Femminicidio Frosinone, fermato l’ex di Romina De Cesare

L'ex fidanzato di Romina De Cesare, strangolata e massacrata a coltellate, per sua stessa confessione, sarebbe l'autore del femminicidio

Fermato con l’accusa di omicidio aggravato Pietro Ialongo, 38 anni, originario di Isernia. L’ex fidanzato di Romina De Cesare, strangolata e massacrata a coltellate in un’abitazione di Frosinone, per sua stessa confessione, sarebbe l’autore del femminicidio.

Femminicidio, la tragica fine di Romina De Cesare

Una relazione, quella tra Romina De Cesare e Pietro Ialongo, ormai finita. Almeno per la donna. Lei, 36 anni, lavorava in una profumeria di Frosinone. Nel capoluogo si era trasferita proprio con l’ex da Cerro al Volturno, paese di poco più di mille abitanti, in provincia di Isernia. Avevano preso un appartamento in affitto in via del Plebiscito, in pieno centro storico. Poi la fine della relazione. Romina De Cesare aveva un nuovo compagno. L’ex probabilmente non l’aveva accettato. E, così, si è preso il diritto di toglierle la vita.

Romina De Cesare è l’ennesima vittima di femminicidio. Il delitto ha scosso la tranquilla provincia di Frosinone e l’Italia intera. Lei, bella, giovane, con una vita davanti, è stata massacrata dall’ex. Strangolata e poi accoltellata decine di volte. Lui, Pietro Ialongo, è fuggito, lasciandola in un lago di sangue.

A far scattare l’allarme è stato il nuovo compagno della ragazza, insospettito dal fatto che non avesse più sue notizie dalla notte precedente. Gli agenti della Squadra Mobile della locale Questura si sono portati nell’abitazione del centro storico dove la ragazza viveva. Lì il macabro ritrovamento. Il corpo senza vita di Romina a terra. Il sangue. Subito sono scattate le indagini.

Femminicidio Romina De Cesare, il fermo dell’ex

Sulla scena del crimine è stato effettuato un sopralluogo dai magistrati della Procura di Frosinone, con l’assistenza di personale della Polizia Scientifica di Roma e del medico legale, alla ricerca di tutti gli elementi utili per l’individuazione del responsabile dell’omicidio. Di lì a poco, i carabinieri di Sabaudia notano un uomo aggirarsi in stato confusionale sul litorale pontino. Quell’uomo è Pietro Ialongo, l’ex fidanzato della vittima. Ha graffi ed escoriazioni ed è arrivato a Sabaudia con la sua auto Audi A 4. L’uomo viene condotto presso l’ospedale Goretti di Latina per le necessarie cure.

Le indagini successive fanno emergere l’esistenza di una serie di contrasti tra la vittima e l’ex fidanzato, accresciuti dalla nuova relazione di Romina. Una serie di elementi, rinvenuti attraverso l’accurato sopralluogo e le indagini effettuate nell’immediatezza, hanno portato gli inquirenti a ritenere Ialongo l’autore del delitto.

Oltre ai graffi e alle ecchimosi riscontrate sull’uomo ed accertate dal medico legale incaricato dalla Procura di Latina, a pesare sulla sua posizione anche da una busta che aveva in mano quando è stato trovato dai carabinieri. Dal contenuto è possibile dedurre elementi indiziari a suo carico per il grave delitto e la sua probabile intenzione di suicidarsi.

L’interrogatorio dell’ex

Durante l’interrogatorio davanti ai P.M. di Frosinone e Latina, Pietro Ialongo ha ammesso le sue responsabilità. Ha confessato l’omicidio di Romina De Cesare. Ha ammesso anche di aver tentato il suicidio mentre raggiungeva Sabaudia. Avrebbe prima cercato di strangolarsi e poi di tagliarsi le vene. Una volta giunto sul promontorio del Circeo, avviatosi verso la spiaggia di Sabaudia, l’uomo avrebbe tentato infine di annegarsi.

E’ stato quindi emesso un decreto di fermo nei suoi confronti per il reato di omicidio con l’uso di arma da punta e taglio ai danni dei Romina De Cesare. L’udienza per la convalida del fermo sarà celebrata presso il Tribunale di Latina.

Le motivazioni che lo avrebbero portato ad uccidere Romina sono ancora in fase di accertamento. Sarebbero da ricercare nella gelosia per la nuova relazione di Romina, anche se ulteriori approfondimenti sono in corso in merito ad eventuali motivi economici. Secondo il primo quadro emerso, l’uomo, non accettando la nuova frequentazione della sua ex compagna, al rientro da una serata fuori l’avrebbe dapprima strangolata e successivamente ripetutamente accoltellata. Ialongo si sarebbe poi disfatto degli indumenti che indossava, rimanendo nudo sulla spiaggia. Proprio lì è stato notato dai carabinieri di Sabaudia, che, accertatisi della sua identità e della sua provenienza, hanno immediatamente contattato – unitamente al Reparto Operativo, nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina – la Questura di Frosinone.

Le indagini hanno permesso infine di rinvenire un bloc notes dove Ialongo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto. “Non volevo ucciderla. La amo” avrebbe scritto sul primo dei diversi fogli. Una frase troppo spesso ripetuta dagli autori dei femminicidi. Quei delitti aberranti i cui contorni sono simili tra loro. Quei femminicidi che hanno portato alla morte troppe donne. Uccise dalla mano di ex che non accettavano nuovi amori, nuove scelte. O che più semplicemente non accettavano che quelle donne si sentissero libere di vivere lontano da loro. Romina De Cesare è stata uccisa. Il suo nome si aggiunge alla lista delle centinaia di donne vittime di chi avrebbe soltanto dovuto rispettarle, anche dopo la fine di una relazione. Le responsabilità dell’ex verranno accertate da chi di dovere. I “motivi che lo hanno spinto al folle gesto” – come spesso leggiamo – quelli no, non ci interessano più. Non esiste alcun motivo che possa spingere un uomo a togliere la vita ad una donna.

– Ai sensi dell’art.27 della Costituzione la responsabilità dell’indagato per il reato in precedenza indicato verrà accertata solo all’esito di giudizio definitivo.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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