Le insalate in busta sono generalmente più costose rispetto alla verdura acquistata al banco, principalmente per via dei costi aggiuntivi legati alla lavorazione, al confezionamento e alla praticità del prodotto. La differenza di prezzo può variare in base a diversi fattori come il tipo di insalata, il marchio e la zona geografica. Tuttavia, il costo può essere anche due o tre volte maggiore rispetto alla verdura fresca sfusa. Ad esempio, 100 grammi di insalata confezionata possono costare tra 1,50€ e 2,00€, mentre lo stesso quantitativo di insalata acquistata al banco può costare molto meno, spesso meno di 1€.
Ma la qualità è la stessa tra il prodotto fresco e quello imbustato?
Bisogna prestare attenzione alla conservazione, perché queste insalate, essendo già tagliate, si degradano rapidamente una volta aperto il sacchetto, e devono essere consumate entro due giorni. Il sapore di solito è uguale a quello del prodotto acquistato sfuso, ma non sempre: per esempio le carote già tagliate a julienne delle insalate confezionate, sono meno saporite di una carota fresca appena tagliata. La qualità tra il prodotto fresco acquistato al banco e quello imbustato può variare e ci sono alcune differenze significative da considerare come la freschezza: la verdura sfusa è generalmente più fresca perché non subisce processi di taglio e confezionamento. Quella confezionata, potrebbe aver trascorso alcuni giorni tra lavorazione, stoccaggio e distribuzione.
È importante prestare attenzione anche ai valori nutrizionali, infatti le verdure in busta possono perdere parte delle loro vitamine e nutrienti a causa dei processi di taglio e lavaggio. Quelle che acquistiamo dal fruttivendolo, invece, mantengono i loro nutrienti più a lungo. Un altro aspetto relativo alla salute riguarda conservanti e trattamenti. Sebbene molte insalate in busta siano dichiarate prive di conservanti, alcune possono essere sottoposte a trattamenti per prolungarne la durata, come l’atmosfera modificata all’interno della confezione. Il prodotto fresco non subisce questi trattamenti.
La loro praticità è innegabile: le insalate in busta sono già lavate e pronte all’uso, il che le rende molto facili e veloci da utilizzare. Tuttavia, questo vantaggio viene compensato da un costo maggiore e, talvolta, una minore freschezza rispetto al prodotto acquistato al banco. Mentre il prodotto fresco tende a essere di qualità superiore in termini di gusto e nutrienti, l’insalata in busta offre una comodità che molti consumatori trovano vantaggiosa.
Una riflessione bisogna farla anche sull’impatto ambientale, non sono trascurabili le operazioni di mondatura, lavaggio, confezionamento e trasporto; oltre alla gestione dei rifiuti di plastica che presenta molti aspetti problematici. Sì lavora molto per ridurre l’utilizzo della plastica monouso nelle nostre case ed i principali responsabili dell’impatto ambientale sono proprio gli imballaggi di alimenti e bevande: buste, vaschette e bottiglie.
Chi e perché sceglie questa tipologia di prodotto?
La verdure richiede un tempo di preparazione più lungo perché deve essere lavata, mondata, affettata, e magari cucinata. Non tutti hanno a disposizione energia e lancette d’orologio sufficienti o, semplicemente, preferiscono dedicarsi alla preparazione di cibi più gustosi, magari un piatto di pasta. Chi sceglie l’insalata in busta tende a farlo principalmente per motivi di praticità e tempo. Chi ha uno stile di vita frenetico, come professionisti, genitori con impegni familiari, o chi vive da solo, spesso sceglie cibi confezionati per preparare i pasti più velocemente.
Essendo già lavate e pronte all’uso, permettono di evitare i passaggi di pulizia e taglio. Alcuni consumatori attenti alla salute preferiscono l’insalata in busta perché è un’opzione pratica per mangiare più verdura senza doverne gestire la preparazione. L’ insalata confezionata può incoraggiare a fare scelte alimentari più salutari in modo rapido e facile.
Le persone che vivono in città, in grandi centri urbani, dove l’accesso ai mercati freschi o alla verdura a km 0 potrebbe essere limitato, spesso optano per l’insalata in busta disponibile nei supermercati. Inoltre, queste vengono vendute in porzioni standardizzate, il che è utile per chi non vuole comprare grandi quantità di verdura sfusa e rischiare che vada a male. Questo è frequente per persone che vivono da sole o in coppia. Poi c’è chi cerca una maggiore varietà di insalate (come misticanze particolari o mix già pronti con altri ingredienti), il consumatore con esigenze specifiche può trovare più conveniente acquistare prodotti porzionati che già contengono un assortimento di verdure diverse. In fin dei conti la scelta di questo prodotto si basa principalmente sulla comodità e sulla necessità di velocizzare i pasti, anche se talvolta si sacrifica parte della freschezza e del valore nutrizionale rispetto al prodotto acquistato sfuso.
