L’esempio ce lo dà un cittadino extracomunitario che da alcuni anni risiede a Sora con la sua famiglia: nel tempo libero l’uomo, in particolare la domenica, si dedica a pulire un’area di via Cocorbito che costeggia la tratta ferroviaria. Armato di buona volontà e smisurato senso civico, di sua iniziativa e completamente a sue spese, il cittadino puntualmente si occupa di sfalciare erbacce, rovi e sterpaglie, inoltre raccoglie e smaltisce ciò che gli altri barbaramente gettano a terra: pattume di ogni genere, da bottiglie di vetro a preservativi, cartacce, buste di immondizia domestica, rifiuti speciali, scarti di giardinaggio e potature di piante presumibilmente infette, come il tronco di una palma che, colpita dal punteruolo rosso, dovrebbe essere trasportata e smaltita a parte, per non contaminare altri rifiuti.
Encomiabile l’atteggiamento di questo cittadino che provvede a ripulire la città che lo ospita, sporcata dagli stessi residenti che sicuramente ci abitano da generazioni. L’uomo non cerca gratitudine e non vuole mettere sotto i riflettori il suo straordinario senso di appartenenza ad una comunità: semplicemente intende fare un appello al rispetto per gli ambienti in cui viviamo, affinché ognuno venga spinto dall’amor proprio a custodire ogni luogo, a ricordare che la pulizia ed il decoro di un posto sono il riflesso dell’educazione dei cittadini e non possono dipendere esclusivamente dal servizio pubblico di nettezza urbana ed extraurbana.