Un’inchiesta della Procura della Repubblica di Cassino ha portato alla luce un sistema ben organizzato di rilascio illecito di patenti di guida, fondato su falsi certificati medici. Nella giornata del 10 giugno 2025, i Carabinieri della Compagnia di Cassino, con il supporto dei comandi locali, hanno eseguito tre ordinanze di misura cautelare personale nei confronti di altrettanti soggetti di età compresa tra i 48 e i 54 anni, residenti nei comuni di Alatri, Valmontone (RM) e Colleferro (RM).
Le accuse mosse agli indagati sono gravi: falsità ideologica in atti pubblici, falsità materiale commessa da privati e utilizzo di documentazione sanitaria falsa. L’indagine ha avuto origine nel dicembre 2022, quando i Carabinieri ricevono una segnalazione da un funzionario della Commissione Medica Locale dell’ASL di Cassino. In quel contesto veniva riferito che un medico stava rilasciando certificati di idoneità psico-fisica per la guida anche a soggetti denunciati per guida in stato di alterazione da alcol o droghe, e a persone già destinatarie di provvedimenti prefettizi di sospensione o revisione della patente.

Secondo quanto emerso, il medico coinvolto – durante gli esami – non riscontrava alterazioni dello stato di salute, e sulla base di documentazione apparentemente regolare rilasciava il certificato, attestandone la validità con tanto di firma e timbro.
Come funzionava il sistema
A illustrare i dettagli dell’operazione è stato il procuratore capo di Cassino, Carlo Fucci durante una conferenza stampa che si è tenuta in collaborazione con i vertici locali dei Carabinieri. I militari della compagnia di Cassino una volta raccolti gli elementi segnalati, hanno avviato un’indagine che ha permesso di ricostruire l’intero meccanismo. È emerso un sistema illecito rodato, in cui venivano predisposte pratiche sanitarie falsificate per eludere controlli e ottenere il rinnovo o il rilascio ex novo della patente. I falsi riguardavano referti medici, certificazioni cliniche e attestazioni dei requisiti psico-fisici. Il personale sanitario della commissione, tratto in inganno da tale documentazione, convalidava i certificati e autorizzava il rilascio delle patenti.
Secondo gli inquirenti, i compensi per ogni pratica variavano tra i 2.000 e i 6.000 euro, in base alla complessità del caso. I tre indagati avrebbero incassato somme ingenti, lucrando su situazioni di irregolarità amministrativa, spesso connesse a problemi di tossicodipendenza o precedenti penali dei richiedenti.
Su segnalazione dei Carabinieri, le Prefetture competenti hanno già avviato l’annullamento di circa cinquanta patenti rilasciate con modalità fraudolente. Al termine degli accertamenti, uno dei tre indagati è stato sottoposto a obbligo di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre per gli altri due è stato disposto il solo obbligo di firma.
Nei prossimi giorni tutti e tre compariranno davanti al Giudice per le Indagini Preliminari per l’interrogatorio di garanzia. La Procura ha precisato che il procedimento è nella fase preliminare, durante la quale gli indagati potranno far valere le loro difese ai sensi del codice di procedura penale.