Il consumo di questi prodotti è in aumento? E da cosa dipende?
Sì, il consumo di insalate in busta è in aumento, e questo fenomeno è legato a diversi fattori come uno stile di vita frenetico; sempre più persone conducono vite caratterizzate da impegni lavorativi e personali intensi, il che riduce il tempo disponibile per cucinare. Le insalate in busta offrono una soluzione rapida e conveniente per preparare pasti veloci, il che le rende attraenti per chi ha poco tempo da dedicare alla cucina.
C’è anche una maggiore consapevolezza riguardo l’importanza di una dieta ricca di frutta e verdura per la salute ed una crescente attenzione verso una dieta sana. Le insalate in busta offrono un modo facile e immediato per aggiungere più verdure ai pasti, senza la necessità di doverle pulire e preparare. Pensiamo che con l’aumento della popolazione nelle aree urbane, c’è una crescente domanda di prodotti pronti e pratici. Le insalate confezionate sono disponibili in molti supermercati, soprattutto nelle città, dove l’accesso a ortaggi di mercato può essere limitato o richiedere più tempo.
Negli ultimi anni abbiamo visto anche un aumento significativo delle famiglie mono—nucleari. Con l’incremento del numero di persone che vivono da sole o in piccoli nuclei familiari, c’è meno bisogno di acquistare spesa in grandi quantitativi. Le insalate in busta, vendute in porzioni più piccole e già pronte all’uso, rispondono meglio a queste esigenze rispetto agli ortaggi sfusi.
I produttori, rispondendo alle esigenze del mercato, hanno ampliato l’offerta di insalate in busta, includendo miscele più complesse e ingredienti diversi (come rucola, spinaci, valeriana, ecc.), attirando consumatori con gusti e necessità alimentari vari. Alcuni prodotti includono anche dressing e condimenti, rendendoli ancora più convenienti. I supermercati hanno aumentato l’offerta di insalate pronte, con ampi spazi dedicati a queste tipologie di prodotti. Questo ha reso le insalate in busta una scelta più visibile e accessibile per i consumatori.
Esiste una geografia del consumo, ne acquistano di più al Sud, al Centro o al Nord?
Nel Nord Italia si consumano più insalate in busta rispetto al Centro e al Sud, grazie a una combinazione di fattori come urbanizzazione, stili di vita più frenetici, una rete di distribuzione più efficiente e un maggiore potere d’acquisto; ci sono diverse ragioni che spiegano questa tendenza:
1. Maggiore urbanizzazione e ritmo di vita più frenetico al Nord: Le regioni settentrionali d’Italia, caratterizzate da un’elevata urbanizzazione e da un’alta densità di popolazione, vedono una maggiore diffusione di stili di vita frenetici e orientati al lavoro. Ciò porta i consumatori del Nord a preferire prodotti pronti e convenienti come le insalate in busta.
2. Distribuzione capillare nei supermercati: Il Nord Italia ha una rete di distribuzione alimentare più sviluppata, con una maggiore presenza di supermercati e ipermercati che offrono una vasta gamma di prodotti pronti, incluse le insalate in busta. Questo rende più facile l’accesso a tali prodotti rispetto ad alcune aree del Sud e del Centro.
3. Maggiore potere d’acquisto: In media, le regioni del Nord hanno un potere d’acquisto più elevato rispetto a quelle del Centro e del Sud. Le insalate in busta, essendo più costose rispetto alla verdura fresca, tendono a essere acquistate di più nelle aree con un reddito più alto.
4. Cultura del cibo: Al Sud Italia c’è una tradizione radicata di cucina casalinga e di utilizzo di verdura fresca, spesso acquistata nei mercati locali o direttamente dai produttori. Questo contribuisce a una minore domanda di prodotti preconfezionati come le insalate confezionate rispetto al Nord, dove la praticità tende a essere un fattore più rilevante nelle scelte alimentari.
5. Consapevolezza ambientale e sprechi: Al Nord si osserva una maggiore sensibilità verso il consumo responsabile e la riduzione degli sprechi alimentari, e le insalate in busta, vendute in porzioni pronte, possono contribuire a limitare il deterioramento del prodotto rispetto all’acquisto di grandi quantità di verdura fresca.
Le città con il più alto consumo di insalate confezionate tendono a essere quelle con maggiore urbanizzazione, reddito medio più elevato e stili di vita frenetici.
– Milano (Lombardia)
– Torino (Piemonte)
– Bologna (Emilia-Romagna)
– Roma (Lazio)
– Genova (Liguria)
Sono tra quelle dove il consumo di insalate in busta è più elevato. Queste città hanno una popolazione più concentrata, una vasta presenza di supermercati che offrono prodotti pronti e uno stile di vita più orientato al lavoro, con meno tempo per cucinare. Inoltre, in queste aree, il potere d’acquisto è più alto, facilitando l’acquisto di prodotti più costosi rispetto alla verdura sfusa. – Fonte www.consumerismonoprofit.it –