittadini nelle decisioni. Solo così si potranno realizzare interventi capaci di migliorare davvero la qualità della vita e la logistica della città.