Omicidio Mollicone, una bambola per Serena: ecco la pigotta che aiuterà i bimbi poveri del mondo

Unicef lancia la vendita della 'pigotta' dedicata alla diciottenne di Arce assassinata nel 2001 da mani ancora ignote

C’è qualcosa di infinitamente potente nel gesto di dare un volto a una pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef, dedicata a Serena Mollicone.
Perché non è solo una bambola. È un simbolo di tenerezza e giustizia. È una risposta dolce e dura allo stesso tempo, contro la violenza, l’omertà e l’indifferenza.

Serena aveva 18 anni quando è stata strappata alla vita. Un’età in cui si sogna, si ama, si litiga col mondo e si crede nel domani. E invece, quel domani per lei non è mai arrivato. Il corpo ritrovato nel bosco, lo scotch sul volto, i dettagli che ancora oggi fanno rabbrividire. E poi il dolore, lungo 24 anni, di una famiglia – in primis suo padre Guglielmo – che ha avuto il coraggio di non accettare il silenzio.

A distanza di quasi un quarto di secolo, siamo ancora qui a parlare di un processo che ricomincia da capo, di verità sfuggenti, di giustizia a passo lento. La Cassazione ha annullato le assoluzioni. Il 22 ottobre 2025 a Roma riparte tutto. In questo contesto, la pigotta con il volto di Serena è una carezza che brucia. Una bambola che non gioca, ma resiste. Che non consola, ma testimonia. È il segno che le nuove generazioni non vogliono più voltarsi dall’altra parte, che sanno che dietro ogni nome c’è una storia, e che ogni storia negata è una ferita collettiva.

Quella pigotta aiuterà i bambini poveri del mondo. E nel farlo, restituirà a Serena ciò che le è stato tolto: la possibilità di essere utile, di lasciare un’impronta, di essere madre, sorella, esempio. È una bambola, sì. Ma anche una piccola sentinella che veglia sulla memoria, sulla giustizia, sui diritti dei bambini. E oggi, grazie a quell’iniziativa voluta dal comitato provinciale Unicef di Frosinone e condivisa con la cugina Gaia Fraioli, la comunità di Arce e non solo può dire che Serena non è stata dimenticata. E non lo sarà. Finché ci sarà qualcuno capace di cucire a mano un volto per ricordarla.

- Pubblicità -
Angela Nicoletti
Angela Nicoletti
Angela Nicoletti, giornalista professionista iscritta all’albo dal 1998 si occupa di cronaca e giudiziaria sia in provincia di Frosinone che a livello nazionale. Ha collaborato e collabora con le prestigiose testate: Il Mattino di Napoli e Il Tempo. Dal 2001 è la referente per il basso Lazio dell’agenzia giornalistica AGI. Le sue inchieste giornalistiche sono sfociate anche in delicate indagini della magistratura. Nel 2018 è stata insignita del premio letterario e giornalistico dedicato a Piersanti Mattarella con un reportage sui beni confiscati alla criminalità organizzata

CORRELATI
ALTRI ARTICOLI

Frosinone – Vandalizzano l’ingresso della villa comunale per trascorrere la notte: denunciati due giovani

Durante il controllo, i poliziotti hanno inoltre rinvenuto una piccola quantità di hashish nella disponibilità dei due

Strappa il portafogli dalle mani di una donna e fugge dal negozio: 20enne rintracciato e arrestato

Sora - Il portafogli, recuperato poco dopo, è stato restituito alla proprietaria. Per il ventenne sono stati disposti i domiciliari

Dalla Ciociaria a Vicenza contro la criminalità nigeriana: due investigatori frusinati firmano l’operazione Marshall

Il lavoro del tenente colonnello Antonio Contente e del tenente Mario Nicolia decisivo contro il traffico internazionale di droga

Il caso Sofja Rossi: “Una cura anticoagulante l’avrebbe salvata”. Ma l’inchiesta è ancora aperta

Cassino - L'avvocato della famiglia anticipa i risultati dell'autopsia. Tre medici indagati per 'omicidio colposo'

Non si ferma all’alt ma la fuga dura poco, scoperto con cocaina in dosi e contanti: arrestato

Fiuggi - Il 39enne, dopo la formalizzazione dell’arresto in caserma, è stato trasferito nel carcere di Frosinone

Lite condominiale sfocia in violenza, un uomo aggredisce anche gli agenti: denunciato

Fiuggi - I poliziotti, per riportare la calma, si sono visti costretti a bloccare l'esagitato e a farlo salire a bordo dell’auto di servizio
- Pubblicità -

Condividi sui social

- Pubblicità -

Più letti

- Pubblicità -