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Orrore in Colombia, bimbo di 5 anni ucciso a cinghiate dallo zio per i brutti voti a scuola

Lo zio della piccola vittima è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. Secondo le autorità locali, l’uomo ha precedenti penali

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Colombia – Una tragedia di violenza familiare scuote il Paese: un bambino di soli cinque anni è stato brutalmente ucciso a cinghiate dal proprio zio, dopo aver riportato scarsi risultati scolastici. Il dramma si è consumato a La Plata, un comune rurale situato a sud di Medellín. Secondo quanto emerso dalle indagini e riportato dai media nazionali ed esteri, lo zio, un 38enne, avrebbe colpito il piccolo con almeno dieci frustate utilizzando una cintura. Dopo averlo punito, lo avrebbe mandato in bagno. Poco dopo, non vedendolo tornare, l’uomo ha trovato il bambino privo di sensi e ha dunque deciso di portarlo d’urgenza all’ospedale locale.

Purtroppo, nonostante i tentativi dei medici di rianimarlo, il piccolo è arrivato in condizioni disperate e il suo cuore ha cessato di battere poco dopo il ricovero. Il vicedirettore dell’ospedale ha raccontato che il 38enne, una volta identificatosi al personale sanitario, avrebbe ammesso di aver colpito il nipote come punizione per i brutti voti. Durante l’esame medico, il personale ospedaliero ha riscontrato numerosi lividi sul torace, sull’addome e sugli arti, compatibili con percosse. Le lesioni, secondo i sanitari, erano riconducibili a un possibile caso di maltrattamenti pregressi. Di fronte a tali evidenze, il personale medico ha immediatamente informato la Polizia.

Lo zio della piccola vittima è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. Secondo le autorità locali, l’uomo ha precedenti penali per traffico di droga e possesso di armi da fuoco. Nonostante il suo passato, aveva ottenuto la custodia del bambino in seguito alla detenzione della madre, attualmente incarcerata a Bogotà. Il padre del piccolo risulta irreperibile. La morte violenta del bambino ha scosso profondamente la comunità di La Plata. Alla madre, rinchiusa nel carcere della capitale, è stato negato il permesso di partecipare al funerale. Tuttavia, le altre detenute hanno organizzato una colletta per coprire le spese del trasferimento del corpo, consentendo così la sepoltura a Bogotà, avvenuta lo scorso martedì.

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