Da quando sono iniziati i lavori alla stazione di Frosinone, i pendolari sembrano essere diventati ospiti scomodi, fastidiosi ingranaggi di un sistema che ha deciso di ignorarli. Attenzione, non si tratta di un attacco ai lavori di riqualificazione: anzi, ben venga che dopo anni di degrado e trascuratezza, la stazione di Frosinone si rifaccia il look e torni a essere un luogo decoroso e funzionale. Ma a quale prezzo?
Perché il problema non è il restyling, il problema è l’assenza di una programmazione che andava fatta prima dell’avvio dei lavori tenendo conto di chi, ogni giorno, continua a utilizzare la stazione. Interventi necessari, certo, ma che non giustificano il totale abbandono in cui versano i pendolari, costretti a muoversi tra disagi, percorsi tortuosi e una logistica improvvisata.
Il disagio quotidiano: tre anni di sacrifici per i pendolari
Prendiamo un esempio concreto: domenica scorsa, 16 febbraio, la stazione di Frosinone si presentava in condizioni a dir poco indecenti con interi punti allagati per via delle piogge. E questi disagi, ricordiamolo, non sono una parentesi temporanea, ma la realtà che i pendolari dovranno sopportare per almeno tre anni. Tre anni di sacrifici, di percorsi allungati, di servizi ridotti all’osso.




Un’alternativa esisteva, e il PSI lo ha sottolineato con forza. Come ha dichiarato Vincenzo Iacovissi, capogruppo del Partito Socialista Italiano in consiglio comunale: “Si sarebbe potuto aprire un tavolo di confronto tra Comune e RFI per valutare la possibilità di creare un piccolo varco pedonale in Piazzale Kambo”. Una soluzione che, in condizioni di sicurezza per lavoratori e fruitori della stazione, avrebbe permesso di ricucire l’area di Via Don Minzoni, attualmente tagliata fuori da un accesso diretto. Sarebbe stata una misura in grado di alleviare almeno in parte i disagi quotidiani dei pendolari in questo periodo complesso.
Un cambio di mentalità per il futuro della mobilità
E allora la domanda sorge spontanea: perché nessuno ha pensato a una soluzione prima? Perché il pendolare è sempre l’ultima ruota del carro, l’elemento sacrificabile? Perché, mentre la stazione si ridipinge e si progetta per essa un futuro scintillante, nel presente si naviga nel caos più totale?
Insomma, siamo tutti felici che la stazione stia cambiando volto, ma non possiamo accettare che questo avvenga a discapito di chi la vive ogni giorno.