Sanità, ambiente e rilancio economico. Sono i principali temi del suo programma. Fabio Forte, candidato alle regionali, critica il centrosinistra e traccia la rotta per un futuro diverso.
Senta Forte, perché gli elettori dovrebbero scegliere Francesco Rocca come presidente?
“Io che ho avuto modo di conoscerlo personalmente, posso dire con certezza che Francesco è una persona per bene. Si tratta di un uomo che ha sempre avuto a cuore i problemi delle persone, impegnandosi per risolverli. Già questo è garanzia di fattività”.
Qual è la differenza tra voi e il centrosinistra?
“Semplice. Già analizzando le parole dei nostri avversari si nota molta forma e poca sostanza. Noi, invece, dal cominciare a denunciare i problemi veri della Ciociaria, soprattutto dopo 10 anni di amministrazione Zingaretti, e dalla sinistra tutta che in provincia di Frosinone ha prodotto solo maceria, lavoreremo per il rilancio e il riscatto di una terra che grida vendetta”.
Lo scontro maggiore si sta consumando sul tema della Sanità. Perché?
“Se solo si analizza che c’è chi si candida come se fosse una novità, allora non oso immaginare che cosa potrebbe essere il settore della salute tra cinque anni in provincia di Frosinone. Quello che abbiamo potuto vedere in questa decade è, infatti, semplicemente catastrofico. A Frosinone ancora stiamo aspettando l’istituzione del Dea di secondo livello, mentre la limitrofa provincia di Latina già lo possiede”.
Oltre al Dea, a suo avviso, qual è la strada da seguire?
“Bisognerebbe iniziare da una ristrutturazione e riorganizzazione dei servizi territoriali, a partire dal potenziamento degli ospedali, per poi procedere con l’abbattimento delle liste di attesa e riformare la medicina di base”.
Altro tema sul tavolo e l’ambiente. E soprattutto il Sin Valle del Sacco. Perché parlate di immobilismo da parte della sinistra?
“Quella del Sin Valle del Sacco è una questione scottante, per la quale ci faremo latori presso il prossimo presidente della Regione. È inaudito che dopo 16/17 anni da quello che fu il disastro ambientale di quell’area, tutto è ancora al palo. Ci sono imprenditori agricoli che ancora non sanno dove possono coltivare e che non riescono a ripartire con la loro attività. Ci sono cittadini che risiedono in quella porzione di territorio, i quali pagano uno scotto pesantissimo per via di un’incidenza tumorale al di sopra di ogni classifica. Sono segnali che dovrebbero portare la politica ad attivarsi immediatamente. Quello che, invece, abbiamo ascoltato sono stati solo proclami e nessun intervento concreto. Assurdo, poi, che ancora non sappiamo con certezza quale sia la zona di rispetto per poter permettere alle imprese di investire. Su tale questione c’è semplicemente da dire: oltre al danno, la beffa. Occorre, pertanto, procedere alla sburocratizzazione per permettere la ripartenza economica. E noi lo faremo”.